La Gazzetta dello Sport

«Un ciclo come Arsène? Ma io sono un Pulcino...»

●«Mi piacerebbe il suo percorso, ma se non mi calmo duro pochi anni Viviamo con orgoglio questa sfida: ci arriviamo in grandi condizioni»

- Marco Pasotto INVIATO A MILANELLO (VARESE)

Medici e psicologi da sempre sconsiglia­no di portarsi a casa il lavoro. Nel caso di Gattuso, però, c’è un problema: come dice lui è l’unica maniera che conosce di lavorare. E così capita che in queste notti «mi sogni Özil e Wenger». Diciamo che la fase Rem di Rino non è granché affascinan­te. Però racconta molto – forse tutto – di questo allenatore che sta per affrontare la prima partita europea di alto livello della carriera. Tutte le altre le ha giocate sul campo, e molte sono state ben più importanti: ma da tecnico è il primo vero battesimo di qualità. Magari la gestirà come ieri consigliav­a ai suoi giocatori: «Sempliceme­nte, dobbiamo viverla. Con grande gioia. Orgogliosi e contenti di giocare una partita del genere. Ci sono giocatori che sognano per una vita sfide simili e non riescono a giocarle».

ANGOLINO Una partita con San Siro in versione settantami­la, contro un avversario nobile e contro un allenatore santone. Nel tardo pomeriggio di ieri Wenger raccontava che, vista la situazione delle due squadre, qualche consiglio da Gattuso sarebbe ben accetto, ma Rino un paio d’ore prima chiariva bene il rapporto di forza con Arsène: «Non è una sfida fra di noi, non ci sarebbe partita. In confronto a lui io sono della categoria Pulcini. Ho enorme rispetto, lo saluterò, poi mi metterò nel mio angolino». Il conteggio europeo d’altra parte parla chiaro: 244 panchine a 3. Con una certa idea che a Rino frulla per la testa e accarezza con desiderio e rispetto: «Io come Wenger sulla panchina del Milan? Mi piacerebbe molto fare qualcosa di lunga durata. Ma mica ci arrivo a 22 anni filati come lui... – ride il tecnico – Io so lavorare solo in un modo, che mi fa arrivare a fine giornata cotto perché in quell’ora e mezza di allenament­o mi stanco più io dei giocatori. Quindi, o mi do una calmata, oppure sono destinato a durare pochi anni». Ovviamente, dipenderà dal club: «I contratti li firma Fassone e le scelte le fa Mirabelli. Io devo solo vincere il più possibile».

OTTO GIORNI Gattuso highlander sulla panca rossonera è un’immagine suggestiva, ma questa non sarà una partita molto romantica e, dopo aver conquistat­o la finale di Coppa Italia, c’è di nuovo un dentrofuor­i. Al netto della sofferenza provocata dal lutto di Astori, è lecito chiedersi come il Milan abbia reagito allo slittament­o del derby. A prima vista, dopo diverse settimane con triplice impegno, otto giorni di stacco dall’ultima partita dovrebbe essere qualcosa di fisicament­e importante. Ma attenzione a quel che risponde Gattuso: «Chiedete ai giocatori se è stato meglio o peggio, credo che in questi giorni mi abbiano odiato... Non aver giocato domenica ci ha permesso di svolgere del lavoro che in teoria era previsto durante la sosta».

QUALITÀ Il piede dunque non si solleva dall’accelerato­re perché il ritmo ormai è questo e sono carichi lavorativi a cui ormai la squadra è abituata. «Non ho ricordi particolar­i delle mie partite europee, ho pensato solo a come non far segnare l’Arsenal. Non dobbiamo subirli, ma costringer­li a correre quando abbiamo palla noi, cosa che a loro non piace. È una squadra in difficoltà, ma restano più forti. A noi partite del genere servono per alzare l’asticella, perché siamo una squadra molto giovane e, a parte Bonucci e Biglia, con poca esperienza europea. Però abbiamo qualità, tanta, e possiamo metterli in difficoltà. Arriviamo a questa partita con grande mentalità e condizione fisica, domani capiremo a che livello siamo».

ALLENATORE MILAN

I CONTRATTI LI FIRMA FASSONE, LE SCELTE LE FA MIRABELLI

IO DEVO SOLO PENSARE A VINCERE IL PIÙ POSSIBILE

RINO GATTUSO

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