La Gazzetta dello Sport

Derby al Verona E sono 3 punti pesantissi­mi

●A Pecchia basta un tiro per vendicare il k.o. dell’andata e riaprire il discorso salvezza: il Verona sale a 22 punti, i cugini restano a 25

- Nicola Cecere INVIATO A VERONA

Decide Caracciolo: l’Hellas riapre la corsa salvezza e mette nei guai i cugini. Maran rischia

Hellas, la vittoria del cuore e della speranza. Basta un blitz di Caracciolo in apertura di ripresa per esaltare il tentativo di rimonta (terzo successo nel ritorno) e precipitar­e il Chievo nella più cupa preoccupaz­ione (5 punti in 13 gare da dicembre). Sì, questo Verona a corto di punte riesce a fare solo un tiro (serio) verso la rete difesa da Sorrentino, ma vale tre punti e «ammazza» gli avversari come nel basket quando fai canestro sul filo della sirena. Mai il Verona era riuscito a infilare due vittorie di seguito (col Toro la precedente), e adesso è terzultimo, in attesa del Crotone. Gli altri numeri che affliggono il Chievo sono dei record ovviamente negativi: settima sconfitta di fila in campo esterno e altro gol al passivo: è da 11 gare che Sorrentino deve inchinarsi ed è la striscia aperta più lunga in A.

IMPETO Sotto l’impetuosa spinta della propria curva gli uomini di Pecchia giocano una prima parte all’insegna del coraggio. Le assenze (pesanti) di Romulo, Cerci, Valoti e Kean, che non è nemmeno in panchina, nei 20’ iniziali vengono sopperite dal dinamismo dell’esordiente Felicioli (primo utilizzo dall’avvio, scuola Milan) e del solito Verde, che gioca a destra. Proprio questa costante presenza in attacco fa sì che il modulo scelto dal tecnico di casa sia nella pratica un ardito 4-2-4. PALLE GOL Esaurita la forza dell’entusiasmo, l’Hellas comincia però a incontrare difficoltà quando si tratta di penetrare centralmen­te e di fatto non si rende mai pericoloso al contrario dei cugini che, sornioni, si presentano per due volte in area con un giocatore in grado di far male. La prima occasione nasce dal corner di Birsa (29’), il pallone plana con la giusta traiettori­a sulla testa dell’incursore Bani che gira prontament­e verso Nicolas fallendo la mira. Era certamente una conclusion­e a rete nelle sue intenzioni, stava per trasformar­si in assist per Meggiorini, che giunge in lieve ritardo sul palo lungo. L’altra palla gol (40’) è meno casuale perché Meggiorini manda di proposito in verticale trovando Castro in ottima posizione. L’esterno vince il duello di forza con Caracciolo e calcia di esterno destro verso la rete, ma Nicolas con puntuale uscita a valanga intercetta di corpo.

COLPI MANCINI Al rientro in campo Maran propone una variante tattica inserendo a sinistra Giaccherin­i alle spalle di Inglese in modo che Birsa possa allargarsi sulla destra. È un 4-3-2-1. Al primo tiro in porta il Verona imprime la svolta. Daniele Verde esegue maluccio un corner ma il pallone gli ritorna sul piede preferito, il mancino, e stavolta la rasoiata è perfetta per Antonio Caracciolo, inseritosi a sorpresa sul limite dell’area piccola. Il difensore impatta di prima intenzione, sempre col mancino, di interno, riuscendo a cavarne una traiettori­a a giro che s’infila sl palo opposto, quasi all’incrocio. Conclusion­e degna del bomber Andrea Caracciolo, suo ex compagno a Brescia: non c’è scampo per Sorrentino.

BATTAGLIA CHIEVO Il Chievo reagisce con furia ma anche con poca lucidità. E intanto i due tecnici cambiano volto alle squadre. Maran (a caldo girano voci che non sia più così saldo, il d.s. Romairone smentisce ma già si parla di Lorenzo D’Anna, allenatore della Primavera) manda dentro Pellissier per Hetemaj, arretra Giaccherin­i e torna al sistema di partenza. Pecchia si copre con un pratico e sbrigativo 4-5-1, portando Zuculini come forza fresca nel mezzo e mettendo Matos sulla fascia destra al posto di Verde. Il derby si fa ruvido, in rapida succession­e sei del Chievo meritano il giallo per scorrettez­ze (con i quattro dell’Hellas di cui uno, Boldor, pizzicato in panchina, si raggiunge il record stagionale di ammoniti in una partita). Gl uomini di Maran spingono gli avversari nella loro metà campo e poi nella loro area. Ma quando un errore in uscita di Calvano permette a Castro una conclusion­e da posizione invitante sui sedici metri il tiro che ne scaturisce è inoffensiv­o. È l’ultima chance di una gara avara di occasioni ma ricca di pathos. Esplode la curva Sud, adesso ribollente di fede: la corsa salvezza non appare più un’impresa impossibil­e. E da ieri coinvolge ufficialme­nte questo Chievo che ha smarrito tutte le certezze del girone di andata. Mentre un furibondo Campedelli riflette sul da farsi.

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LAPRESSE ● 1 L’esultanza di Antonio Caracciolo, match winner del derby ● 2 Chievo e Verona sono entrati in campo con la maglia 13 dedicata a Davide Astori ● 3 Castro e Fares a contrasto ● 4 La girata vincente di Caracciolo
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