Tra Cesena e Carpi spiccano le difese: il gol è un miraggio
Saracinesche abbassate e spettacolo quasi azzerato al Manuzzi, su un sintetico impresentabile che assomiglia a una scivolosissima moquette. Ma lo 0-0 finale non è (solo) figlio di un campo indecente. Cesena e Carpi si annusano con sospetto, spesso si annullano, talvolta ci provano (solo gli emiliani nel primo tempo, solo i romagnoli nel secondo), ma alla fine non sfondano mai. La squadra di Castori inchioda dopo il sacco di La Spezia (due pari casalinghi in 5 giorni) e non abbandona la tanto temuta zona-rossa, quella di Calabro, dopo due settimane di stop obbligato, ricomincia da dove aveva finito: un altro 0-0. Dai blocchi esce meglio il Carpi con il 3-5-1-1 disegnato da Calabro, che sfrutta la superiorità a centrocampo (Mbaye onnipresente) e il dinamismo di Concas, in sostanza più seconda punta che trequartista. Al 4’ Verna chiama Fulignati alla respinta, poi Mbakogu in contropiede mette in moto lo scooter, svernicia Scognamiglio e da buona posizione calcia in curva. Lo stesso attaccante si infortuna poco dopo e molla definitivamente al 26’, quando Calabro sceglie Saric a centrocampo con l’ex Garritano avanzato in prima linea. L’assetto senza punte di ruolo funziona, anche perché al primo pallone toccato il neoentrato calcia a colpo sicuro trovando la miracolosa risposta di Fulignati, che tiene in vita un Cesena brutto, sgonfio e soprattutto mai pericoloso.
REAZIONE L’amato ex Castori, sempre applauditissimo dai tifosi emiliani, si gioca la carta Laribi dopo il riposo, ma per quasi mezz’ora il muro di Calabro (con gli imperforabili Sabbione, Capela e Poli) regge con la sigaretta in bocca. Solo l’ingresso di Moncini (un po’ tardivo, anche se Castori è pure sfortunato con l’infortunio di Esposito) e un assetto con due punte mette qualche brivido al Carpi e accende l’assalto finale del Cesena, guidato da Laribi. L’italo-tunisino bussa tre volte ma sbatte sui guanti di Colombi e poi sfiora l’incrocio. E, quando il portiere esce male, ci pensa il neoentrato Melchiorri a blindare la porta sul tiro di Jallow.