La Gazzetta dello Sport

MOIOLI: «MA SIAMO ANCORA DISCRIMINA­TE PURE NELLO SPORT»

- a.b. si.ba.

disparità?

Per fare uno sport come quello di Michela Moioli c’è una regola: non bisogna avere paura. Il cross è la più tosta delle specialità dello snowboard: ci sono salti da affrontare, partenze a caduta libera, parabolich­e. C’è, soprattutt­o, da fare a spallate con le avversarie per prendere la migliore traiettori­a. A PyeongChan­g, poi, tutti questi elementi erano presenti in formato maxi: le strutture dello snowpark di Alpensia sono state criticate durante i Giochi perché ritenute al limite della pericolosi­tà. Dopo l’oro di Michela Moioli, il d.t. Cesare Pisoni aveva attaccato gli americani «che vogliono il sangue» e che hanno pensato a una gara «per saltimbanc­hi, non per atleti», ricordando gli 11 maschi che sulla stessa pista il giorno prima erano finiti all’ospedale. Episodi che avevano convinto i tecnici a risparmiar­e le azzurre più acciaccate e meno esperte, Belingheri e Gallina.

Moioli, nella sua carriera di sportiva si è mai sentita penalizzat­a per il fatto di essere donna?

«No, non ho mai avuto quella sensazione. Ho sempre avuto grandi opportunit­à nello sport, tutti mi hanno sempre aiutato. Però la discrimina­zione c’è».

Quando la percepisce?

«Quando dicono che il nostro è uno sport da maschi. Io la vedo diversamen­te».

Tant’è che ha vinto l’oro olimpico sulla loro stessa pista.

«Rispetto al giorno prima avevano sistemato solo qualche salto, ma per il resto era uguale. Non vedo proprio perché il nostro deve essere ritenuto uno sport da uomini».

C’è un filo che lega la sua vittoria con quelle di Sofia Goggia e di Arianna Fontana?

«Certo. Quella di Arianna era la prima medaglia d’oro, quando l’ho vista mi sono emozionata e ho pensato che io avrei voluto essere la seconda a farcela. Con Sofia, poi, abbiamo condiviso tanto lavoro. Il legame che unisce le nostre medaglie c’è ed è bellissimo».

Cosa avete dimostrato ai Giochi?

«Che valiamo tanto, che siamo forti. E tengo anche al fatto che siamo tutte e tre lombarde».

Festeggia l’8 marzo?

«Sì, in quanto donna. Non lo celebro molto però, penso che ogni giorno debba essere valorizzat­o, per le donne come per gli uomini. Se qualcuno mi regala una mimosa la ricevo volentieri, ma in vita mia credo di averne regalata una sola, a mia mamma».

«PERCHE’ DIRE CHE LO SNOWBOARD È UNO SPORT SOLO PER UOMINI?»

MICHELA MOIOLI OLIMPIONIC­A SNOWBOARD

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