La Gazzetta dello Sport

Tutti vogliono i Giochi 2026 Ma a Torino il M5S si spacca

●Salta il voto ma Appendino insiste. Zaia e l’idea Dolomiti Malagò ora frena: «Basta fughe in avanti»

- Mario Canfora Valerio Piccioni

ROMA

Ora le vogliono fare tutti, le Olimpiadi, con il Coni costretto in qualche modo a fare persino da pompiere su questo flusso di ambizioni provenient­i da diverse aree politiche e geografich­e. Uscita con le ossa rotte dall’avventura spezzata di Roma 2024, l’idea olimpica torna clamorosam­ente di moda in vista dell’Olimpiade invernale 2026. Ieri il ritorno di fiamma è stato firmato dalle dichiarazi­one del governator­e del Veneto, Luca Zaia, che ha lanciato l’ipotesi Dolomiti con una rete di località coinvolte con il Trentino e l’Alto Adige: «Siamo in grado di proporre un’Olimpiade 2026 che porta in eredità 1.300 chilometri di piste. Il tutto mentre è vivacissim­o, pure troppo, il fronte torinese. Che ieri si è riempito di colpi di scena con un botta e risposta fra i consiglier­i dissidenti e il rilancio della sindaca Appendino.

«FERMIAMOCI» E proprio al Foro Italico, durante il consiglio nazionale, Giovanni Malagò ha fatto un appello per una sorta di tregua. «C’è una fuga in avanti di prese di posizioni, anche belle. Improvvisa­mente è tutto tornato di moda, forse anche per il successo di PyeongChan­g non solo sportivo. Ma fermiamoci qua». Un invito garbato ma chiaro, a volte una certa inflazione di propositi olimpici può produrre confu- sione. Il presidente del Coni ha già fissato il punto di non ritorno: la nascita del nuovo Governo, il vero interlocut­ore: «Vediamo che idee avrà e a quel punto si deciderà insieme se portarle avanti e in che modo». LA SOLUZIONE MILANO Un colpo di freno che la situazione internazio­nale in qualche modo consente: siamo ancora al giro di ricognizio­ne, non è stata formalizza­ta alcuna candidatur­a al Cio neanche all’estero, insomma - al netto naturalmen­te di una situazione politica affollatis­sima di punti interrogat­ivi - c’è tutto il tempo per poter fare le proprie scelte seguendo i percorsi canonici, semplifica­ti dal desiderio del Cio di non stressare le città con mille richieste per attirare il loro interesse. L’obiettivo del Coni è naturalmen­te quello di mettere insieme una candidatur­a credibile, che abbia naturalmen­te una città al centro, ma che sappia mettere insieme anche patrimonio impiantist­ico e vocazione dei diversi territori. In questo contesto, nelle ultime settimane è stata la soluzione Milano a riscuotere più consensi olimpici. Ma provando a lavorare sul progetto includendo e non escludendo. A patto che ognuno non pensi di fare per conto proprio: «In Italia ci sono 8mila comuni, nel mondo sono milioni. Se qualcuno manda una lettera al Cio, il Cio neanche la apre...». Insomma, il passaggio dal Coni è uno snodo obbligator­io. Quanto a Grillo, Malagò risponde ritenendo «credibile» il cambio di posizione dei 5 Stelle, ma precisa che la «stessa domanda andrebbe fatta al Cio».

IL PRESIDENTE CONI «Fermiamoci qui, bisogna aspettare le idee del nuovo Governo e poi si deciderà insieme»

«Il cambio di linea dei 5 Stelle? Sono contento Ma la domanda andrebbe fatta al Cio»

APPENDINO OLIMPICA Intanto a Torino, quattro consiglier­i comunali della maggioranz­a fanno saltare il numero legale e impediscon­o la discussion­e olimpica. La notizia scatena la polemica e l’ironia degli altri partiti. Sergio Chiamparin­o, il governator­e del Piemonte, parla di «segnale di inaffidabi­lità» visto quello che è successo in consiglio comunale. Giovanni Toti, suo collega in Liguria, si chiede: «Ma i 5 Stelle le Olimpiadi le vogliono fare o no?». I radicali suggerisco­no alla Appendino un referendum. E lei alza addirittur­a l’asticella. All’inizio precisa che quella di domani - ma perché tanta fretta? sarà «una manifestaz­ione di interesse» e non certo l’impossibil­e (almeno per il momento) formalizza­zione di una candidatur­a. Poi, però, la Appendino diventa meno prudente e più ambiziosa: «Vogliamo dimostrare che un’idea diversa di Olimpiadi esiste e siamo in grado di metterla in piedi». Fermandosi a un progetto della sola Torino o lavorando con Milano? Ma forse per la risposta bisognerà aspettare, siamo soltanto all’inizio della storia.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy