Serata storica da vera Signora che rilancia il sogno Triplete
●>esterà una delle più belle euro-imprese della Juve Ora si punta a superare il Napoli, poi la Coppa Italia
La strada è ancora lunga, ma pronunciare certe parole non è più un’eresia. Road to Kiev, città di quattro lettere, una in meno di Coppa e di sogno, due concetti che per i tifosi bianconeri sono diventati un tutt’uno. Andrea Agnelli lo aveva detto a caldo con orgoglio, subito dopo la sconfitta di Cardiff: «Ci rivediamo in Ucraina», patria di Shevchenko, uno che la Champions League l’ha sbaciucchiata ai tempi del Milan. Ci rivediamo in finale, perché dopo aver sbancato Wembley con i cerotti tutto diventa possibile. Anche vincere finalmente la Coppa che tanto sfugge, dopo aver magari trattenuto a Torino scudetto e Coppa Italia. Anche ricominciare a parlare di triplete, come una stagione fa.
PROSSIME TAPPE Nell’attesa di sapere chi sarà l’avversaria ai quarti (e il rischio di beccare una corazzata è piuttosto alto), la Signora adesso può concentrarsi sulle fatiche domestiche. In primis, sul sorpasso al Napoli in Serie A: basterà vincere le due prossime sfide casalinghe, domenica contro l’Udinese e il recupero di mercoledì contro l’Atalanta, per rimettere la testa davanti agli azzurri dopo una vita. Sarebbe confortante il +2 anche perché all’orizzonte resta lo scontro diretto nel fortino dell’Allianz del 22 aprile, vero snodo scudetto. Per dare l’assalto al secondo obbiettivo «italiano», invece, ci sarà tempo: la finale di Coppa Italia contro il Milan e Bonucci è fissata il 9 maggio.
IMPRESA IN TRASFERTA La notte magica di Londra resterà nella memoria dei tifosi, anche perché arrivata dopo la vittoria sofferta sulla Lazio: cinque giorni che la Signora non dimenticherà facilmente e che hanno l’effetto immediato del lifting. Di colpo, anche se l’attacco è decimato, la Juventus si sente bella, senza rughe e con le energie di una ventenne, pronta a lottare e dominare su tutti i fronti. Il Tottenham non è il Real Madrid o il Barcellona, però è squadra tosta e andare a prendersi la qualificazione in uno dei templi del calcio non è cosa banale. La Juventus ci ha abituato a grandi imprese europee prevalentemente in casa, stavolta ha fatto quello che a Monaco non le era riuscito per un respiro: ribaltare il 2-2 dell’andata nella tana del nemico. Anche nel 2014-15, primo anno di Allegri alla Juventus (e prima finale di Champions raggiunta) i bianconeri avevano vinto in trasferta nella gara di ritorno degli ottavi: 3-0 a Dortmund, una delle migliori interpretazioni dei bianconeri in Europa, ma con il 2-1 dello Stadium che rendeva tutto più semplice. Sempre col Borussia, Madama conquistò la finale di Coppa Uefa, poi persa con il Parma: vittoria per 2-1 in Germania dopo il 2-2 dell’andata. Accadeva nel 1994-95, un anno dopo i bianconeri sollevarono la loro ultima Champions sul prato dell’Olimpico e nel tragitto verso la gloria eliminarono il Real: preziosa fu una vittoria casalinga nei quarti.
CONQUISTE IN SPAGNA La Casa Blanca è un avversario ricorrente, che la Signora buttò fuori anche nel 2002-03 (in semifinale, Juve poi sconfitta in finale) e nel 2004-05 (Juve eliminata nei quarti). Nel 2003, anno della finale di Manchester persa ai rigori con il Milan, Buffon e company superarono pure l’ostacolo Barcellona: 2-1 al Camp Nou dopo l’1-1 dell’andata nei quarti di finale. Una stagione fa Madama, sempre nei quarti, ha giganteggiato allo Stadium, trasformando Messi e i suoi fratelli blaugrana in lillipuziani timidi e tremolanti: 3-0 all’andata, con doppietta di Dybala in versione celestiale, e poi 0-0 in Catalogna: così spianò la strada verso la seconda finale dell’era Allegri. Il viaggio verso Kiev è appena cominciato, ma dopo aver vissuto una serata così niente sembra impossibile.
Tra domenica e mercoledì Allegri può scavalcare Sarri. E il 9 maggio c’è Bonucci...
Da Dortmund a Barcellona, quante qualificazioni insperate centrate lontano da Torino
La Juve sfiderà il Milan in finale, il 9 maggio a Roma