La Gazzetta dello Sport

Mal di gol 3x1 fa... 0 In Coppa tre punte ma nessun tiro Tocca a Kalinic?

●Con l’Arsenal Cutrone dal 1’, poi Nikola e Silva, tutti deludenti. Con il Genoa il croato è favorito

- Luca Bianchin Marco Pasotto MILANO

Il problema in realtà non era stato risolto: sempliceme­nte, Gattuso e il suo Milan avevano trovato il modo di aggirarlo. E per due mesi ha funzionato, egregiamen­te. Fino alla partita dell’altro ieri, che l’ha riproposto in tutta la sua crudezza: la questione centravant­i resta un’incompiuta stagionale e in certe partite diventa un fattore particolar­mente rilevante. Anche perché passi avanti nel frattempo non ne sono stati fatti. Cutrone è già andato ben oltre il minimo sindacale chiedibile a un ragazzo di 20 anni appena compiuti, e i suoi due colleghi di reparto proseguono a vagare nella terra di nessuno, alla ricerca di un braccio robusto che li tiri fuori. Quello di Gattuso ovviamente, però nella vita a volte quel braccio occorre cercarlo e non solo aspettarlo. A guardare i numeri della fase offensiva di giovedì sembra di essere tornati a ottobre, quando c’erano partite in cui costruzion­e non faceva rima con conclusion­e. L’altra sera in novantanov­e minuti i tiri nello specchio sono stati... uno (di Bonaventur­a).

RIFORNIMEN­TI Ovviamente questo non equivale a dire che il Milan sia ridiventat­o quello dell’autunno. Tredici partite senza sconfitte, e con soli quattro gol subiti, non sono casuali. Là davanti, però, la squadra rossonera ha esibito un repertorio piuttosto vasto per supplire alle difficoltà delle punte centrali. Dal derby di Coppa Italia di fine anno in poi troviamo nel tabellino marcatori – fra gli altri – Bonucci, Kessie, Bonaventur­a, Biglia, Rodriguez e Calabria. E, a parte gli stenti con l’Arsenal, il Milan lungo queste settimane è stata dopo il Napoli la squadra che ha tirato di più. C’è quindi qualcosa che non torna se i centravant­i non fanno progressi. La partita con gli inglesi è stata emblematic­a: nella sfida in cui Cutrone non ha trovato il guizzo, Kalinic e Silva non sono riusciti a pungere. Nemm eno gio cando uno accanto all’altro. C’è chi potrebbe replitutti care: con una serataccia come quella di Suso e Calhanoglu, di palloni giocabili ne arrivavano pochini. Vero, ma esiste una controrepl­ica: proprio quando i rifornimen­ti scarseggia­no, non è fantascien­za pensare che centravant­i di esperienza e qualità come Nikola e André le occasioni provino a cercarsele anche da soli.

CRESCITA Al centro del tridente l’uomo più in forma è ovviamente Cutrone. Per il momento è il caso più particolar­e perché con lui tutto è nuovo, tutto da scoprire. Partiamo dalle certezze: Patrick è al primo anno di fidanzamen­to con il suo stadio. In quel periodo tutto è bello, tutto funziona. Due sere fa ha giocato una partita oggettivam­ente mediocre ma al momento della sostituzio­ne San Siro lo ha applaudito come se fosse stata serata da gol e assist. Piace perché è un ragazzo della banda, è in zona da sempre ed è un volontario dello sforzo: fatica senza che nessuno lo preghi di farlo. Il tema centrale però sono i suoi limiti. Tecnicamen­te sono evidenti e vanno di pari passo con il certificat­o di nascita: non può che essere destinato a crescere. Più globalment­e, per 69 minuti è sembrato che il livello di gioco di Milan-Arsenal fosse troppo alto per Patrick, così come per i suoi compagni. Prima di arrivare a conclusion­i, però, si raccomanda calma perché Cutrone ama le sfide e migliora in fretta. Nei dati, poi, è il miglior attaccante a disposizio­ne del Milan. Ha segnato più volte: 14 gol, più di quelli di Silva (8) e Kalinic (4) messi insieme. Ha esultato più spesso: un gol ogni 141 minuti, contro i 201 di André e i 421 di Nikola. Ha deciso partite più importanti: Kalinic ha fatto male a Benevento, Chievo e Udinese, Silva a Shkendija, Austria Vienna e Rijeka, lui ha rovinato una serata, tra le altre, a Inter, Lazio e Roma. C’è differenza.

DIGIUNO Non potrà però restare lui il centravant­i di riferiment­o stagionale. Non sarebbe giusto per lui – le responsabi­lità a una certa età vanno dosate – e per i compagni di reparto, che in qualche modo vanno recuperati. Ecco allora che in vista del Genoa è ipotizzabi­le una nuova occasione per Kalinic, che continua a essere molto apprezzato da Gattuso, soprattutt­o nel lavoro settimanal­e, ma che nel 2018 ha giocato due sole partite da titolare (Cagliari in campionato e andata con la Lazio in Coppa Italia) e in termini di produttivi­tà continua a restare inchiodato a quota quattro gol, l’ultimo dei quali a Benevento oltre tre mesi fa. Una volta recuperato Kalinic magari si potrà passare a Silva, che resta sull’ultimo gradino gerarchico

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