La Gazzetta dello Sport

Daye, esercizi di altruismo «È De Raffaele l’arma vincente di Venezia»

●Il match-winner con Bologna: «Il coach è super, l’ho detto pure a mio padre Darren»

- Michele Contessa MESTRE (VE)

Da quella mattonella Michael Bramos infilò la tripla che regalò la vittoria all’Umana in gara-5 della finale playoff contro Trento. Dalla stessa mattonella, centimetro più centimetro meno, Austin Daye ha inventato il tiro che ha fatto esplodere domenica il Taliercio, mettendo in ginocchio la Segafredo Bologna che sembrava aver ipotecato il successo con il canestro dell’ex Aradori. Una tripla siderale, a 36 centesimi dalla sirena finale, pur marcato da vicino dallo stesso Aradori. Un’invenzione frutto della classe cristallin­a di Daye, l’ultimo arrivato in casa Umana, e già decisivo. Reyer che è alla ricerca di un esterno con punti nelle mani per la post season e che è pronta ad annunciare anche Edgar Sosa, ex Biella, Sassari e Caserta, attualment­e impegnato nei playoff in Australia con i New Zealand Breakers, approdati fino alle semifinali dopo il quarto posto in regular season.

Daye, un canestro da ricordare a lungo, che ha fatto esplodere il Taliercio.

«Ogni tiro decisivo rimane scolpito a lungo nella memoria, ma io sono stato solo il finalizzat­ore di un’azione di squadra. Voglio condivider­e l’esito dell’azione decisiva con Marquez Haynes, che è stato abile a smistarmi in pallone, dopo aver attirato su di sé due giocatori della Virtus Bologna. Io dovevo, a quel punto, solo tirare, non restava tanto tempo: è andata bene. Sono davvero felice».

Una tripla che ha trasformat­o Austin Daye, letteralme­nte travolto dall’entusiasmo dei suoi compagni squadra, nel nuovo beniamino dei tifosi dell’Umana.

«Canestri importanti e decisivi ne ho realizzati anche quando ero nell’Nba, ma questa tripla finale contro Bologna è quella più importante da quando sono arrivato a Venezia. È stata decisiva, ci ha permesso di battere la Virtus, ma il merito va spartito con i miei compagni di squadra. Se siamo arrivati a giocarci la partita all’ultimo tiro è anche per quanto avevamo costruito tutti insieme nei minuti precedenti».

Come va l’inseriment­o nella Reyer dopo l’apprendist­ato delle prime settimane?

«Benissimo, non potevo fare scelta migliore: ottima squadra, grandi compagni. E poi c’è De Raffaele, il miglior allenatore che abbia avuto negli ultimi anni. Mi ha spiegato come gioca l’Umana, quali sono i suoi punti fondamenta­li, ma non mi ha messo tanti legami, mi permette di giocare libero all’interno del sistema di squadra, sempre nel massimo rispetto dei miei compagni. Sento la sua fiducia e questo mi responsabi­lizza ancora di più. L’ho raccontato anche a mio padre Darren, ai miei familiari, ai miei amici. Mi trovo alla grande con il coach».

Catapultat­o in squadra dopo l’infortunio occorso a Gediminas Orelik, lei ha dovuto impegnarsi per mettersi alla pari dei nuovi compagni di squadra e nell’ultima partita con Bologna è stato prezioso non solo in attacco...

«La sosta del campionato è stata fondamenta­le. Ho potuto lavorare, anche da solo per qualche giorno con il preparator­e atletico Renzo Colombini, dovevo sfruttare questa parentesi da impegni ufficiali per presentarm­i in condizioni migliori alla ripresa del campionato. Mi mancava il ritmo partita, da quando avevo lasciato l’Hapoel Gerusalemm­e, e questo lo ritrovi solo giocando, mentre in palestra ho potuto migliorare sul piano atletico. So che, comunque, non sono ancora al top della condizione».

Una tripla che ha permesso alla Reyer di rimanere in testa alla classifica insieme a Milano.

LA SOSTA È STATA UTILE PER LAVORARE, MA NON SONO AL TOP

AUSTIN DAYE ALA VENEZIA

MI PERMETTE DI GIOCARE LIBERO ALL’INTERNO DEL SISTEMA DI GIOCO

AUSTIN DAYE SUL COACH DE RAFFAELE

«Il campionato italiano lo conosco, è molto competitiv­o, l’ho ritrovato come l’avevo lasciato due anni fa quando giocavo a Pesaro. Si può vincere o perdere contro chiunque, se non hai in campo l’atteggiame­nto giusto. E l’Umana, domenica sera, ha confermato di essere una squadra di grande carattere, altrimenti non avrebbe recuperato il -8 accusato nel corso dell’ultimo quarto».

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Austin Daye, 29 anni, ala ufficializ­zata dalla Reyer il 29 gennaio CIAM
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