DONNE: DAI TRIONFI COREANI ALLA RIFONDAZIONE PARALIMPICA
Lo sport femminile e l’8 marzo
Per gli sportivi la festa della donna ha soprattutto un significato: abbattere le ultime barriere economiche e sociali che ancora dividono il settore femminile da quello maschile. Un gap che sicuramente riguarda il professionismo — a cui calcio, ciclismo, pallavolo e golf sono approdati solo a livello maschile — ma è quasi ribaltato alle Olimpiadi: sia a livello di risultati, con tre ori tutti al femminile, sia a livello politico, con l’onore di portare la bandiera toccato ai Giochi Invernali proprio ad Arianna Fontana e Carolina Kostner. In questo giorno di festa c’è però una piccola macchia: alla Paralimpiade di PyeongChang, che comincia domani con la cerimonia d’apertura, fra i 26 azzurri selezionati non c’è nessuna donna. Una scelta sofferta e anche coraggiosa perché, dopo lo zero assoluto nel medagliere di Sochi, il settore tecnico del Cip (Comitato Italiano Paralimpico) ha deciso di puntare esclusivamente su atleti che non avessero ancora compiuto i 40 anni. Il problema dell’invecchiamento riguarda in particolare le donne che faranno a meno anche della 47enne Francesca Porcellato: la veterana azzurra a distanza di 22 anni aveva vinto due ori a Seul ‘88 nell’atletica e l’ultimo oro invernale azzurro a Vancouver 2010, nella sprint di fondo proprio all’ultima giornata. E’ da quel 21 marzo di 8 anni fa che l’Italia aspetta un nuovo successo ai Giochi Invernali ma dovrà attendere almeno altri 4 anni per vedere ancora una donna in trionfo sulla neve e sul ghiaccio. Questo 8 marzo, alla vigilia dei Giochi di PyeongChang, è dunque il giorno migliore per far partire la rifondazione femminile auspicata dal presidente Pancalli nell’editoriale di saluto.. Noi saremo sicuramente al suo fianco: la parità dello sport per le donne comincia proprio da qui.