Entrano i centauri di fascia, vai Juve!
●Intuizione felice di Allegri: dentro i terzini Lichtsteiner e Asamoah e la squadra riparte di slancio
Ancora una volta la linea del Piave ha tenuto, la trincea è stata difesa e l’impresa è arrivata. Il senso della partita, più che nelle mosse tattiche o nei dribbling, sta nei volti grintosi di Buffon e Chiellini, nelle esultanze tra Barzagli e Lichtsteiner per un salvataggio, per una deviazione, per un calcio d’angolo evitato. Si soffre e si vince, e per adesso va bene così. Ma la Juve, se vorrà fare strada in questa edizione di Champions League, non potrà basarsi soltanto su catenaccio (perché catenaccio è stato) e contropiede. Con le qualità individuali che ha a disposizione è logico attendersi qualcosa di più. In termini di strategia e di bellezza.
TROPPO SOLI Il primo tempo è un monologo del Tottenham perché i bianconeri sono lenti nel recupero del pallone e nella gestione della manovra. Qui si vedono i limiti della squadra di Allegri, che in Italia vengono nascosti dalla palese inferiorità degli avversari (tranne il Napoli), ma in Europa diventano evidenti: la Juventus fatica a tenere il pallone, non riesce a fare un possesso orientato alla fase offensiva, i passaggi sono spesso arretrati e danno così la possibilità agli inglesi di aggredire e andare in pressing. La differenza tra il Tottenham e la Juve sta proprio in questa difficoltà dei bianconeri nel momento della costruzione. Dembélé ed Eriksen, invece, in mezzo al campo tocchettano, avanzano e hanno sempre due o tre soluzioni di appoggio. Quando Pjanic è in possesso di palla, al contrario, non sa che fare: non ci sono movimenti di smarcamento, nessuno attacca la profondità. Higuain e Dybala vengono chiamati raramente in causa.
INTUIZIONE Nella ripresa cambia il canovaccio perché Allegri ha il coraggio di correggersi. In avvio aveva scelto Barzagli come terzino destro, in chiara difficoltà contro il velocissimo Son. Ora il tecnico decide che per tentare la grande rimonta è necessario ritrovare l’equilibrio e lo fa buttando dentro Lichtsteiner e Asamoah) al posto di un centrale (Benatia) e di un centrocampista (Matuidi). Può sembrare strano che una partita venga rivoltata come un calzino per l’inserimento di due terzini, ma questo accade. E una spiegazione c’è: in questo modo la Juve ritrova le giuste distanze tra i reparti, Lichtsteiner ha l’energia per contrastare Son, Alex Sandro scivola in zona più offensiva, Asamoah si occupa di chi scende dalla sua parte e in mezzo Pjanic e Khedira contrastano Dembélé ed Eriksen. Poi, a facilitare la Juve, ci si mette il Tottenham con due clamorosi errori difensivi che spalancano la porta per i gol di Higuain e Dybala. Al resto, una volta fissato il risultato sul 2-1, pensano i marcantoni là dietro che si immolano su tutti i palloni, proprio come i soldati italiani sulla linea del Piave. Il baricentro della Juve è molto basso (41 metri) e ciò testimonia della volontà dei bianconeri di aspettare ai limiti della propria area e poi ripartire per sorprendere il nemico. Atteggiamento che paga se di fronte ci si trova questo Tottenham inesperto e farfallone in fase difensiva. Ma quando il livello del nemico sale, e salirà presto, qualcosa di nuovo bisognerà trovare.