La Gazzetta dello Sport

MALDINI: «GATTUSO MERITA LA CONFERMA»

●«Inter favorita, ma i rossoneri devono provarci. Con Gattuso cambiate radicalmen­te le cose»

- Luca Pessina SU RINO GATTUSO ALLENATORE MILAN

MILANO

«Il Milan deve credere al quarto posto». L’ex capitano dei rossoneri Paolo Maldini, ospite all’hotel Melià di Milano per la conferenza di presentazi­one della partnershi­p con il marchio di scommesse William Hill, lancia la squadra di Gattuso nella rincorsa all’ultimo slot valido per la prossima Champions: «Vincendo con l’Inter sarebbe andato a quattro punti dai nerazzurri. Ci sono anche Roma e Lazio da tenere in consideraz­ione, ma devono provarci, anche se il difficile inizio di stagione ha complicato tutto». Maldini però vede i rossoneri ancora sfavoriti rispetto all’Inter per un posto nella competizio­ne europea più prestigios­a: «Sono avanti di sette punti, anche se stanno facendo fatica a vincere e non si stanno esprimendo al massimo restano favoriti. Poi non ci prendo mai nelle scommesse – ride –, quindi il Milan può avere grandi chance».

ARSENAL La banda Gattuso ha avuto una brusca battuta d’arresto in Europa League con l’Arsenal, dopo aver macinato vittorie tra campionato e Coppa Italia. Per Maldini si tratta di una sconfitta che potrebbe condiziona­re il Milan nei prossimi impegni: «Perdere a San Siro giovedì non ci voleva. Mina le certezze che il gruppo stava trovando. Se rincorri non puoi mai sbagliare ed è una difficoltà in più. In Europa, poi, incontri giocatori di caratura diversa, l’arbitro non fischia mai ed è tutto più difficile».

CONFERMA RINGHIO Per l’ex compagno Gattuso, ora alla guida del Milan, arrivano solo elogi. A partire dalla conferma, che Rino si sta meritando sul campo: «Quando giocava era come un capitano. Una squadra vincente, com’era la nostra, è fatta di tanti giocatori di personalit­à. Lui la sa trasmetter­e in campo e fuori. Credo che la conferma se la stia meritando, da quando è arrivato le cose sono cambiate radicalmen­te». Gattuso è rimasto nel cuore anche di Daniel, il secondo figlio di Paolo: «Lo ha aggregato alla Primavera per il ritiro e si è trovato molto bene. È una storia simile alla mia con Capello quando ho iniziato. Se trovi un allenatore con quella esperienza inizi a vedere il calcio in modo diverso».

CAPITANO Paolo Maldini rappresent­a l’icona In alto Paolo Maldini, 49 anni, un’intera carriera al Milan. Sotto, Rino Gattuso, 40 anni, tecnico della prima squadra da fine novembre ANSA/GETTY del capitano per eccellenza del Milan e non manca un paragone con la scelta della società di affidare la fascia al neo acquisto Bonucci questa stagione: «In Nazionale dipende tutto dalle presenze. Nel Milan, invece, dal gruppo. Io avevo davanti a me un grande come Baresi, che mi ha insegnato tanto. Poi ho assunto il compito di essere importante per guidare i compagni. La storia di Bonucci è un’altra cosa, sono epoche diverse con giocatori diversi. Dopo un cambio in società la scelta è più complicata».

NAZIONALE Nelle ultime settimane è impazzato il toto allenatore per la Nazionale: «I nomi che si fanno sono tutti di valore. C’è pure la soluzione Di Biagio che può essere interessan­te e quella giusta. Un mio ruolo? Sono disposto a parlare. Sono persone che stimo quelle che hanno in mano la situazione». Maldini torna sulla delusione Mondiale: «Sarà dura non vedere l’Italia. Provo tristezza, la stessa che ho avuto a San Siro mentre guardavo la partita con mio figlio. La colpa non è solo di Ventura, è la conseguenz­a di tanti errori negli ultimi anni. La favorita? Le solite, mi piace l’Inghilterr­a». Chiusura sulle difficoltà del calcio italiano: «Non è quello degli anni 90 in cui si dominava. C’è sempre grande preparazio­ne tattica, che ci invidiano in Europa. La Juve è un caso a parte, si vede dal fatturato, è al livello delle grandi. Le altre non fanno gli investimen­ti importanti di anni fa, la tattica non basta. Spero che ci possa essere un’inversione di tendenza. Ora è un periodo difficile e sono i momenti negativi che danno la possibilit­à di cambiament­o».

BUFFON Maldini ha detto addio al calcio giocato a quarant’anni, ma non ha consigli per Buffon, che potrebbe smettere a giugno: «Solo lui sa come sta fisicament­e. Io dopo i 37 facevo contratti anno per anno e mi presentavo in sede a maggio. L’ultimo l’ho firmato in stampelle sapendo di stare fuori 5 mesi». Sul campionato chiude: «Con l’Inter non è cambiata la rivalità. C’è sempre stata, così come il rispetto, in campo e tra le tifoserie. La Juve non ha già vinto lo scudetto. Con il Napoli si deciderà tutto all’ultima gara. Almeno, lo spero».

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