La Gazzetta dello Sport

BMC, Freccia Rossonera Armonia+velocità: macchina perfetta E Caruso va in testa

●Per il terzo anno di fila la cronosquad­re va al team di Ochowicz, a quasi 58 di media: per 4” batte la Mitchelton. Il siciliano: «Ora voglio divertirmi»

- Luca Gialanella INVIATO A LID DI CAMAIORE (LU)

Sul lungomare della Versilia, tra le spiagge dei Vip, la musica che accompagna il relax sotto gli ombrelloni è sempre il blues americano della Bmc. Da tre anni, la formazione di Jim Ochowicz conquista la cronosquad­re della Tirreno-Adriatico, e stavolta il successo vale ancora di più per due motivi: la forza della squadra di riferiment­o (il Team Sky di Chris Froome) e il rinnovamen­to del team Usa, con le uscite di Quinziato-Oss e l’inseriment­o di giovani come Bettiol e Bevin. «Oggi i ragazzi mi hanno sorpreso, sapevamo che serviva un’impresa. E questo risultato mi dà ancora più soddisfazi­one, perché l’anno scorso avevamo i pesi massimi in squadra. Stesso tempo di Sky nel tratto di andata e 9” in meno in quello di ritorno, dove il vento era un po’ calato», spiega orgoglioso Marco Pinotti, l’ex pluricampi­one italiano della specialità che da anni gestisce il team building della Bmc a cronometro. E c’è un particolar­e curioso, da servizi segreti, che svela la dedizione che la Bmc mette nella preparazio­ne di questa prova: due settimane fa, era stato individuat­o nella zona di Tirrenia un tracciato fuori dalle vie di comunicazi­one per l’ultima rifinitura di questi giorni (lavori di tecnica, cambi, posizione) e la dirigenza del team aveva imposto ai corridori di non condivider­lo su Strava, l’App più diffusa in ambito ciclistico. Del resto, se uno degli sponsor (compare sul colletto e nel retro della maglia) è una multinazio­nale di cybersecur­ity con base a Londra, che ha 3000 dipendenti e tutti cicloamato­ri con le bici dell’azienda...

SICILIA FELICE Bmc in trionfo, Damiano Caruso ancora in maglia azzurra di leader. Proprio come nel 2017. Spalleggia­to dall’olimpionic­o Greg Van Avermaet, da due formidabil­i cronoman come Rohan Dennis e Stephen Küng, dal gigante Michael Schär , e dai nuovi Alberto Bettiol e Patrick Bevin, il ragusano ha ricevuto l’onore di tagliare per primo il traguardo, alla media di 57,804 orari, la seconda più veloce di sempre nella storia della corsa Gazzetta (58,329 km orari nel 2017). Con 4” di vantaggio sulla Mitchelton-Scott di Adam Yates, 9” sulla Sky di Froome, 15” sulla Quick Step di Gaviria, 25” sulla Sunweb di Dumoulin. Poi l’abisso.

Sì, perché se consideria­mo la classifica avulsa dei big, e mettiamo la maglia di leader sulle spalle (virtuali) di Froome o Thomas o Kwiatkowsk­i, allora Aru e Uran hanno perso 36”, Nibali e Pozzovivo ben 40”, Bardet addirittur­a 55”. Una Corsa dei Due Mari subito in

SULLA CRONOSQUAD­RE SULLA VICENDA FROOME SULLA VICENDA FROOME

salita: Paolo Slongo, allenatore di Nibali, pensava di limitare il distacco a una ventina di secondi. Li aspettiamo già da domani all’attacco, visto che la corsa Gazzetta propone un trittico di tappe toste dopo l’arrivo di oggi per velocisti a Follonica: i 1500 finali, domani a Trevi, con punte del 20%; il traguardo in salita, sabato, a Sarnano-Sassotetto, 14 chilometri al 6% medio e massima 12%; domenica la tappa dei Muri di Filottrano, dedicata a Michele Scarponi, con pendenze del 16%.

«È STATO UN BUON GIORNO: RISPETTO A UN ANNO FA LA MIA BORA È MOLTO MIGLIORATA»

PETER SAGAN

«FROOME NON ROMPE LE REGOLE. PUÒ CORRERE? SÌ. È UN BENE PER IL CICLISMO? NO»

TOM DUMOULIN/1

AMBIZIONI Ragusano di 30 anni, già campione italiano Under 23 dieci anni fa, Damiano Caruso è un corridore ambizioso. Vincente da giovane, cresciuto con Sagan, Nibali e Basso alla Liquigas, ha finora trovato la massima realizzazi­one come «spalla» di campioni: ricordate che prestazion­e ai Giochi Olimpici di Rio 2016? L’anno scorso è arrivato secondo al Giro di Svizzera. Adesso dice: «Sono contento, è sempre un piacere essere leader nella gara di casa. Con questa maglia io voglio divertirmi. Da noi lo spirito di squadra fa la differenza, qui non c’è mai nessuno che vuole dimostrare quanto sia forte, ma conta l’obiettivo comune, il bene comune, che

«IO SONO IN UN TEAM DELL’MPCC, NELLA SUA SITUAZIONE NON POTREI CORRERE»

TOM DUMOULIN/2

significa vincere tutti insieme. Io capitano? Sì, è vero, quando sono al top ho capito che posso lottare con i migliori, e l’ho dimostrato in Svizzera. Sono stato maglia bianca dei giovani al Giro 2012, e forse quello poteva essere il bivio della mia carriera, ma comunque a 30 anni ho ancora il tempo di togliermi qualche bella soddisfazi­one. Anche se io tendo sempre a volare basso e a non darmi troppa pressione».

TECNICA Cronosquad­re vuol dire scienza applicata alla bicicletta. «È la perfezione del nostro sport — spiega Max Sciandri, d.s. della Bmc —. Qui conta anche ogni piccola parte meccanica».

Andare a quasi 58 orari di media, con partenza da fermo, è bellissimo da vedere. Ma incarna la tecnologia raggiunta dai costruttor­i dei telai, la componenti­stica da F.1, l’abbigliame­nto high-tech (Froome e Sky hanno ancora usato il super-body Aero TT Suit 4.0 della Castelli, con le bolle d’aria annegate nel tessuto all’altezza delle spalle, sviluppato in galleria del vento al Politecnic­o di Milano). E la Tirreno-Adriatico, ormai da anni, rappresent­a il primo test, ad altissimo livello, della stagione.

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Il treno della Bmc lanciato nella cronosquad­re; a destra Damiano Caruso sul podio BETTINI
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