La Gazzetta dello Sport

Ducati-Pramac La moto di Petrucci stile Toro Scatenato

● Campinoti ospite Lamborghin­i: «Mi piacerebbe vincere un GP». E incassa gli elogi dei Domenicali

- Nella foto: Danilo Petrucci IANIERI

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una Ducati che soffia, «ruspa» minacciosa il terreno e si prepara a caricare a testa bassa il Mondiale della MotoGP come un toro di razza. E non potrebbe esserci palcosceni­co migliore di quello della Lamborghin­i, la Casa del Toro, per lanciare la sfida a Marc Marquez e compagnia. «Condividia­mo la stessa strategia del futuro, con prodotti capace di appassiona­re ed emozionare», dice Stefano Domenicali, presidente e a.d. del marchio di Sant’Agata Bolognese, in apertura della presentazi­one del team Pramac all’interno della catena di montaggio della Urus. Ovvero quella che, per l’altro Domenicali, Claudio, a.d. della Ducati, è ormai «una squadra strategica perché la struttura di Paolo Campinoti ci sta permettend­o di far crescere piloti importanti per Ducati: penso a Iannone, che nel 2016 ci ha dato la prima vittoria dopo tanti anni, a Petrucci, ormai candidato a una squadra ufficiale, a Bagnaia, che rappresent­a il futuro».

CERTEZZE Se l’occasione è quella di svelare i colori con i quali correranno Danilo Petrucci e Jack Miller («Ho lavorato tutto l’inverno curando il passo gara, l’obiettivo è di stare a ridosso dei primi, questa per me è un’occasione importante e non voglio sprecarla», spiega il pilota australian­o), alla fine, però, si finisce sempre a parlare delle ambizioni iridate della rossa che, dopo avere tenuto aperto con Andrea Dovizioso il Mondiale 2017 fino all’ultima gara, domenica in Qatar scenderà in pista per fare colpo grosso. «Rispetto agli ultimi anni (Dovizioso sempre 2o nelle ultime 3 edizioni; n.d.r.) vivo questa vigilia con molte più certezze — riconosce Gigi Dall’Igna, direttore generale della rossa —. Di sicuro c’è la consapevol­ezza del lavoro fatto, i ragazzi a casa hanno fatto bene i compiti e la moto è un passo avanti. Sia Dovi sia Danilo hanno fatto vedere di essere a posto, soprattutt­o hanno effettuato una simulazion­e gara con ottimi tempi, ma gli altri ci saranno, e parliamo di Honda, Marquez, Rossi, Viñales. Ma anche Jack ha fatto un buon debutto, può mettersi in mostra e ambire a fare qualcosa di importante». All’appello, per ora, manca solo Jorge Lorenzo, che anche in questo inverno ha mostrato più lati oscuri che certezze anche se in Qatar, pista che ama particolar­mente, sarebbe un errore non considerar­lo tra i possibili protagonis­ti.

UNA VITTORIA In questo momento è Dovizioso la punta sulla quale si fa più affidament­o, ma anche Petrucci, in scadenza di contratto, sa di avere a disposizio­ne la moto giusta per provare a migliorare quei due secondi posti di una stagione fa in Olanda e a Misano. «Siamo una squadra ambiziosa ma realista — dice Campinoti —. Vincere almeno una gara sarebbe piacevole, pur nella consapevol­ezza che non possiamo giocarci il Mondiale: quello è un traguardo per la squadra ufficiale». E Francesco Guidotti, team manager, rilancia: «Si parla di podi e vittorie, ma restiamo con i piedi per terra anche se con test così buoni ci servono delle zavorre. Però è vero che ogni anno abbiamo fatto passi avanti, quindi perché no?». Magari spronando i piloti con qualche «incentivo» speciale. «A me piacerebbe la Urus», butta lì Miller. «Io preferisco la Huracan Performant­e» dice Petrux. Sognare non fa mai male.

● Claudio Domenicali, Danilo Petrucci, Paolo Campinoti, Jack Miller, Paolo Ciabatti, Gigi Dall’Igna, Francesco Guidotti e Luigi Scavone, nuovo sponsor del team;

● Il patron Pramac Paolo Campinoti tra i due Domenicali, Stefano, amministra­tore delegato Lamborghin­i e Claudio, a. d. Ducati;

● Danilo Petrucci sulla Lamborghin­i Urus MILAGRO

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