La Gazzetta dello Sport

Anche Froome in carrozza «Ho già un bel vantaggio»

●Sky chiude terza a 9”, Chris è il migliore dei big. «Ho cambiato la posizione in sella. Voglio essere protagonis­ta in salita e sui Muri»

- Claudio Ghisalbert­i INVIATO A LIDO DI CAMAIORE

«I RIVALI? BARDET ALLE STRADE BIANCHE MI HA IMPRESSION­ATO»

Ha appena finito di grandinare, in Versilia, quando Chris Froome telefona al suo amico, più che sponsor, Fausto Pinarello. Inizia così, alle 8 del mattino, la prima giornata di gara del britannico alla Tirreno-Adriatico. Una giornata che non si conclude con il desiderato successo nelle cronosquad­re, ma che gli regala molto buonumore. Nel dopocorsa, Chris sui rulli elargisce ampi sorrisi ai tifosi attorno al bus. Sì: gli inglesi, almeno qui, hanno cambiato atteggiame­nto. Basta schiena girata verso il pubblico, basta teli neri di separazion­e dai tifosi. Ora Sky ci mette la faccia. Il dopocorsa è anche l’occasione per sistemare alcuni importanti dettagli. Particolar­i che chiariscon­o quanto Froome sia convinto di correre — per vincere — il prossimo Giro d’Italia. A metà del defaticame­nto, infatti, Chris indossa un giubbino nero mai visto. «Stiamo mettendo a punto le misure — spiega Chris —. Al Giro non è come al Tour a luglio, piove spesso (il britannico considera pioggia e freddo i suoi più grandi rivali, ndr) e questo capo può rivelarsi fondamenta­le».

Vedendola pedalare sui rulli sembra che abbia cambiato posizione. È così?

«Sono un filino più alto rispetto al solito. Ho spostato la sella in gennaio ma veramente di poco. È stata una buona cronosquad­re anche se non abbastanza per vincere. Siamo messi bene in classifica. Il tempo guadagnato sugli avversari è un buon vantaggio. Siamo una squadra molto forte con differenti opzioni».

Se c’è Froome… non si discute su chi è il capitano.

«Ma no, Thomas è in grande condizione. E ci sono pure “Kwiato” e Moscon».

Kwiatowski però ha già gli occhi sulla Milano-Sanremo. È credibile che qui si batta per la maglia di leader della generale?

«Forse. Però è molto forte. Vedrete che se gli capiterà l’occasione non se la lascerà sfuggire. Lo stesso per Moscon. Anche se qui s’è staccato (dai compagni ha perso 57”, ndr) se entrasse in una buona fuga...».

Lei, dopo il periodo di ritiro in altura, a che punto si sente?

«La condizione è quella che volevo avere adesso. C’è ancora qualcosa da fare in funzione Giro, ma tutto procede bene».

32 ANNI, TEAM SKY

Sabato la vedremo protagonis­ta sul traguardo in salita di Sasso Tetto?

«Yeah. Ma anche la tappa dei Muri mi piace».

Chi è l’avversario più temibile in questa corsa?

«Bardet alle Strade Bianche mi ha impression­ato. Ma ci sono tanti avversari, Dumoulin per esempio. Fabio (Aru, ndr) è in grande condizione. Vincenzo (Nibali, ndr) non va male».

A proposito di Dumoulin: è vero che martedì in ascensore l’olandese si è rifiutato di stringerle la mano?

«Ha detto che era influenzat­o. Non l’ha stretta a nessuno». Sorride.

Domenica quella tappa che a lei piace tanto arriva a casa di Scarponi. Che ricordo ha di Michele?

Chris cambia, diventa serio. Il corridore che molti tifosi consideran­o solo una macchina da guerra scompare. «Ho molti ricordi di Michele, soprattutt­o la grande passione che aveva per il nostro sport. Il carisma. la profession­alità. Sarà una giornata dura, carica di emozioni. È stata una tragedia immane. Nella vita tutto può cambiare in un attimo».

CHRIS FROOME

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LAPRESSE Chris Froome, 32 anni, a destra, ha la lingua fuori per lo sforzo nella cronosquad­re
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