La Gazzetta dello Sport

Aru è promosso: «Sì, cresco bene»

- INVIATO A SARNANO SASSOTETTO c. ghis.

Fabio Aru vorrebbe spaccare la montagna. Mangiarsi le rampe che portano in cima al Sassotetto. Un primo scatto a poco più di 5 km dal traguardo. Poi va in acido e si stacca, ma rientra. Il secondo scatto, con il tipico fuorisella tutto proteso in avanti, al cartello dei -2. Alla fine, però, gli resta in mano un quarto posto a 6” da Landa. «Mi manca ancora il ritmo gara — spiega stando seduto tutto imbacuccat­o sui gradini del bus della squadra —. Diciamo che la testa è andata più veloce delle gambe. Avevo voglia di fare bene. Comunque, giorno dopo giorno miglioro. Calma e tranquilli­tà». Il suo grande obiettivo stagionale è la maglia rosa. «Sto avendo un avviciname­nto perfetto. Non sono al cento per cento della condizione ma in linea, visto che il Giro è tra poco meno di due mesi. Sto crescendo bene. Questa in fondo per me è la prima gara vera visto che qui il livello è altissimo». Considera la giornata «comunque positiva e non solo perché ho fatto una buona prestazion­e». Aru ci tiene a sottolinea­re un punto: «Sono in un gruppo nuovo, ma stiamo facendo grandi progressi». Sulla salita finale s’è visto nelle primissime posizioni pure Vincenzo Nibali, che ha poi chiuso con un ritardo di 26”. «È stata una giornata molto lunga — spiega —. Lo sforzo decisivo era sulla salita finale e io mi sono piantato a poche centinaia di metri dal traguardo. Penso sia normale. Anzi, onestament­e pensavo di essere più indietro, di stare peggio. C’è da considerar­e che la salita era dura e l’Astana ha fatto un grande ritmo. Non ho fatto nulla di eccezional­e, sono sempre stato abbastanza passivo a controllar­e ma davvero non mi posso lamentare di come vado. Mi manca il fuorigiri, in fondo è solo la seconda salita che faccio in gara in stagione. Però la prima in Oman era tutta un’altra cosa, anche per il livello della corsa».

COLPO Nibali, diversamen­te da Aru, non sarà a Gerusalemm­e alla partenza del Giro. Il suo grande obiettivo estivo è il Tour de France. Ma prima ci sono le classiche delle Ardenne, in particolar­e lo stuzzica la Liegi del 22 aprile. «Prima farò anche i Baschi — dice il capitano della Bahrain-Merida —. Vedrete che arriverò alle corse che ho come obiettivo con la condizione giusta. Sono ottimista». Intanto oggi, con la tappa dei muri, si arriva nella Filottrano di Scarponi. Chissà se lo Squalo ha in mente qualche colpo. «Mah, vediamo. Non è facile, però…».

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Fabio Aru, 27 anni BETTINI

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