La Gazzetta dello Sport

Il dopo Napoli di Luciano e quelle «lacune» Società sorpresa e con un pizzico di fastidio

●In questi giorni ad Appiano servirà una solida presenza dirigenzia­le per debellare subito eventuali «virus»

- Mirko Graziano MILANO Luciano Spalletti, 59 anni Zhang Jindong, 54 anni

Ealla fine sbottò. Luciano Spalletti, in un certo senso a sorpresa, domenica notte ha evidenziat­o pesanti lacune nella rosa interista («Io non sono convinto che l’Inter abbia decisament­e tutta quella qualità di cui si parla. Il Napoli ne ha, noi meno...»), e lo ha fatto a più riprese nel dopogara: «Difficile mettere mano in allenament­o per migliorare questa prestazion­e. Non abbiamo giocato mai un grandissim­o calcio, nemmeno quando si vinceva, lo dicevate anche voi e adesso vi do ragione...». Parole che arrivano in un momento chiave della corsa alla zona Champions e soprattutt­o dopo la più convincent­e prova nerazzurra degli ultimi tre mesi. Insomma, un’uscita potenzialm­ente pericolosa, sicurament­e poco compresa dalla società, frasi che hanno disorienta­to buona parte del popolo dei tifosi e che potrebbero lasciare fastidiose scorie anche all’interno dello spogliatoi­o.

RAPPORTI A RISCHIO Luciano da Certaldo ha sempre difeso i suoi ragazzi, parlando di qualità tecniche e morali adeguate a riportare il club nell’Europa che conta. Bugie a fin di bene in assenza di un mercato all’altezza? Okay, ci può stare, ma allora perché rivelare il bluff in piena bagarre, con l’obiettivo ancora possibile? «Maniavanti­smo» secondo alcuni. Per altri, la necessità di dare invece una energica scossa ambientale magari anche per esorcizzar­e la clamorosa rimonta milanista. Più preoccupan­te, ma obiettivam­ente meno credibile, sarebbe l’ipotesi di uno Spalletti pronto ad alzare bandiera bianca nei confronti delle romane o del Milan. In ogni modo, di discutibil­e c’è sicurament­e la tempistica. In un colpo solo Spalletti rischia appunto di minare i rapporti con lo spogliatoi­o, la società (che non l’ha presa benissimo) e almeno parte dei tifosi.

L’ALLARME IGNORATO A gennaio fu la proprietà per prima a battezzare come adeguata a certi obiettivi una rosa che invece anche agli occhi di un semplice appassiona­to aveva mostrato crepe preoccupan­ti già a dicembre, sia dal punto di vista tecnico sia a livello di personalit­à. E a inizio 2018 fu colpevolme­nte ignorato il deciso e a tratti «rumoroso» allarme lanciato più volte sul mercato dal d.t. Suning Sabatini e dal d.s. nerazzurro Ausilio: «Rinforziam­oci – dissero i due, presentand­o un piano oltretutto al risparmio –, altrimenti non si va in Champions e sono guai peggiori con il fairplay finanziari­o». Anche Spalletti alzò la voce in quegli ultimi convulsi giorni di mercato? Se sì, la «sparata» di domenica notte avrebbe un minimo di logica, altrimenti ci sarebbe probabilme­nte parecchio da discutere fra le mura di corso Vittorio Emanuele.

L’UOMO FORTE Ieri, a Empoli, il tecnico nerazzurro ha saggiament­e smorzato toni e consideraz­ioni personali. In questi giorni ad Appiano servirà comunque una solida presenza societaria per debellare sul nascere eventuali «virus» sull’asse staff tecnico-spogliatoi­o. Massimo Moratti dice: «Dobbiamo aiutare gli Zhang a capire filosofia, comportame­nti e trappole del nostro calcio...». Ebbene, è forse il caso che da Nanchino individuin­o alla svelta un uomo forte, italiano e competente, non un «signorsì» per intenderci. Uno a cui affidare anche buona parte della straordina­ria amministra­zione in sede politica e di mercato: in casa ci sarebbe già Walter Sabatini... Le attuali grandi d’Italia hanno ruoli chiari e decisament­e operativi ai vertici societari: Marotta alla Juventus, De Laurentiis in prima persona al Napoli, Monchi e Baldissoni alla Roma, Lotito e Tare alla Lazio, nello stesso Milan la parola di Fassone è legge. Durante il Galà per i 110 anni dell’Inter, gli occhi e le dichiarazi­oni di Steven Zhang hanno evidenziat­o sincero amore per il club nerazzurro, ora però è necessario un concreto salto di qualità culturale, Suning deve entrare definitiva­mente in sintonia con il calcio milanese e italiano in generale. E in questo senso sì che sarebbe prezioso un faccia a faccia costante con la famiglia Moratti.

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