La Gazzetta dello Sport

DZEKO PENSACI TU

La Roma deve battere lo Shakhtar all’Olimpico 1-0 o con due gol di vantaggio. Di Francesco carica: «Non si può sbagliare»

- Massimo Cecchini ROMA

«Non s’interrompe un’emozione». Era lo slogan che coniò Federico Fellini per combattere una battaglia contro l’abuso delle interruzio­ni pubblicita­rie durante i film. «Fellini chi?» pensarono in tanti, quando nel 1995 si arrivò a referendum per limitarli. Insomma, avete capito: vinsero gli alfieri della pubblicità indispensa­bile, col 55,7%. Come dire, le emozioni si potevano interrompe­re. Più o meno lo stesso rischio corso da Edin Dzeko se a gennaio fosse andato in porto il suo trasferime­nto al Chelsea, dove non avrebbe potuto giocare la Champions League per averlo già fatto nella Roma. Possiamo dirlo? Ricordando la doppietta allo Stamford Bridge, per chi ama il calcio sarebbe stato un vero peccato. A pentirsi, però, speriamo che stasera sia soprattutt­o lo Shakhtar Donetsk, perché il centravant­i è chiamato a essere la punta di lancia di una squadra chiamata a segnare almeno un gol per poter sperare di passare il turno e approdare a quei quarti di finale che, nel giorno del sorteggio agostano, visto il girone sembrava solo una chimera.

MISTER 50 In fondo, il giorno in cui Dzeko è sbarcato a Roma era per vivere serate come queste. Per lasciare un segno che resti nel tempo. In fondo, al netto di tutti i detrattori, la sua storia gialloross­a lo racconta. Per coloro che non fossero convinti della bontà del suo titolo di capocannon­iere dello scorso campionato (29 gol segnati, 39 stagionali), basterebbe ricordare come il centravant­i sia stato il primo calciatore della storia a segnare almeno 50 gol in tre fra i maggiori cinque campionati europei, ovvero nel suo caso Germania, Inghilterr­a e Italia. LA PRIMA VOLTA Eppure, nonostante un curriculum di primo livello, il bosniaco non è mai riuscito a superare le colonne d’Ercole degli ottavi di finale di Champions. Motivo in più, forse, perché la sfida di stasera sia una specie di ultima chiamata (o giù di lì). Di Francesco, comunque, punta su di lui. «L’ho visto meglio – spiega –. Tutti abbiamo un unico obiettivo: cercare di passare il turno e arrivare ai quarti. Ci passiamo attraverso un lavoro di squadra e di collettivo, ovviamente sapendo di avere davanti un centravant­i che, se gli si dà la possibilit­à ed è in buona giornata, può fare gol straordina­ri e mettere la squadra nelle condizioni di segnare. Non solo lui ma, come ha fatto all’andata, può mandare in gol i suoi compagni. Insomma, Edin sarà determinan­te». REGALO A PALLOTTA Dopo la rinascita col Napoli grazie alla sua doppietta e il riposo col Toro, Dzeko è pronto a far sì che la Roma non perda ancora la strada. «Occorre continuità – ha detto –. Non l’abbiamo avuta, ma non solo in questa stagione. Da quando sono qui ci sono settimane che non siamo al nostro livello e non ho ancora capito il perché». Se lo sarà chiesto di sicuro anche James Pallotta, che proprio oggi compie 60 anni. Inutile dire che uno dei regali più graditi sarebbe il passaggio ai quarti (anche per gli 11 milioni previsti, più la quota del «market pool»), ma la gloria a volte può valere più del denaro. E se il presidente è pronto a scartare il dono, a impacchett­arlo potrebbe toccare proprio a Dzeko. La Roma, stasera più che mai, ha bisogno di lui.

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Edin Dzeko, terza stagione alla Roma, nelle azioni delle due reti segnate al Chelsea nel 3-3 di Londra lo scorso 18 ottobre
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