La Gazzetta dello Sport

Bonucci: «Ora tutto super» Skriniar: «Li fermeremo»

Leo: «Ho vacillato, ora è Milan super Champions? Si può»

- Marco Pasotto MILANO

●«Ho pensato “chi me l’ha fatto fare”. Per la fascia la squadra ha voluto confermare la scelta del club»

Ora è semplice montare sul palchetto come stanno facendo in campagna elettorale e regalare sorrisi, illustrare programmi e accarezzar­e sogni. Nel caso di Leonardo Bonucci, però, il discorso non regge: lui lo faceva già quando dalla platea era facile ricevere fischi e lanci di ortaggi. Leo in questo Milan e nella sua nuova avventura ci ha sempre creduto e anche quando ha toccato il punto più basso, che gli ha fatto vacillare più di una certezza, è andato avanti per coerenza con se stesso e con le scelte profession­ali. Eh sì, adesso è facile. Il Milan non perde da tredici partite ed è proprio nelle coordinate dove si muove Leo che i rossoneri hanno trovato il maggior punto di forza: porta chiusa con doppio chiavistel­lo, le ultime sei – come dice chi vuole infiocchet­tare – sono state clean sheet. Più banalmente: a porta inviolata.

SAPORE Bonucci guarda avanti e ripercorre una stagione bislacca, che lo ha fatto andare sulle montagne russe e ha messo a dura prova convinzion­i e certezze. Dopodomani arriva il derby e in qualche modo per lui, transitato per i colori nerazzurri da ragazzino, lo è anche di più. Dopo la sosta per le nazionali si ritroverà di fronte la Juve, passato magnifico e spietato insieme. All’andata il giudice sportivo lo tolse di scena e attenzione anche stavolta: sul collo di Leo pende la ghigliotti­na della diffida. Mal che andasse l’appuntamen­to sarebbe rimandato al 9 maggio per la finale di Coppa Italia. Alzare una coppa da capitano contro i bianconeri avrebbe un sapore buonissimo. Scenari impensabil­i fino a poche settimane fa, mentre adesso Leo può permetters­i di dire cose del genere: «La Champions? Ho sempre creduto nell’impossibil­e, ho lottato per arrivare a grandi obiettivi e li ho raggiunti attraverso lavoro e sacrificio – ha detto a Sky e ad Ap –. Qualcuno ci dava per spacciati già a ottobre, io ci credo finché la matematica non ci dirà il contrario. E’ un obiettivo e questa squadra ha le carte in regola per arrivare a uno degli obiettivi di inizio anno. Si deve guardare avanti con la convinzion­e di poter dire la nostra contro tutti».

MOTIVATO Già, ottobre, mese terribile dove il Milan aveva vinto una volta in sei uscite e dove il tunnel sembrava senza fine, con giocatori sull’orlo di una crisi di nervi e lui in cima a questo plotone di disillusi, sovraccari­cato da responsabi­lità che a un certo momento erano andate fuori scala. «Sì, a un certo punto della stagione ho pensato “chi me l’ha fatto fare”. Le mie prestazion­i non coincideva­no col vero Bonucci, perché la testa muove tanto se non tutto. Poi mi sono ricentrato, ho pensato più a me che al resto, ad aumentare la fiducia in me stesso. Mi sono messo lì con la forza interiore a credere in questa scelta che avevo fatto e adesso sono super motivato e concentrat­o». Ottobre non è un mese casuale. E’ anche il mese in cui Leo fu espulso col Genoa e prese i due turni di squalifica dopo i quali sarebbe poi iniziata la rinascita. Ma con un retroscena importante, che svela per la prima volta a proposito dell’espulsione col Genoa: «Mi sono sentito responsabi­le per un errore che ho fatto e ne ho parlato ai compagni. Un capitano non può lasciare la squadra in dieci per un gesto del genere, anche se involontar­io. Ma la squadra ha ribadito il desiderio di continuare con la scelta del club (il riferiment­o è alla fascia da capitano, ndr) e questo è stato il primo mattone nel processo di ricostruzi­one». Poi è arrivato Gattuso, che ne ha aggiunti molti altri. «Con lui abbiamo intrapreso un percorso di autostima, con la voglia di metterci qualcosa in più che all’inizio ci era mancato. Nonostante sia giovane ha dimostrato di saper far giocare la squadra. Mi ha stupito la dote di trasmetter­e la fame che aveva da giocatore. Per carisma, determinaz­ione e ferocia che trasmette alla squadra mi ricorda Conte». Infine, chiusura sul Milan cinese: «Il club opera in modo molto trasparent­e nonostante tutto ciò che viene detto esternamen­te. Non ci stanno privando di nulla».

PER CARISMA E FEROCIA MI RICORDA CONTE. E CI FA GIOCAR BENE SU GATTUSO ALLENATORE MILAN

IL CLUB OPERA IN MODO MOLTO TRASPARENT­E, NON MANCA NULLA SULLA PROPRIETÀ CINESE E LA PARTE ECONOMICA

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy