La Gazzetta dello Sport

UN COCCODRILL­O A PELO D’ACQUA

La vittoria della Juve nel recupero con l’Atalanta

- IL COMMENTO di LUIGI GARLANDO email: lgarlando@rcs.it

O ra i punti di vantaggio della Juve sul Napoli sono 4. Se non cambierann­o le distanze, nello scontro diretto dello Stadium Allegri potrà anche concedersi il lusso di perdere...

Adesso i punti di vantaggio della Juve sul Napoli sono 4. Significa che se le prossime cinque giornate non cambierann­o le distanze, nello scontro diretto dello Stadium, Allegri potrà anche concedersi il lusso di perdere e tenersi comunque alle spalle la tuta di Sarri. Dodicesima vittoria consecutiv­a. La fuga dei cannibali bianconeri psicologic­amente pesa molto più di 4 punti. Vero che la Juve dovrà guadare due trasferte ostili (Inter e Roma), ma anche il Napoli è atteso da viaggi scomodi: Milan, Juve, Samp...

Ci sono i 17 passaggi in 50 secondi per lo splendido gol di Hamsik contro il Cagliari e poi c’è Douglas Costa, ieri contro l’Atalanta, che sgomma e taglia il campo come se fosse in motorino prima di scaricare la palla a Higuain. Un passaggio solo in una fettina di tempo. C’è Insigne che. solo davanti ad Handanovic, cerca un cucchiaio impossibil­e e poi c’è il Pipita, ieri contro l’Atalanta, che imbuca il diagonale in tutta sicurezza. Lo stesso Pipita che al San Paolo parcheggiò nell’angolino un tiro essenziale, senza fronzoli. I quattro punti di vantaggio sono stati scavati anche da questa praticità, molto piemontese, della Juventus. Mentre il Napoli ha dato spesso l’impression­e di voler rispettare a tutti i costi la propria missione di bellezza, finendone a volte prigionier­o. Quasi un patto d’onore contro i gol ignoranti, un giuramento di sangue contro la prosa dei tocchi di piatto, a favore della poesia dei colpi di tacco e dei tiri a giro. Il Napoli capolista è stato ricacciato indietro dai gol di Dzeko e Higuain, centravant­i veri. Sarri ha pagato anche questo: la fede ad oltranza in un attacco di manovra. più tecnico che fisico, capace di aprire varchi con il movimento. «Il nostro numero 9 è lo spazio», spiegava un tempo Guardiola al Barcellona. Alla fine però, lo spazio vuoto riempito da Higuain, è risultato più vincente. Lo spazio vuoto che piace alla Juve è quello alle spalle di Buffon e Szczesny: con il recupero di ieri sono nove le partite senza gol subiti, allineate dai bianconeri. Neppure una rete presa nel 2018. La vera bellezza della Juve è a forma di zero. Praticità e solidità: la fuga scudetto di Allegri si spiega anche così.

La Juve ormai ha preso le abitudini di un animale predatore. Si nasconde a pelo d’acqua come un coccodrill­o e scatta ad azzannare l’antilope che viene a bere. Ha lasciato palla all’Atalanta per poi colpirla con la coltellata di Douglas in contropied­e. Vive di vampate feroci. Pensate ai 4 minuti di Londra che hanno fulminato il Tottenham. In Italia basta e avanza. Ma quasi tutte le sopravviss­ute di Champions vivono ad alta intensità, senza pause. Per azzannarle occorrerà cambiare passo.

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