La Gazzetta dello Sport

Sarri si mette in difesa «Scudetto? Non siamo noi obbligati a vincere»

●«Non siamo nè i più ricchi nè i più forti d’Italia, dobbiamo solo fare il meglio. Insigne? Non lo condanno per un errore»

- Mimmo Malfitano MILANO

Resta il rimpianto di aver ceduto il primo posto alla Juventus, dopo 11 giornate: il Napoli l’aveva conquistat­o dopo la vittoria a Torino il 17 dicembre scorso. Il sorpasso c’è stato, perché i campioni d’Italia non hanno mai perso in questo girone di ritorno. A differenza del Napoli che, invece, in sole due partite ha messo in discussion­e il primato e, dunque, l’obbiettivo finale perdendo prima con la Roma e pareggiand­o, ieri sera, a San Siro. Eppure, non è parsa irresistib­ile l’Inter anche se l’occasione più pericolosa l’ha creata lo slovacco Skriniar con il pallone ribattuto dal palo sul colpo di testa, nel secondo tempo. Ma nemmeno il Napoli è apparso convinto, voglioso di sbancare Milano: gli è mancata la ferocia e potrebbe essere un segnale per niente positivo. Insomma, il pareggio non fa una piega in questa partita, ha scontentat­o entrambe le squadre per motivi diversi: Maurizio Sarri ha perne», so l’opportunit­à di respingere l’attacco della Juventus; Luciano Spalletti, invece, ha fallito l’aggancio alla Lazio al quarto posto per la zona Champions League.

POCA CONVINZION­E Ci ha provato, il Napoli, ma con tanta timidezza. Il tridente offensivo ha sofferto molto le marcature di Skriniar e Miranda e soltanto nella parte finale, l’allenatore ha inserito Arek Milik per dare maggiore consistenz­a all’attacco. Una mossa scontata, che non ha sorpreso Spalletti e i suoi difensori. «Io sono soddisfatt­o della prestazion­e, abbiamo trovato una squadra forte in una buona serata, giocare a San Siro non è semplice ed invece abbiamo condotto la partita, dando una risposta buona. C’è mancato il gol, nel secondo tempo abbiamo avuto un paio di rigori in movimento, in termini di applicazio­ne ed attenzione la squadra ha fatto molto be- ha spiegato Sarri nel dopo partita.

NESSUNA RESA L’allenatore napoletano s’è risentito parecchio quando gli è stato chiesto se il suo Napoli si sia arreso alla Juventus. «Se loro le vincono tutte è chiaro che bisogna solo applaudirl­i. Comunque, non siamo la squadra più ricca d’Italia e nemmeno la più forte. Non siamo noi quelli obbligati a vincere. Possibilme­nte dobbiamo fare il nostro meglio fino alla fine, la prestazion­e dei ragazzi è stata di ottimo livello. Se gli altri faranno 105 punti, sarà merito loro. Sia ben chiaro, però: questo gruppo ci crede, eccome». Nessuno ha mollato, dunque. Secondo Sarri, la squadra ò viva e ha le stesse possibilit­à di lottare per lo scudetto. «Se quella vista contro l’Inter ha dato l’impression­e di essere una squadra che ha mollato, allora io mi dissocio e rimango della mia idea, è stata fatta una grande partita in un grande stadio».

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IL NUMERO le partite di fila del Napoli in trasferta senza prendere gol: eguagliato il record del club azzurro

POCA CATTIVERIA E’ mancata, forse, nella notte più importante. Il Napoli aveva bisogno di punti pesanti, ma ha finito per prenderne soltanto uno che non gli è bastato, però, per conservare il primato in classifica dall’assalto della Juventus che contro l’Atalanta mercoledì, nel recupero, può andare a più 4. In fase di attacco sono stati commessi troppi errori per poca convinzion­e. Emblematic­i gli errori commessi da Lorenzo Insigne, uno che solitament­e la porta la vede. «Ha messo fuori la palla più importante della serata. Lorenzo sta facendo una grande stagione, ha fallito un tiro in una grande partita», ha ammesso il tecnico azzurro Maurizio Sarri.

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Maurizio Sarri, 59 anni, è l’allenatore del Napoli dal 2015 GETTY

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