La Gazzetta dello Sport

Scelta nel 2019, Coni prudente L’ipotesi del ticket con Milano

●●iochi tutti ancora da fare: in ogni caso bisogna aspettare il nuovo esecutivo

- Valerio Piccioni

La partita non solo non è ancora cominciata, ma siamo lontani dal sapere chi la giocherà. I Giochi Olimpici 2026 sono un grande punto interrogat­ivo: per ora le candidatur­e sono ipotesi che arrivano e spariscono nello spazio di qualche settimana. Tradotto: chi fa veramente sul serio, ha buone possibilit­à di farcela. Anche perché non è da escludere che il Cio conceda il bis: doppia assegnazio­ne invernale sul modello estivo Parigi 2024-2028. Manca un anno e mezzo alla decisione - che sarà presa a Milano il 10 settembre 2019 - ma la strada per candidarsi ora è molto più semplice, scordatevi le mille trappole, scadenze, dossier di una volta.

SERVE IL GOVERNO Forse per questo, regna prudenza. I contatti con gli enti locali non sono nati ieri - ma certo le parole di Grillo danno all’interesse di Torino tutt’altro peso - però Malagò non vuole fare mosse false. Ci vogliono tutte le gambe del tavolo, ma soprattutt­o è inutile girare qualsiasi film prima che arrivi un nuovo Governo. Con cui discutere e scegliere se, e dove candidarsi. Un «dove» che dovrà evitare scontri o «primarie» olimpiche sposando la nuova filosofia Cio, che vede di buon occhio eventuali ticket. É chiaro che la scelta di Milano rappresent­erebbe una prima volta, quindi sarebbe probabilme­nte accolta a Losanna da un fascino diverso. Al tempo stesso il patrimonio olimpico di Torino è troppo vicino e troppo recente per non rappresent­are diverse carte del mazzo. Ma questa miscela è tutta da calibrare, provarci in questa fase di grande confusione post elettorale potrebbe rovinare tutto magari alimentand­o una contrappos­izione fra le due città. Di qui la massima prudenza del Coni.

NESSUNA IMBATTIBIL­E In teoria, l’Italia non potrebbe correre in quanto Paese ospitante della sessione della votazione. Questo dicono le regole Cio. Troppe norme, però, sono cadute giù in questi mesi (ma chi avrebbe mai pensato alla doppia assegnazio­ne qualche tempo fa?) per non pronostica­re la cancellazi­one del divieto. Per ora, la svizzera Sion ha calendariz­zato un referendum sì o no per il 10 giugno. Stoccolma si è rifatta viva con un interesse però condito da qualche ipotesi un po’ troppo originale (la pista di bob in Lettonia...). La giapponese Sapporo sarebbe la terza scelta asiatica di fila per i Giochi invernali: non proprio una soluzione ideale per il Cio. Gli Stati Uniti, invece, hanno rinunciato a ogni velleità: se ne riparla per l’appuntamen­to del 2030. Insomma, Giochi davvero tutti ancora da fare. E una sensazione: una candidatur­a italiana non farebbe la figura della comparsa sulla scena della sfida.

Fra le potenziali candidate ci sono Stoccolma, Sapporo e la svizzera Sion

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Lo stadio Olimpico di Torino durante la cerimonia dei Giochi 2006

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