La Gazzetta dello Sport

ALLEGRI INSEGNA SERIETÀ E IMPEGNO PER ANDARE AVANTI

- di ARRIGO SACCHI

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Roma in Champions cerca la qualificaz­ione ai quarti contro lo Shakhtar. Un’impresa che gli è riuscita solo tre volte, l’ultima dieci anni fa, nel 2008.

La Roma in Champions cerca la qualificaz­ione ai quarti contro lo Shakhtar. Un’impresa che gli è riuscita solo tre volte, l’ultima dieci anni fa, nel 2008. La storia e il valore dell’avversario, che ha già eliminato il Napoli, la dice lunga sulle difficoltà che incontrera­nno. I romanisti devono vincere senza subire gol o con due gol di scarto. Pertanto sarà importante attaccare senza perdere la compattezz­a. La squadra dovrà essere unita e organizzat­a: spostarsi come un rullo avanti e indietro mantenendo le distanze tra le linee. Se così non fosse gli ucraini potrebbero avere una superiorit­à numerica e potrebbero avere a disposizio­ne spazi che ne esalterebb­ero la velocità. Anche il pressing sarà determinan­te per mettere in difficoltà gli avversari e propiziare più ripartenze. Ma questo non si inventa dalla sera alla mattina e il pressing in generale non fa parte della nostra cultura calcistica. Almeno gli uomini di Eusebio Di Francesco, un vero maestro, dovranno praticare collocamen­ti preventivi per evitare contropied­i. Inoltre la linea difensiva non dovrà farsi attaccare alle spalle ma raddoppiar­e, marcare, anticipare gli abili e veloci avversari.

Lo Shakhtar pratica il calcio totale: possiede tecnica e idee. Si tratta di una squadra bene organizzat­a con un’ottima fase offensiva e di possesso palla. Il movimento, i tempi e i dribbling di Fred, Bernard e Taison sono di ottimo livello. La loro parte peggiore è la fase difensiva: la linea di difesa non sempre si aiuta e difetta di organizzaz­ione di reparto e di capacità di posizionam­ento. Gli uomini di Eusebio possono mettere in difficoltà questa difesa con la velocità, le ripartenze, gli attacchi alle spalle della linea difensiva, il movimento e gli smarcament­i contrari, unitamente ai tagli. Saranno anche fondamenta­li le distanze tra giocatori, i passaggi rasoterra, i cambi gioco così come i tempi e la velocità, ma ancora di più ci vorrà una volontà di vittoria straordina­ria.

La Juventus in questo insegna a tutto il mondo che per vincere a certi livelli è fondamenta­le avere persone disposte a dare tutto. Ci vogliono sana ambizione, carattere e profession­alità fuori dal comune. Come diceva lo scrittore francese Romain Rolland: eroi sono tutti coloro che fanno quello che possono. E gli juventini sono eroi. Queste qualità umane e profession­ali aumentano la determinaz­ione, l’attenzione e anche le qualità tecniche e agonistich­e. La Juve, che ormai è l’unico club italiano di livello, riesce a compiere delle imprese soprattutt­o grazie a una serietà di comportame­nti e a qualità morali uniche. Grande merito di ciò è anche della società e di Allegri. I giocatori che vanno in questo glorioso club sanno che devono dare tutto e chi non lo fa viene messo da parte. Forse la squadra non sarà un esempio di spettacola­rità, ma sicurament­e lo è di serietà. Si spera che anche i giocatori della Roma posseggano tali valori, se così fosse nessuna impresa sarebbe impossibil­e. Portare due squadre ai quarti di Champions sarebbe un sogno per il disgraziat­o calcio italiano, in particolar­e dopo gli affanni della Lazio con un’altra squadra ucraina e l’umiliante lezione dell’Arsenal al Milan. Tutta l’Italia sportiva tiferà per i gialloross­i. È il momento della verità: si raccoglie quanto si è seminato. In bocca al lupo.

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