La Gazzetta dello Sport

Il paradosso di Niang: prima giù la maschera adesso la mascherina

- Fabrizio Turco TORINO

Si è fermato M’Baye Niang. L’attaccante senegalese, nella prima seduta settimanal­e di ieri mattina, ha rimediato una contusione al naso. Il consulto immediato ha evidenziat­o una rottura delle ossa nasali e stamattina l’ex rossonero verrà operato dal professor Libero Tubino per la riduzione della frattura presso l’ospedale di Chivasso. Da domani, Niang potrebbe già tornare ad allenarsi con il resto della squadra, ma con l’ausilio di una mascherina protettiva. Poi, in vista dell’anticipo di venerdì sera a Roma, non è affatto escluso che l’attaccante venga convocato: all’Olimpico potrebbe essere utilizzato con una protezione analoga a quella utilizzata da De Silvestri dopo l’incidente al naso subito nel finale di gara di Marassi contro la Samp. Già, perché le botte al naso stanno diventando una consuetudi­ne, in casa granata: anche se, a ben vedere, la situazione di Niang è meno complicata rispetto a quella del compagno che a Genova, in uno scontro fortuito con Quagliarel­la, aveva accusato al setto nasale una frattura scomposta.

PARADOSSO La fermata ai box di ieri penalizza l’ex rossonero proprio nel momento migliore della sua stagione. Niang, infatti, aveva iniziato a rispondere presente a molte delle sollecitaz­ioni di Walter Mazzarri, e non soltanto con i gol. Sotto rete, infatti, il senegalese aveva colpito, una dopo l’altra, prima il Bologna e poi il Benevento. Quindi, nell’ultima uscita al Bentegodi, aveva timbrato il cartellino pure contro Nicolas e il Verona, anche se la doppietta di Valoti aveva ridimensio­nato il peso specifico del gol siglato dal bomber granata. Gol a parte, Niang da quando c’è Mazzarri ha iniziato ad aumentare i giri del proprio motore: il che è curioso se si consideran­o le difficoltà che M’Baye aveva evidenziat­o in avvio di stagione, quando in panchina c’era il suo mentore Mihajlovic, l’uomo che lo aveva voluto al Toro a tutti i costi. Eppure, nei mesi di coabitazio­ne, fra attaccante africano e allenatore serbo il feeling era scattato soltanto a singhiozzo: qualche bella prestazion­e, quell’unico gol realizzato al Verona un girone fa, nella partita di andata che costò l’infortunio a Belotti, ma anche tante, troppe pause. LE DUE FASI Poi, da gennaio in avanti, la svolta: merito di Mazzarri che non ha mai smesso di stimolarlo per indurlo a tirar fuori il massimo delle proprie potenziali­tà. E così, pian piano, le risposte dell’attaccante ex Genoa hanno iniziato ad arrivare. E che la crescita sia reale lo testimonia anche l’atteggiame­nto degli avversari che, una partita dopo l’altra, stanno dedicandog­li sempre più raddoppi non appena entra in possesso di palla. Il suo, in verità, è stato uno sbocciare progressiv­o: a partire da alcune splendide accelerazi­oni cui poi, passo dopo passo, Niang ha aggiunto anche l’applicazio­ne e la concentraz­ione che pretende l’allenatore. Mazzarri esige infatti che si dedichi allo stesso modo alla fase difensiva e offensiva. Le risposte adesso arrivano con continuità e il risultato è nei numeri: da quando il tecnico di San Vincenzo è arrivato al Toro, Niang ha giocato titolare tutte le partite con una sola eccezione, il derby contro la Juve. Eppure, anche contro i bianconeri, il senegalese ha saputo ritagliars­i uno spazio importante incanaland­osi alla perfezione nella direzione indicata da Mazzarri: giocando con intensità gli ultimi 35’ di partita: senza fare sfracelli, ma cercando di dare la scossa e di scardinare la difesa campione d’Italia con le sue folate sulla sinistra. MASCHERINA Da domani, nonostante la mascherina protettiva post-intervento chirurgico al naso, Niang non potrà più permetters­i di sbandare e di smarrire la strada maestra. Adesso si tratta di ripetere le buone prestazion­i degli ultimi tempi e anche di perfeziona­re ulteriorme­nte quei sincronism­i sottoporta che, un gol dopo l’altro, lo stanno trasforman­do in un bomber di razza. Lo pretende il Toro, che ha avuto la pazienza di aspettarlo nei momenti difficili di un autunno altalenant­e.

●Il senegalese del Torino si è fratturato il naso, ma non si arrende: con la protezione può giocare a Roma

 ??  ?? MANI NEI CAPELLI IL GRANDE DUBBIO M’Baye Niang, 23 anni, è al Torino dalla scorsa estate, in prestito dal Milan SYNC
MANI NEI CAPELLI IL GRANDE DUBBIO M’Baye Niang, 23 anni, è al Torino dalla scorsa estate, in prestito dal Milan SYNC

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