ROSSE, GUAI A ILLUDERSI
Formula 1, bilancio dopo i test
Aprendere per buoni i risultati di questa sessione di collaudi invernali, per la Ferrari ci sarebbe da sorridere in vista del Mondiale...
Aprendere per buoni i risultati di questa seconda e ultima sessione di collaudi invernali, per la Ferrari ci sarebbe da sorridere in vista del Mondiale che scatterà il 25 in Australia: Sebastian Vettel primo col nuovo record ufficioso della pista; Kimi Raikkonen a 39 millesimi. Per trovare il nome di Lewis Hamilton, nella classifica complessiva dei 4 giorni, bisogna scorrere in basso sino all’ottava casella (1’19”4, firmato con le ultrasoft mercoledì). Una rossa in palla e una Mercedes costretta a inseguire era il sogno di tutti i tifosi ferraristi il 22 febbraio, quando le due monoposto sono state presentate. La realtà è diversa, come ha riconosciuto lo stesso Vettel, mettendo in guardia dai facili entusiasmi e dalle conclusioni sbagliate. Vero, la Ferrari è stata costante (l’unico vero inconveniente l’indisposizione di Raikkonen che ha costretto a cambiare un po’ i piani) e veloce, ma abbastanza per essere davanti anche in Australia? Un interrogativo alimentato da ciò che i campioni del mondo hanno lasciato intuire nel loro programma di lavoro che, assai differente dal resto della truppa, non ha lasciato (volutamente?) riferimenti. Esempio: Vettel e Raikkonen hanno ottenuto i migliori tempi con le Pirelli hypersoft, all’esordio quest’anno, una mescola che la Mercedes non ha selezionato per i test invernali, anche perché non sarà a disposizione nel GP di Spagna. Lewis e Bottas hanno invece usato come base di lavoro le gomme di mescola media, percorrendo simulazioni di gara a ritmi impressionanti. Questo è stato sufficiente per spostare i favori del pronostico ancora dalla parte dei campioni uscenti. Di sicuro, la fotografia di questi test invernali è molto diversa da quella dell’anno scorso, quando la Mercedes si era un po’ fatta cogliere di sorpresa sia dalle nuove gomme sia dalle novità regolamentari, scoprendosi non più padrona di un Mondiale che aveva dominato nei tre anni precedenti. Questa nuova vettura sembra aver cancellato i difetti della monoposto 2017 e Hamilton in questo momento si sente il più naturale successore di se stesso. Anche la Red Bull, pur pagando qualcosa a livello di motore Renault, è «nata bene» (Newey difficilmente sbaglia due macchine a fila) e ciò lascia immaginare che, contrariamente a un anno fa, sarà competitiva sin dall’inizio. Fosse così ci attenderebbe una stagione incerta quanto entusiasmante.