La Gazzetta dello Sport

«Questo è l’inizio di una nuova via Ma non basta»

- GIOVANNI BRANCHINI AGENTE FIFA

Giovanni Branchini, leader degli agenti, da tempo, anche ora che è dietro le quinte, si batte (tra l’altro) per ridurre le finestre di mercato. Un concetto che di recente ha espresso in un’intervista alla Gazzetta. Su questo argomento anche gli allenatori e gli stessi calciatori hanno preso posizione in tal senso. Dopo la decisione presa ieri è interessan­te conoscere il parere del procurator­e milanese.

● Che ne pensa di questo taglio di 13 giorni? «Non possiamo che essere soddisfatt­i per una decisione che in tanti invocavamo da tempo. Mi auguro che sia l’inizio di un percorso nuovo. È già importante evitare che si parli di trasferime­nti a campionato in corso. A mio giudizio, però, i tecnici lavorebber­o meglio senza l’assillo delle voci sul cambio di maglia dei loro calciatori anche durante i ritiri o, comunque, nel pre-campionato».

● Prospetta una chiusura a luglio.

«Esatto. È vero che le liste aprono il 1 luglio, ma il mercato parte già a fine maggio, in coincidenz­a con la fine dei campionati. Così i club hanno tutto il tempo per entrare in azione. Due mesi abbondanti bastano per allestire una squadra e lasciare tranquilli i propri tesserati».

● Anche a gennaio ora si è deciso di finire prima: il 18, non più il 31...

«Anche in questo caso lo stop il 18 gennaio permette di concludere le contrattaz­ioni in concomitan­za con la sosta. Il progresso è evidente. Però resto della mia idea: meglio tornare all’antico. Non dico di reintrodur­re il mercato di ottobre, sarebbe meglio fissarlo tra fine novembre e i primi di dicembre: i nuovi arrivati avrebbero più tempo per inserirsi nel nuovo ambiente e ogni trasferime­nto avrebbe ancor più senso. Ora come ora, tanti calciatori trovano una nuova sistemazio­ne a stagione inoltrata. Certe decisioni andrebbero prese prima: così si perde tempo prezioso. Ad ogni modo cogliamo il lato positivo di questa innovazion­e. Intanto prendiamo confidenza con le nuove date. Vedrete, farà bene a tutto il mondo del calcio pensare ad un’ulteriore riduzione. Meno stress per tutti e una maggiore attenzione per i protagonis­ti».

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