SORPRESA TROST NELL’ALTO: È PODIO
● La friulana, ammessa in extremis, terza col record stagionale La cura di papà Tamberi comincia a funzionare. Lasitskene 2.01
L’atletica azzurra festeggia il terzo posto della friulana
Carpe diem, Alessia. Quando si dice cogliere l’attimo. O l’occasione: Alessia Trost è di bronzo nell’alto dei Mondiali indoor. E cosa importa se la misura (1.93) è modesta? Chi ricorderà che la gara ha avuto contenuti tecnici forse mai cosi bassi? La friulana, 25 anni tra una settimana, dopo stagioni di buio, torna ai vertici, sale di nuovo su un podio importante, su un podio globale. Ed è unicamente questa, soprattutto pensando al futuro, la notizia che conta. Davanti alla finanziera ci sono solo l’imbattibile russa Maria Lasitskene (2.01), qui come atleta neutrale invitata, alle vittoria numero 38 di fila, e la 20enne statunitense Vashti Cunningham (stesso 1.93 di Alessia, ma con un nullo in meno), campionessa uscente. E l’atletica tricolore, così, ritrova d’incanto il sorriso.
IL PERCORSO Si dica però la verità: non era una medaglia attesa. La friulana, va ricordato, era in gara perché ripescata grazie ai cosiddetti «target number». Ma in una serata-no praticamente per tutte, ha un guizzo d’orgoglio e, migliorando il personale stagionale di due centimetri, si spinge là dove nessuno osava immaginare. Dopo la lunga serie di prestigiosi risultati nelle categorie giovanili, quando lottava spalla a spalla con la stessa Lasitskene, allora signorina Kuchina, era dall’argento degli Euroindoor di Praga 2015 che non trovava posto tra le regine di una grande rassegna. In mezzo tanti problemi, tecnici e personali, con lutti che l’hanno toccata nell’intimo, da quello di mamma Susanna, del dicembre 2016, a quello dell’allenatore di sempre, Gianfranco Chessa, del luglio scorso. L’ex iridata junior, da un anno e mezzo, da dopo il 5° posto dell’Olimpiade di Rio, ha cambiato vita, rischiando sulla sua pelle: s’è trasferita da Pordenone ad Ancona per affidarsi a Marco Tamberi, papà di Gimbo. E finalmente la scelta, ora, comincia a dare i suoi frutti. Questo bronzo dice che talento e classe non sono evaporati.
LA GARA In un ambiente molto ovattato (anche troppo), quasi cupo, con le tribune della bella Arena quasi vuote, la selezione comincia a quote molto basse. Si parte a 1.84 (Alessia, in calzamaglia, fallisce la prova d’ingresso: sarà la differenza che passa dall’argento al bronzo) e già alla misura successiva (1.89), con sette eliminate, restano solo in sei. Tra le vittime, alcuni nomi eccellenti: dalla svedese Skoog alla Spencer, portacolori di Santa Lucia, dalla ceca Hrubà alla statunitense McPherson. L’azzurra, con coach Tamberi a bordo pedana, è sicura alla prima. Si passa a 1.93. E il gruppo si screma ulteriormente: a lasciarci le penne ora sono la bulgara Demireva e, soprattutto, l’ucraina Levchenko, stagionale di 1.97 e candidata all’argento. Alessia, dopo un errore, aiutata da un pizzico di fortuna, valica l’asticella e resta in gara, terza, con Lasitskene, Cunningham (un solo errore a 1.93) e la britannica Lake, l’unica che può ancora negarle la medaglia. A 1.96, però, cambia poco: solo la russa supera la misura. Le altre la falliscono e la classifica non muta. Miss Trost è di bronzo. Anche l’ultima medaglia femminile iridata era arrivata dall’alto: Antonietta di Martino fu d’argento a Istanbul 2012.
SORPRESA LYSENKO Oro russo tra le donne, oro russo tra gli uomini. Il 20enne Danil Lysenko, già secondo ai Mondiali all’aperto di Londra dell’agosto scorso, con 2.36 alla terza prova, supera il qatarino Mutaz Barshim, fermo a 2.33 e in verità già un po’ opaco nelle scorse settimane. Lysenko, al pari della Lasitskene, è uno degli 8 atleti autorizzati a partecipare dalla Iaaf, nonostante la confermata sospensione della federazione russa, chiude la stagione in sala imbattuto (8 vittorie).