UN COCCODRILLO A PELO D’ACQUA
La vittoria della Juve nel recupero con l’Atalanta
O ra i punti di vantaggio della Juve sul Napoli sono 4. Se non cambieranno le distanze, nello scontro diretto dello Stadium Allegri potrà anche concedersi il lusso di perdere...
Adesso i punti di vantaggio della Juve sul Napoli sono 4. Significa che se le prossime cinque giornate non cambieranno le distanze, nello scontro diretto dello Stadium, Allegri potrà anche concedersi il lusso di perdere e tenersi comunque alle spalle la tuta di Sarri. Dodicesima vittoria consecutiva. La fuga dei cannibali bianconeri psicologicamente pesa molto più di 4 punti. Vero che la Juve dovrà guadare due trasferte ostili (Inter e Roma), ma anche il Napoli è atteso da viaggi scomodi: Milan, Juve, Samp...
Ci sono i 17 passaggi in 50 secondi per lo splendido gol di Hamsik contro il Cagliari e poi c’è Douglas Costa, ieri contro l’Atalanta, che sgomma e taglia il campo come se fosse in motorino prima di scaricare la palla a Higuain. Un passaggio solo in una fettina di tempo. C’è Insigne che. solo davanti ad Handanovic, cerca un cucchiaio impossibile e poi c’è il Pipita, ieri contro l’Atalanta, che imbuca il diagonale in tutta sicurezza. Lo stesso Pipita che al San Paolo parcheggiò nell’angolino un tiro essenziale, senza fronzoli. I quattro punti di vantaggio sono stati scavati anche da questa praticità, molto piemontese, della Juventus. Mentre il Napoli ha dato spesso l’impressione di voler rispettare a tutti i costi la propria missione di bellezza, finendone a volte prigioniero. Quasi un patto d’onore contro i gol ignoranti, un giuramento di sangue contro la prosa dei tocchi di piatto, a favore della poesia dei colpi di tacco e dei tiri a giro. Il Napoli capolista è stato ricacciato indietro dai gol di Dzeko e Higuain, centravanti veri. Sarri ha pagato anche questo: la fede ad oltranza in un attacco di manovra. più tecnico che fisico, capace di aprire varchi con il movimento. «Il nostro numero 9 è lo spazio», spiegava un tempo Guardiola al Barcellona. Alla fine però, lo spazio vuoto riempito da Higuain, è risultato più vincente. Lo spazio vuoto che piace alla Juve è quello alle spalle di Buffon e Szczesny: con il recupero di ieri sono nove le partite senza gol subiti, allineate dai bianconeri. Neppure una rete presa nel 2018. La vera bellezza della Juve è a forma di zero. Praticità e solidità: la fuga scudetto di Allegri si spiega anche così.
La Juve ormai ha preso le abitudini di un animale predatore. Si nasconde a pelo d’acqua come un coccodrillo e scatta ad azzannare l’antilope che viene a bere. Ha lasciato palla all’Atalanta per poi colpirla con la coltellata di Douglas in contropiede. Vive di vampate feroci. Pensate ai 4 minuti di Londra che hanno fulminato il Tottenham. In Italia basta e avanza. Ma quasi tutte le sopravvissute di Champions vivono ad alta intensità, senza pause. Per azzannarle occorrerà cambiare passo.