DIRITTI TV: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA
Dopo l’arrivo sulla scena di Mediapro
Dinamici, curiosi e sempre connessi. Gli appassionati di calcio vedranno le loro partite preferite un po’ dappertutto, dove capita, non necessariamente sul sacro divano di casa: davanti alla tv o all’ambìto megascreen. Nell’era degli smartphone in stile-robot, anche i simboli pallonari lasciano il posto a sconosciuti sentieri sociali, tutti da esplorare. Immaginiamoci, allora, la nuova realtà al passo con la rivoluzione di Mediapro (al vaglio dell’Authority per la Concorrenza). Perché il peso di questo cambiamento va oltre gli effetti economici che s’intravvedono per i club, ha ripercussioni più ampie per gli appassionati. Quando c’era la sola Rai, Novantesimo Minuto e la Domenica Sportiva erano i baluardi dei nostri riti domenicali. Sempre alla stessa ora, in una placida liturgia che ha accompagnato l’Italia sino alle soglie del nuovo millennio. Le tv private e la voglia di business poi hanno spazzato via tutto. Uno strappo che ora, ai tempi dello spezzatino, fa nostalgia (a volte). Ma voi sareste capaci di seguire una messa in latino? È cambiato il linguaggio e non solo. Anche nell’informazione «usa e getta» dei nostri giorni è bene trovare dei lati positivi. Per non rischiare di perdere contatto coi gusti della gente. L’avvento delle cosiddette piattaforme in Italia nell’ultimo decennio ha segnato l’ascesa della pay-tv, con gli utenti rassegnati ad armarsi di decoder e a pagare costosi abbonamenti per soddisfare la loro passione. Sky ha investito tanto per diventare la casa (monopolista) della Serie A, con Mediaset scalpitante ancella in un panorama angusto. Mediapro ha sparigliato le carte. E la caccia a nuovi interlocutori tra i giganti di internet apre ai cambiamenti. Anche delle abitudini di noi spettatori. La promessa è che spenderemo meno tutti e i club incasseranno di più. Forse no. È un percorso per tanti versi affascinante perché promette più democrazia, ma non è detto che tutto avvenga in fretta e senza intoppi. Le fibrillazioni non mancheranno, anche perché è da dimostrare che all’orizzonte compaiano subito nuovi equilibri. Perform e Amazon affilano le armi, ma prima devono attrezzarsi sul piano commerciale per reggere il confronto con le attuali big. Allo stesso tempo, lo scrupolo di puntare su un prodotto uniforme e allettante apre prospettive di sviluppo interessanti. Una strada già di successo in altri Paesi. Ad esempio l’alleanza tra Sky e Netflix dà vita a sinergie trasversali che avvicinano il calcio alla tv di qualità. Tuttavia c’è una questione parallela da non sottovalutare: il controllo delle immagini. Il progetto-Lega di produrre in casa le partite, con contenuti editoriali autonomi, dà sì valore ai match, ma toglie spazio alla pluralità delle riprese. Ai tempi della Var il concetto di democrazia diventa rilevante anche su questo fronte. Una riflessione si impone.