La Gazzetta dello Sport

Il Verona al bivio Battere il Chievo o scivolare più giù

● Derby ad alto valore di salvezza. Messaggio ai tifosi dell’Hellas: «Allo stadio con una bandiera»

- Matteo Fontana VERONA

Tutto è cambiato, un girone dopo. Quando il Chievo, nel derby d’andata, sconfisse il Verona alla fine di una partita fatta di sorpassi e controsorp­assi, chiusa sul 3-2 da una zampatina d’astuzia di Sergio Pellissier, a sfidarsi erano state due squadre dal tragitto opposto. L’Hellas aveva già iniziato a battagliar­e nella zona calda della classifica. Il Chievo navigava in mari così tranquilli da far pensare ai più ottimisti dei suoi tifosi che potesse persino cullare sogni europei. Era il 22 ottobre. Quattro mesi e mezzo dopo, la sceneggiat­ura racconta di grandi turbolenze.

DENTRO O FUORI Il Verona deve vincere per almeno tre ragioni. La prima è sospesa tra il romantico e il sentimenta­le: il derby è il derby, ed è una questione di appartenen­za. La seconda: ha bisogno di punti per rimanere agganciato al treno della salvezza. La terza: sconfiggen­do il Chievo lo attirerebb­e verso il basso. In questo modo l’area a rischio si amplierebb­e. Secondo logica, quindi, anche le chance dell’Hellas di rimanere in A salirebber­o. C’è un quarto motivo per cui il Verona non può sbagliare: se perdessero, i gialloblù ripiombere­bbero nel burrone. L’effetto di una caduta nella stracittad­ina sarebbe duro da assorbire per un ambiente che ha appena recuperato una punta di entusiasmo in più, grazie al 2-1 con cui l’Hellas ha superato il Torino, in coincidenz­a con un turno che, laggiù, è stato pieno di fuochi d’artificio. Il quart’ultimo posto è meno lontano, al netto del rinvio della partita con il Benevento, e il Verona sente che è il momento giusto per sterzare. Con il Chievo il clima è da «dentro o fuori», anche se poi rimarranno comunque undici giornate da giocare.

SPINTA Il derby è, inoltre, l’occasione per sentire con più forza la spinta della tifoseria, che in questi mesi ha fischiato Pecchia (insieme al presidente Setti e al d.s. Fusco), esponendo striscioni e intonando cori di dileggio. Da un lato un feeling che non è mai nato, dall’altra i risultati negativi, l’equazione ha portato a un Bentegodi che ha

schiumato rabbia. Con il Chievo, però, l’Hellas potrà contare su un fattore-campo marcato. La Curva Sud ha diffuso un messaggio invitando tutti i tifosi a presentars­i allo stadio con una bandiera del Verona: «In alto i nostri simboli e i nostri colori!», l’urlo lanciato dal settore più caldo del pubblico gialloblù. Che poi non basti per vincere è un altro discorso, ma intanto l’Hellas avrà al fianco il ruggito della sua gente.

LE ALTRE Se riuscisse a piegare il Chievo, la squadra di Pecchia potrebbe attendere con maggior fiducia l’esito delle partite delle altre concorrent­i per la salvezza, in programma domani. Da Sassuolo-Spal a CrotoneSam­pdoria, fino a Cagliari-Lazio e a Fiorentina-Benevento: l’Hellas, prendendos­i i tre punti nel derby, potrebbe scatenare uno scenario imprevedib­ile. In caso contrario, tornerebbe a proporsi il ricorrente concetto di ultima spiaggia.

>In caso di vittoria la squadra di Pecchia allarghere­bbe la zona a rischio

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LAPRESSE ● Pellissier dopo il decisivo gol dell’andata: 3-2 per il Chievo Fabio Pecchia, 44 anni, al Verona dal 2016 ● Rolando Maran, 54, al Chievo dal 2014 1 3 ●2
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