DYBALA STENDE L’UDINESE. SPALLETTI FERMA IL NAPOLI (0-0) LA JUVE SORPASSA E CHI RINGRAZIA? L’INTER
Stadium Una doppietta di Paulo vale il primo posto a +1, e mercoledì c’è il recupero con l’Atalanta. San Siro I nerazzurri ingabbiano Sarri. Palo di Skriniar. Spalletti: «Ci manca qualità, ma siamo tosti»
ARCHETTI, BREGA, CENITI, CONTICELLO, DELLA VALLE, ELEFANTE, GRAZIANO, MALFITANO, SCHIANCHI, VERNAZZA
●Spalletti fa un favore ad Allegri ma anche a se stesso, ritrovando spirito e gioco. Il palo ferma Skriniar, gli azzurri si inceppano: soltanto un punto in due partite
Sorpasso e contrappasso. Il Napoli rallenta a San Siro, dove ha preso forma uno 0-0 poco «sarriano» per contenuti. La Juve, sul divano davanti alla tv e coi popcorn in mano, si è riscoperta in cima. Più uno in classifica per la nuova capolista, vantaggio che mercoledì potrebbe aumentare a +4 in caso di vittoria dei bianconeri nel recupero con l’Atalanta. L’Inter fa un regalone alla Juve e viene da pensare alla legge del contrappasso, ma è un pensiero ingannevole. In realtà l’Inter fa un grosso favore a se stessa, ritrova spirito e identità di squadra che aveva nel girone d’andata. Punto pesante, perché i nerazzurri se lo sono presi con una prestazione autorevole, difensiva il giusto. Anzi, nei primi scorci dei due tempi sono stati gli interisti a mordere la partita per impossessarsene. Il Napoli si è inceppato: un punto nelle ultime due gare, il ribasso è evidente. Luciano Spalletti si conferma il miglior esorcista del sarrismo. In cinque confronti diretti col collega coetaneo ha perso una sola volta, per il resto due vittorie e due pareggi.
RISVEGLI Personalità e pressione, Inter in modalità P2 per ampi squarci del primo tempo, come di rado è capitato di osservare negli ultimi mesi. Ci voleva la maestà del Napoli per risvegliare gli «spallettiani» dalla letargia. Sofferenti e inebetiti contro il Benevento, propositivi e dinamici al cospetto degli azzurri maestri di palleggio. I piani tecnico-tattici di Spalletti sono stati corretti, coraggiosi e fruttuosi il giusto. L’allenatore ha piazzato Rafinha dietro Icardi col compito di imbeccarlo, missione poco compiuta, e di annebbiare la vista a Jorginho col pressing in non possesso, mansione esercitata con blande maniere, ma in qualche modo eseguita. Spalletti non ha però rinunciato a Brozovic, lo ha collocato in mediana a fianco di Gagliardini. Scelta pericolosa, il croato vive di lune buone e storte, di bagliori e oscuramenti. Ieri era in versione luna piena e in asse con Gagliardini ha incollato le linee, le ha rese sostenibili. A Spalletti è mancata una risposta individuale sulla sinistra, quel Perisic smarrito nel bosco dell’inedia, in attesa di Mondiale. Diverso discorso per Rafinha indiscutibile quanto a piede, ma privo della forza di cui avrebbe bisogno: lunga è la strada del recupero dal crack a un ginocchio ed è giusto avere massima comprensione. Il Napoli è sembrato stupito dalla presenza scenica dell’Inter, for-
se s’aspettava un avversario più dimesso, e ha sofferto di singhiozzo al giropalla – possesso imponente per cifra, al 65,4%, ma non per incisività – e di vacillamenti sulla propria sinistra, dove Cancelo e Candreva creavano spazi con reciproci elastici.
AZZARDI Deluso chi nella ripresa si aspettava un’inversione di tendenza. Dall’intervallo è risalita un’Inter ancora più presente a se stessa e determinata a lasciare segni. Un quarto d’ora di lavoro ai fianchi del Napoli, per preparare il pugno del k.o, che sarebbe arrivato se Skriniar di testa non avesse spedito sul palo una punizione di Cancelo. Sedicesimo legno interista in stagione, dicono i contabili. C’è stato poi un tentativo di autogol da parte di Koulibaly, la rete era nell’aria, ma pian piano il Napoli ha rimesso la testa fuori. Un po’ per meriti suoi, i soliti: quando i «sarriani» alzano il livello del palleggio, fanno venire l’emicrania a chi deve spezzare il torello. Un po’ per i cambiamenti altrui. Spalletti ha scritto una sceneggiatura che è stata a lungo producente, ma nel momento in cui ha tolto lo smistatore Rafinha per inserire il corridore Eder, il gruppo ha perso una discreta dose di riferimenti ed appoggi ed è via via scivolato all’indietro. Subito Insigne ha avuto l’occasione della serata, ma il pallonetto si è spento sulla parte alta della rete. Errore tecnico notevole, per un giocatore del suo livello. Spalletti ha giocato d’azzardo, tentato una specie di «all in». Ha rischiato, ma è giusto che ci abbia provato, tanto più che s’è riequilibrato in tempo con l’innesto di Borja Valero.
RICAMBI All’improvviso si è ripalesato il difetto di fabbricazione del Napoli, la mancanza di ricambi di prima fascia. Tolto Zielinski, sorta di «altro titolare», a Sarri mancano giocatori che possano alzarsi dalla panchina e spaccare il tran tran di certe notti. Milik cammina ancora sulla via di Damasco della rinascita dal secondo grave infortunio. Rog, la terza quasi disperata sostituzione di San Siro, ha le sembianze di un onesto corridore, non possiede il piede di certi riservisti juventini. Questo ci sembra l’alibi credibile di Sarri, il resto è fumo.
34,6
IL NUMERO la percentuale del possesso palla dell’Inter: record negativo in A dei nerazzurri da settembre 2015