Immobilissimo Un tacco-gol da Scarpa d’oro
●Pavoletti e Barella lanciano i sardi, raggiunti proprio al fotofinish dalla squadra di Inzaghi
Un colpo da scorpione di Ciro Immobile, inevitabilmente nella coda di una partita cominciata nel dolce ricordo di Davide Astori che in Sardegna divenne adulto, inietta veleno nella classifica del Cagliari e non migliora di molto quella della Lazio. I sardi scoprono al 94’ quanto si sia pericolosamente accorciata la distanza dalla zona rossa, ora appena due punti sotto, mentre i biancocelesti proseguono nel momento altalenante, avendo vinto appena tre delle ultime dieci partite in tutte le competizioni. E l’Inter, con una partita da recuperare, è potenzialmente davanti nella corsa Champions.
FRENESIA E DISORDINE Partita bruttina e sporca, che Inzaghi – costretto a giocare a poco più di 60 ore di distanza dall’impegno di Europa League – deve affrontare cercando di amministrare le energie in riserva della sua rosa. Così decide di lasciare in panchina Milinkovic, di fatto disarmando la propria fascia sinistra, quella di maggiore efficacia. Lukaku sull’esterno nella sua ottusa fisicità non garantisce la stessa gestione dei tempi di gioco di Lulic, che invece spostato più interno non può avere la stessa forza di attrazione e la medesima tecnica di SMS nelle giocate sulla trequarti. Luis Alberto prova a rimediare giocando palloni sul centrosinistra, ma non è periodo per quell’area. La Lazio produce solo frenesia e disordine, dunque. Il Cagliari fa estrema densità con due linee da 5 più 3 e accetta volentieri il «batti e corri», perché così può impostare la partita sulla semplice fisicità e sui duelli individuali nei confronti di avversari non brillantissimi sul piano fisico. La prova? Miangue, a sorpresa a sinistra per l’assenza di Lykogiannis, svernicia Basta e disegna il cross: Han sovrasta Radu, Strakosha rimedia con l’aiuto della traversa, il rimpallo premia la fronte di Pavoletti. La Lazio sembra faticare a risalire il campo e dunque a occupare l’area, e qui si nota la stanchezza. Però rimedia con una punizione di Luis Alberto deviata nella propria porta da Ceppitelli, «costretto» da Leiva forte alle sue spalle. Non prima di aver alzato la voce per un contatto Immobile-Barella in area sul quale Guida a torto sorvola.
VAR NO, VAR SÌ Lo stesso arbitro fa ampi cenni di no anche quando nella ripresa Luiz Felipe, più di altri colpito dalla sonnolenza della partita, atterra Pavoletti. Stavolta i Var richiamano Guida ed è rigore dopo 3’ di minuziosa analisi delle immagini. E Inzaghi si infurierà per la diversa interpretazione degli episodi. Barella, già eccel- lente nei pochi sprazzi di gioco del Cagliari, trasforma per il nuovo vantaggio sardo. Un regalo, visto che la squadra di Lopez non riesce a pensare molto di più del lancio lungo verso Pavoletti (21 duelli) per poi accorciare sull’eventuale respinta.
TUTTI AVANTI Inzaghi, che era già ricorso a Felipe Anderson e Milinkovic senza riuscire a innestare una marcia superiore, cambia sistema mettendo anche Nani: 4-2-3-1, ma è più semplicemente un «tutti avanti». Ancora frenesia e disordine, ma con più qualità. Il Cagliari non riesce ad amministrare il pallone – chiuderà con nemmeno il 70% di passaggi riusciti, troppo poco –, non sfrutta un altro regalo di Luiz Felipe (Farias fermato da Strakosha) e si consegna all’assedio. E col nemico in casa, la protezione finisce per non reggere: Nani grazia dopo una discesa di Anderson, Immobile all’ultimo no. Anche se serve una magia di tacco, chissà quanto volontaria. Ciro è sempre più capocannoniere: 24 gol in A, 34 stagionali. Un solo retropensiero: ne avesse segnato almeno uno alla Svezia, anche meno bello di quello di ieri, l’attesa dell’estate avrebbe tutto un altro sapore.
I MOTIVI Giocare così a ridosso dell’Europa League ha pesato sui biancocelesti
Per Lopez la zona retrocessione adesso è soltanto due punti sotto