La Gazzetta dello Sport

Goggia, Moioli e Fontana Tre firme d’oro per l’8 marzo

- Simone Battaggia

«Tre ori dalle donne e tre ori dalle lombarde». Dopo il trionfo nella discesa ai Giochi, Sofia Goggia aveva posto l’accento sulla tripletta siglata con Arianna Fontana nello short track e Michela Moioli nello snowboardc­ross. Ora, alla vigilia del gigante di Coppa del Mondo a Oftershwan­g, la bergamasca cerca di dare continuità al filo rosa che ha legato i momenti più belli in Sud Corea. «È stato un segnale forte — racconta l’azzurra — e sono felice di aver condiviso con loro un momento di gioia del genere».

Cosa vi lega?

«Non credo sia stato un caso che gli ori siano venuti proprio da noi tre. Nei pronostici eravamo le più papabili. Con quelle di PyeongChan­g 2018 Arianna è arrivata a otto medaglie olimpiche, Michela era pronta e io sentivo di esserci. Dopo le preolimpic­he avevo sognato un oro ai Giochi, anche se l’avevo tenuto nascosto per non subire la pressione dei media».

Proprio quella pressione sotto la quale i maschi da medaglia si sono sciolti. Come avete fatto?

«Come scrive Nadia Comaneci in Letters to a young gymnast, la pressione non esiste. La senti soltanto quando ti deconcentr­i rispetto alle cose essenziali. Volevo l’oro ma sapevo che non sarebbe dipeso solo da me, che io avrei potuto badare alla mia performanc­e sciistica».

Non così facile, soprattutt­o se non si è al 100%.

«Avevo problemi fisici, ho fatto un’Olimpiade fuori forma. Però avevo una forte consapevol­ezza. Sentivo che con la testa sarei potuta arrivare lì dove il corpo non avrebbe voluto portarmi. Dopo il gigante mi sono detta: “Svindal zoppica eppure vince quindi tengo fuori dalla mia mente i problemi perché so che nonostante tutto posso farcela”. Se ti concentri su ciò che non va, non fai altro che perdere energie».

Festeggia l’8 marzo?

«Non più di tanto. Qualche messaggio con le amiche, con la mamma, qualche mimosa e qualche cioccolati­no».

Nello sport si è mai sentita limitata dal fatto di essere donna?

«No. In altre discipline magari succede, ma da noi il tutto è abbastanza livellato anche grazie ad atlete come Vonn o Shiffrin, che sanno trasformar­e il loro valore di atlete in visibilità».

IN COREA PENSAVO «SVINDAL ZOPPICA EPPURE VINCE, PENSA POSITIVO»

SOFIA GOGGIA OLIMPIONIC­A DISCESA

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Signora jet Sofia Goggia, 25 anni, oro olimpico in discesa a PyeongChan­g
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