Ecco la Nba del futuro
Il progetto Silver Playoff senza divisione Est-Ovest Via libera ai liceali ● Alla postseason andrebbero le migliori 16, così diventerebbe possibile una finale Warriors-Rockets
Il segreto di David Stern è stato quello di saper guardare sempre avanti, mai adagiarsi sugli allori, una volta trasformata la Nba da una lega minore al colosso attuale. Il suo successore, Adam Silver, è persino più progressista. Ha capito che deve sfruttare al massimo il picco di popolarità raggiunto grazie anche ai millenials, popolo dell’immediato e dalla scarsa pazienza, lo stesso che sta costringendo il baseball a salti mortali per non perderlo, annoiato dai tempi biblici di una partita a scacchi sul diamante. Non raggiungerà mai la National Football League, lo sport nazionale per eccellenza, ma può cercare di er odere alla su a eno rme base grazie ai timori delle mamme che allontanano i figli dal «gridiron» per timore dei danni cerebrali che provoca a chi lo pratica. Ecco allora che in cantiere ci sono novità che nel giro di un paio di stagioni, potrebbero sconvolgere la Nba.
ONE AND DONE La prima è quella più attuale, legata agli scandali che stanno travolgendo il basket collegiale, già in calo di popolarità per la qualità sempre più mediocre del prodotto, che inevitabilmente paga lo scotto dei «one and done», ovvero i giocatori che usano l’università come passaggio obbligato verso i pro’ solo per una stagione, visto che il regolamento attuale prevede che per dichiararsi eleggibile per il draft debba essere passato almeno un anno dal conseguimento del diploma liceale. Il che non vuol dire per forza giocare al college, anche se sono stati pochissimi quelli che hanno scelto l’Europa o la Cina come pit stop verso la Nba. L’idea del commissioner è quella di tornare all’eleggibilità immediata post high school, ma con un sistema di supporto che permetta a chi magari non è pronto per fare il grande salto, di giocare nella lega di sviluppo (l’ex D League, ora G League per onorare la sponsorizzazione della Gatorade e confondere le idee al tifoso occasionale..). Scartata l’idea delle «cantere» stile calcio europeo, Silver vorrebbe creare dei camp, dei tornei estivi ed altri punti di contatto coi diplomati, affiancandogli degli esperti che potrebbero instradarli nei metodi di allenamento, recupero, nutrizione e «life skills», ovvero come affrontare la vita da adulti che li aspetta nella Nba. In questo modo i fenomeni alla LeBron potrebbero passare direttamente alla Nba, quelli non ancora pronti, farsi le ossa nella G League, alzando il tetto salariale che ora prevede un massimo di 26.000 dollari per giocatore, guadagnando così quei soldi che gli permetterebbero di uscire dalla povertà dove molti di loro navigano, senza essere costretti a prender soldi sottobanco da loschi intermediari legati a diverse squadre collegiali, come quelli al centro dell’attuale scandalo. Per mettere in atto questi cambiamenti, servirebbe un nuovo contratto collettivo. L’attuale scadrà nel 2024, ma è probabile che un’intesa per delle integrazioni a quello in essere possa essere raggiunta.
LE 16 MIGLIORI L’altro grande terremoto in vista è quello dei playoff con le migliori 16 squadre qualificate, senza distinzione di conference. Ci sarebbero notevoli ostacoli da superare, su tutti quello del calendario, che andrebbe pesantemente rivisto per poter avere un miglior bilanciamento rispetto all’attuale, in termini di valore degli avversari. Sparendo la divisione top 8 Est e top 8 Ovest, sarebbe il primo, fondamentale passo. Altra idea per rendere fattibile il cambiamento, sarebbe quella di tornare a un primo turno al meglio delle 5, per minimizzare gli spostamenti da una costa all’altra. Se la stagione finisse oggi, con il nuovo metodo, gli accoppiamenti playoff sarebbero i seguenti: Houston-Milwaukee, Golden State-Clippers, Toronto-Denver, Boston-Philadelphia, Portland-Oklahoma City, Cleveland-Washington, New Orleans-Minnesota, e IndianaSan Antonio (quindi 9 dell’Ovest e 7 dell’Est). Si potrebbe così arrivare a quella che tutti considerano la vera finale 2018, Warriors-Rockets, che invece quest’anno sarà al massimo quella Ovest.
TA N K I N G C’è poi il caso tanking, perdere apposta per avere più chance di pescare una scelta alta al draft nella lotteria. Dal 2019 le ultime 4 avranno lo stesso numero di palline da estrarre, ma cambierà poco. Quest’anno il tanking ha raggiunto livelli mai visti. Ci sono almeno 9 squadre che fanno di tutto per non schierare un quintetto che gli dia chance di successo. Un’idea potrebbe essere quella di qualificare ai playoff le prime 14 e fare un torneo ad eliminazione diretta tra le 16 escluse, con gare secche in casa delle migliori classificate e poi Final Four in sede neutra. Le prime due andrebbero ai playoff, le altre in lotteria. Con identiche chance di pescare per prime. Questa ipotesi è la più rivoluzionaria e probabilmente quella con meno chance di passare perché prevederebbe anche una riduzione di almeno 10 gare di stagione
LA CHIAVE
Lo scandalo Ncaa sta spingendo il commissioner a un ritorno al passato
Ma con la chance di un pit stop nella lega di sviluppo e un sistema di supporto
regolare. Ma non è da escludere a priori. In questi giorni assistiamo a partite inguardabili. C’è chi, come Chicago, è addirittura in costante contatto con la lega riguardo il mancato utilizzo di Robin Lopez e Justin Holiday, lasciati troppo spesso a riposo a favore di due giocatori modesti come Cristiano Felicio e David Nwaba. Il 29-55 del primo tempo casalingo contro Boston di lunedì ne è l’esempio più lampante. Insomma, la Nba di oggi non sarà quella di domani. Evolvere per sopravvivere. E’ la storia del mondo. Basta saper adattarsi. E il commissioner Silver in questo è il numero uno.