Ciro di tacco IMPOSSIBILE IMMORTALE IMBATTIBILE? NO: IMMOBILE!
LA MAGIA DELL’ATTACCANTE DELLA LAZIO SI GUADAGNA LA PERLA DELLA GIORNATA E SI CANDIDA PER IL PREMIO PUSKAS DELLA FIFA. SUPER PURE DYBALA E CANCELO
C’era Ciro Di Marzio, detto Immortale che nella serie tv «Gomorra» – spoiler – non fa una bella fine, e adesso c’è Ciro Di Tacco, che si guadagna l’immortalità calcistica nel teatro temporaneo della Sardegna Arena. Nella società digitale che brucia contenuti alla velocità della fibra ottica, negli anni a venire il gol di Ciro Immobile, che non si arrende alla sconfitta e al 95’ chiude sul 2-2 la sfida tra Cagliari e Lazio, sarà visto e rivisto, senza mai perdere quella sensazione di stupore che ha generato la «diretta» di domenica pomeriggio. Come successo con quello famosissimo di Roberto Mancini, sempre in maglia biancoceleste, in un Parma-Lazio del gennaio 1999. Il «Mancio», a dir la verità, era attaccante più cerebrale e raffinato, come quella prodezza che illuminò gli occhi del suo compagno Vieri («Ma che hai fatto? Ma che hai fatto?», gli urlava dietro l’incredulo Bobo). D’altra parte, Mancini non ha mai segnato tanto quanto Immobile, perché non aveva lo stesso istinto animale di Ciro per la porta, quella visione quasi sovrannaturale che gli permette di sapere sempre esattamente dove sta lo specchio, anche se ha le spalle girate. Ed ecco che allora il colpo di Cagliari si avvicina di più alla tecnica taekwondo di Zlatan Ibrahimovic: una certa somiglianza, anche per la traiettoria a pallonetto, si riscontra in quel gol – dolorosissimo per gli azzurri – a Buffon all’Europeo 2004. Per non parlare delle punture di scorpione piazzata in Inter-Bologna o Psg-Bastia.
PUSKAS Per veder realizzata la sua magia, Immobile ha avuto bisogno di un po’ di fortuna nella traiettoria, ma tecnicamente l’attaccante ha proprio l’intenzione di allungare verso la porta. E conferma la sua straordinaria capacità di coordinazione: Ciro sa sempre come raccogliere il corpo per imprimere al pallone la potenza e la direzione volute. Qui gli basta muovere soltanto la parte inferiore della gamba, dal ginocchio in giù. Ne esce una giocata spettacolare: la perla della giornata, senza dubbio. Potrebbe non essere l’unico riconoscimento che otterrà: in giro per l’Europa molti hanno celebrato la sublime bellezza del suo gol, candidandolo già a gol dell’anno. Il Premio Puskas, quello assegnato ogni anno dalla Fifa, ha un nuovo pretendente. Alla Lazio, intanto, più che l’estetica basta il peso delle reti di Ciruzzo, senza il quale sarebbe arrivata la seconda sconfitta di fila. Dei 24 gol in campionato di Immobile, 34 stagionali (stesse cifre di Giorgione Chinaglia nel 1973-74, a proposito di immortalità), soltanto uno non è servito a niente: nel derby di andata. Per il resto, quando il 17 ha segnato, la Lazio non ha mai perso. Quando è rimasto a secco, lo score biancoceleste è di 5 sconfitte, 3 pari e appena 3 vittorie.
IL PODIO Il campionato ha dovuto rinunciare a lungo alla bellezza prodotta da Paulo Dybala. Come si diceva in avvio, la nostra società brucia in fretta i ricordi. E allora la Joya ha ricordato a tutti cosa è capace di fare, per due giornate consecutive: prima con il gol-vittoria alla Lazio, quando era praticamente in ginocchio, poi con la punizione dell’1-0 all’Udinese, da specialista puro, che si guadagna il secondo posto di tappa. Il podio è completato dall’interista Joao Cancelo: tunnel a Jorginho, poi suola e tacco per sorprendere Koulibaly e cercare l’assist al centro, non sfruttato.