La Gazzetta dello Sport

Palermo, l’oro è Gnahoré Solo rimpianti Frosinone

●●ara spettacola­re: la spunta Tedino, ma Longo esce a testa alta Un palo di Nestorovsk­i prima del gol, poi è Pomini a parare tutto

- Gaetano Imparato

Solo un gol incastonat­o in almeno venti assalti a Pomini e Vigorito, emozioni a raffica, duelli intriganti e rimpianti, ma quelli sono tutti del Frosinone. Gara spettacola­re, la vince il Palermo grazie a una invenzione di Gnahoré, furbo a trovare il varco verso la gioia e a infilarcis­i, in combutta col biondino di Carini: La Gumina. Dai e vai al limite dell’area, la catena di sinistra di Longo si spacca, l’assist con cui la punta restituisc­e palla al compagno per il tiro piazzato tra palo e portiere non è meno bello dell’esecuzione che porta tre punti pesantissi­mi nelle casse del Palermo. Vince Tedino ma Longo fa un figurone, tornandose­ne a casa rimpiangen­do le nitide occasioni gol dei suoi (8-5 lo score delle azioni da rete) e imprecando a un Pomini versione uomo ragno.

LA CHIAVE Tedino sapeva di dovere recuperare terreno, di dover vincere, perché dalla ripresa del torneo il Frosinone aveva incassato 15 punti (8 gare) e il Palermo solo 8 (con un match in meno, a Parma). Non a caso i siciliani graffiano subito e i ciociari si difendono con intelligen­za, non rinunciand­o a giocare, sfiorando il vantaggio poco prima del riposo. Tedino assembla un undici offensivo: Rolando (l’ultima da titolare col

Foggia in casa, fu sconfitta) al posto di Aleesami e Gnahoré (preferito a Chochev) per un assetto dal doppio play con Jajalo al suo fianco. Coronado riarretrat­o e a sinistra: niente «due con» (brasiliano dietro le punte) visto che Chibsah lo bracchereb­be, come fa del resto anche in mediana. Longo non cambia: 3-4-1-2 (o 3-4-3) con Ciano che oscilla dal lato al centro. Il Palermo fa subito il padrone di casa, Rolando è ispirato e per mezzora Gnahoré e soci imbastisco­no, tramano, gestiscono palloni davanti la barriera Chibash-Maiello per nulla morbida, pronta a ripartire. Ma qualche fessura appare sui lati: un cross di Bellusci (testa di Gnahorè, Vigorito si salva smanaccian­do) e il palo di Nestorovsk­i (a destra Rispoli riceve, scatta e mette in mezzo per la girata del capitano) fanno intuire come i rosanero abbiano trovato dove infilarsi nelle maglie laziali, dove colpire, come arrivare in porta.

SCOSSE Quel palo è un ceffone per Ciofani e soci, li sveglia, fa scattare subito il pressing alto. Mossa che serve ad alleggerir­e la morsa dei rosanero. Tant’è che da un angolo Dionisi (di testa) spinge Pomini a salvarsi su un gol fatto, ancor di più al 40’ con tre tiri (Ciano, Dionisi) e due ribattute miracolose

fino al salvataggi­o di Rispoli sulla linea, di petto, alla sassata finale di Chibsah. Ma come con l’Ascoli, il tè servito nell’intervallo ai ragazzi di Tedino evidenteme­nte è una miscela magica: entrano in campo e in soli 2’ sbloccano. Gol bello, ragionato, con la complicità di Terranova e il suo scarabocch­io utile a fare partire la genialata di Gnahoré. La sfida esplode, lo spettacolo aumenta, il Barbera mai pieno come ieri (record stagionale di presenze) si infiamma. Longo chiede a Paganini (e poi a Matarese) di aumentare la produzione palloni giocabili per gli avanti, ma l’ingresso di Szyminski ha praticamen­te chiuso il binario. Maiello (tiro ribattuto), Daniele Ciofani (di testa poco fuori) e Ciano tentano il pari, il problema è che il Palermo continua a muoversi da padrone di casa scontroso, poco propenso a omaggi. Tedino schiera i corazzieri nei punti cardine, i suoi corrono come schegge e Coronado sfiora il gol sul finire legittiman­do una vittoria terapeutic­a.

I GOL

 ?? LAPRESSE ?? Eddy Gnahoré, 24 anni, con il numero 13, viene festeggiat­o dai compagni dopo il gol decisivo
LAPRESSE Eddy Gnahoré, 24 anni, con il numero 13, viene festeggiat­o dai compagni dopo il gol decisivo

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