CHAMPIONS Neymar no, CR7 sì ma il Psg ci prova E Higuain ci spera
Stasera a Parigi: Real o un ribaltone Domani a Wembley: Tottenham-Juve
L’uomo ha scritto una lettera apertissima per la tragedia che ha colpito Davide Astori, il capitano accolse con un bacio Matuidi, il giocatore è convinto che «smettere o non smettere?» sia una domandona da risposta non immediata: tutto ciò è Gigi Buffon, che da domani si rimette dentro al paragrafo-Champions di un libro che può essere instant-book o romanzone emozionale. Tottenham-Juventus è semplicemente questo: o le pagine finiranno presto o la storia andrà avanti, dando (anche) a Gigi l’opportunità di vincere quel che non ha ancora alzato, la ex coppa dei campioni. Storia da dentro o fuori. Un ballottaggio. E le altre decisioni arriveranno.
PRIMO INCONTRO A BREVE? La Juventus sarà la prima squadra italiana a scendere in campo dopo la scomparsa di «Asto». Facile non è. E, calcisticamente parlando, facilissimo non sarà in campo per il risultato d’andata (2-2), per la forza del Tottenham e perché Wembley (momentanea casa degli Spurs) è terra affascinante ma scorbutica da sempre. Buffon ci arriva col bivio addosso, tutto naturalmente subordinato alla scelta che farà, rinnovare o smettere, dare uno stop al contratto in essere fino a questo giugno oppure prolungare. Intanto andrà con la nuova Nazionale di Gigi Di Biagio e presumibilmente fra questo ottavo di Champions contro gli Spurs e il rientro in azzurro potrebbe esserci una prima chiacchierata (non definitiva) col presidente e amico Andrea Agnelli per parlar di futuro. Potrebbe, anche se la decisione finale sarà a giugno. «Non posso dire delle bugie o creare false aspettative o false illusioni - disse il capitano della Juventus a Maurizio Costanzo nell’intervista andata in onda il 16 febbraio scorso -. La verità è che mi devo incontrare con il presidente, col quale abbiamo questo patto fra gentiluomini che prima della fine del campionato, magari due mesi o tre prima, ci incontreremo, faremo il punto della situazione e a seconda di ciò che io magari avrò bisogno o la società avrà bisogno prenderemo la scelta definitiva. Un giocatore non smetterebbe mai di giocare: ho talmente tanta fiducia nell’onestà intellettuale dei dirigenti della Juventus, del mio presidente e dei miei allenatori, che voglio loro mi dicano qual è la cosa migliore da fare». Attesa. OBIETTIVO 50 Intanto Gigi Buffon vuole comandare ancora. Partendo da Wembley. E ha anche una vendetta da consumare, un riscatto da prendersi, il tutto legato all’incertezza palesata sulla punizione del 2-2 di Eriksen all’Allianz Stadium: un infortunio che, come altre volte accadute, ha intaccato minimamente il suo umore, lui che è abituato a incenerire gli errori e a ricaricarsi in fretta. Anni e anni di carriera non possono che portarti a queste azioni-reazioni. La sua gioia pulsante palesata sotto lo spicchio dei 5000 tifosi all’Olimpico dopo la vittoria contro la Lazio è segno inequivocabile e rinnovato di appartenenza e lotta costante. Anche per momenti del genere, Gigi Buffon non vorrebbe smettere mai. Da poco ha collezionato la presenza numero 500 con la maglia della Juventus ed è a solo un «clean sheet» (porta inviolata) dai 50 in Champions League (solo Casillas e Van der Sar ne contano di più): la difesa juventina (con lui e gli altri) che non ha ancora preso gol in campionato nel 2018 sarà un pungolo in più per non subire in una gara in cui - soprattutto servirà vincere.
MONDIALE E RIFLESSIONI Buffon davanti a una sliding door: già di per sé il ritorno di un ottavo di finale lo è, figuriamoci per un giocatore che non ha ancora deciso se continuare o smettere. In questi mesi, Gigi Buffon si è lasciato andare a confessioni aperte e anche interpretabili in ogni modo: resta o va è un tormentone che lo accompagnerà in queste settimane così come è successo per Francesco Totti e ad altri prima di lui. Oggi, vigilia di Tottenham-Juventus, il capitano bianconero si presenterà ai microfoni pochi minuti prima del tecnico Allegri: un altro dei tanti momenti per dar voce a riflessioni. «Siamo concentrati tutti sul presente - ha detto recentmente l’ad juventino Beppe Marotta su Buffon -: il futuro lo affronteremo, lo ha detto più volte lui che del futuro ne discuterà con il presidente. Ma posso solo sottolineare come il rapporto tra lui e la società sia veramente un rapporto idilliaco». E proprio su questo si baserà la decisione finale. «Una cosa soltanto, in questo momento, potrebbe farmi desistere dall’idea di smettere: vincere la Champions e quindi poter giocare il Mondiale per club» disse Gigi a dicembre. Wembley, insomma, vale molto.
NUMERI Finora Buffon ha collezionato 6 presenze in questa Champions: ha staccato nettamente Szczesny (come da programmi) che però in campionato ha lo stesso numero di caps (13). L’appaiamento in serie A è frutto dei 2 mesi di lontananza per infortunio (al polpaccio) di Buffon: che poi è rientrato parando un rigore e una saetta (contro l’Atalanta in Coppa Italia). Numeri. Replicabili.