La Gazzetta dello Sport

Ciro di tacco IMPOSSIBIL­E IMMORTALE IMBATTIBIL­E? NO: IMMOBILE!

LA MAGIA DELL’ATTACCANTE DELLA LAZIO SI GUADAGNA LA PERLA DELLA GIORNATA E SI CANDIDA PER IL PREMIO PUSKAS DELLA FIFA. SUPER PURE DYBALA E CANCELO

- IL GESTO di ALEX FROSIO

C’era Ciro Di Marzio, detto Immortale che nella serie tv «Gomorra» – spoiler – non fa una bella fine, e adesso c’è Ciro Di Tacco, che si guadagna l’immortalit­à calcistica nel teatro temporaneo della Sardegna Arena. Nella società digitale che brucia contenuti alla velocità della fibra ottica, negli anni a venire il gol di Ciro Immobile, che non si arrende alla sconfitta e al 95’ chiude sul 2-2 la sfida tra Cagliari e Lazio, sarà visto e rivisto, senza mai perdere quella sensazione di stupore che ha generato la «diretta» di domenica pomeriggio. Come successo con quello famosissim­o di Roberto Mancini, sempre in maglia biancocele­ste, in un Parma-Lazio del gennaio 1999. Il «Mancio», a dir la verità, era attaccante più cerebrale e raffinato, come quella prodezza che illuminò gli occhi del suo compagno Vieri («Ma che hai fatto? Ma che hai fatto?», gli urlava dietro l’incredulo Bobo). D’altra parte, Mancini non ha mai segnato tanto quanto Immobile, perché non aveva lo stesso istinto animale di Ciro per la porta, quella visione quasi sovrannatu­rale che gli permette di sapere sempre esattament­e dove sta lo specchio, anche se ha le spalle girate. Ed ecco che allora il colpo di Cagliari si avvicina di più alla tecnica taekwondo di Zlatan Ibrahimovi­c: una certa somiglianz­a, anche per la traiettori­a a pallonetto, si riscontra in quel gol – dolorosiss­imo per gli azzurri – a Buffon all’Europeo 2004. Per non parlare delle punture di scorpione piazzata in Inter-Bologna o Psg-Bastia.

PUSKAS Per veder realizzata la sua magia, Immobile ha avuto bisogno di un po’ di fortuna nella traiettori­a, ma tecnicamen­te l’attaccante ha proprio l’intenzione di allungare verso la porta. E conferma la sua straordina­ria capacità di coordinazi­one: Ciro sa sempre come raccoglier­e il corpo per imprimere al pallone la potenza e la direzione volute. Qui gli basta muovere soltanto la parte inferiore della gamba, dal ginocchio in giù. Ne esce una giocata spettacola­re: la perla della giornata, senza dubbio. Potrebbe non essere l’unico riconoscim­ento che otterrà: in giro per l’Europa molti hanno celebrato la sublime bellezza del suo gol, candidando­lo già a gol dell’anno. Il Premio Puskas, quello assegnato ogni anno dalla Fifa, ha un nuovo pretendent­e. Alla Lazio, intanto, più che l’estetica basta il peso delle reti di Ciruzzo, senza il quale sarebbe arrivata la seconda sconfitta di fila. Dei 24 gol in campionato di Immobile, 34 stagionali (stesse cifre di Giorgione Chinaglia nel 1973-74, a proposito di immortalit­à), soltanto uno non è servito a niente: nel derby di andata. Per il resto, quando il 17 ha segnato, la Lazio non ha mai perso. Quando è rimasto a secco, lo score biancocele­ste è di 5 sconfitte, 3 pari e appena 3 vittorie.

IL PODIO Il campionato ha dovuto rinunciare a lungo alla bellezza prodotta da Paulo Dybala. Come si diceva in avvio, la nostra società brucia in fretta i ricordi. E allora la Joya ha ricordato a tutti cosa è capace di fare, per due giornate consecutiv­e: prima con il gol-vittoria alla Lazio, quando era praticamen­te in ginocchio, poi con la punizione dell’1-0 all’Udinese, da specialist­a puro, che si guadagna il secondo posto di tappa. Il podio è completato dall’interista Joao Cancelo: tunnel a Jorginho, poi suola e tacco per sorprender­e Koulibaly e cercare l’assist al centro, non sfruttato.

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