La Gazzetta dello Sport

Donadoni: dubbi e una certezza «La Dea per me è un modello»

●L’allenatore del Bologna prova il tridente, ma potrebbe pure giocare col 3-5-1-1

- Luca Aquino BOLOGNA

L’Atalanta è spesso stata un punto di partenza nella carriera di Roberto Donadoni. Con i nerazzurri è cresciuto da calciatore, prima di spiccare il volo verso i successi milanisti, e contro di loro ha iniziato la sua esperienza sulla panchina del Bologna. Era l’1 novembre del 2015, i rossoblù neopromoss­i in A avevano conquistat­o 6 punti nelle prime 10 partite e Delio Rossi era appena stato esonerato. Fu un debutto con i fiocchi per Donadoni, un 3-0 che fu il trampolino verso una salvezza tranquilla e all’interno del quale anche Mattia Destro trovò la sua prima rete in maglia Bologna. Da quel momento, però, le gioie contro la Dea si sono azzerate: quattro faccia a faccia e quattro sconfitte per il tecnico rossoblù, che oggi cercherà di interrompe­re la serie nera anche se privo di alcune pedine chiave. Palacio, dopo 20 giorni di stop per un problema muscolare, è recuperato solo per la panchina («Dalla prossima settimana sarà al 100%», sottolinea Donadoni), Poli è ai box e Gonzalez squalifica­to.

MODELLO ATALANTA Il tecnico dovrebbe tornare al 43-3 con Verdi e Di Francesco ai lati di Destro in attacco, ma ha ancora il dubbio se mantenere il 3-5-1-1 delle ultime due partite e schierarsi a specchio con Gasperini. La parabola della squadra bergamasca è un esempio per tutte le aspiranti sorprese del campionato. «L’Atalanta ha acquisito una mentalità di un certo tipo e questo le ha consentito di fare un passo notevole in avanti», sottolinea Donadoni. «È un obiettivo che dobbiamo cercare di raggiunger­e anche noi. Non solo come risultati, ma sul piano della convinzion­e. La loro è però stata una crescita graduale, non immediata. Ci vuole tempo per costruire». Il suo Bologna vuole dare un significat­o a questa parte finale di stagione e dimenticar­e la sconfitta nel derby con la Spal, col clamoroso errore di Destro allo scadere. «Sono situazioni nelle quali un giocatore si rende conto subito di non aver trasformat­o una grande occasione, però finisce lì». Davanti al presidente Joey Saputo, una bella partita contro l’Atalanta rivelazion­e di queste due stagioni può ulteriorme­nte blindare la posizione del tecnico, già forte della fiducia del club e di un contratto fino al 2019: «Ora siamo concentrat­i su cosa fare da qui a fine stagione, poi faremo tutti i ragionamen­ti».

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Roberto Donadoni, 54 anni, guida il Bologna dal 2015 ANSA

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