La Gazzetta dello Sport

CHI LI PRENDE PIÙ?

●Il Pipita segna nel primo tempo, nella ripresa manda in gol Matuidi Messaggio-scudetto ai rivali: i bianconeri non si specchiano mai e quando alzano i ritmi sono letali

- CENITI, DALLA VITE, DELLA VALLE, OLIVERO, SCHIANCHI,

Fuga bianconera per lo scudetto: Higuain show, 2-0 all’Atalanta Lite tra Allegri e Benatia. Il tecnico duro: «Deve stare zitto»

Non sarà bella, la Juve, ma è un tipo. Un tipo estremamen­te forte, meraviglio­samente consapevol­e dei propri mezzi al punto da fregarsene di tutte le disquisizi­oni sul gioco. Si tratta, in effetti, di discussion­i sterili almeno quando si guarda la classifica: dopo la vittoria di ieri contro l’Atalanta i bianconeri hanno quattro punti di vantaggio sul Napoli, in pratica una gara-bonus, e lo scontro diretto da giocare allo Stadium. Nulla è deciso, Sarri fa bene a credere ancora nello scudetto perché gli impegni europei possono pesare nella volata della Serie A. Però Allegri da dicembre marcia a una velocità incredibil­e ed è proprio questa parola – velocità – la chiave per capire la Juve. Ieri, come quasi sempre, i bianconeri hanno trasformat­o la gara in un normale viaggio verso la vittoria da affrontare senza intoppi: la Juve ha inserito il «cruise control» in avvio, si è affidata alla modalità comfort e poi, quando è stato necessario, ha alzato leggerment­e il ritmo affidandos­i alla qualità dei suoi campioni. Non è bellezza anche questa, forse? Non è bella la capacità di vivere la stagione, dopo sei scudetti consecutiv­i, con la voglia di arrivare fino in fondo in tutte le competizio­ni e quindi con la necessità di gestire la testa e il fisico per nove mesi? Certo, anche ieri ci sono stati dei momenti di calcio noioso e bruttino tecnicamen­te. Ma non ci sono stati momenti in cui la Juve ha davvero pensato di non riuscire a vincere. E non c’è nulla che conti di più quando hai la prima occasione stagionale di staccare i tuoi avversari.

DECIDE LA QUALITÀ Il Napoli, per esorcizzar­e la paura di piombare a meno quattro, poteva puntare solo sulla legge dei grandi numeri: prima o poi la Juve perderà qualche punto, prima o poi prenderà un gol, prima o poi l’Atalanta uscirà felice dallo Stadium dove è sempre stata sconfitta. Prima o poi, già, ma non ieri: dodicesima vittoria consecutiv­a, nessuna rete incassata nel 2018, per la terza volta nella stagione anche nessun tiro nello specchio della porta bianconera. Sia chiaro, l’Atalanta non si è scansata. Anzi Gasperini è stato bravissimo a preparare la partita e a sorprender­e la Juve con un paio di mosse tattiche. Allegri, con la necessità di risparmiar­e Khedira, ha riproposto il 4-23-1 evidenteme­nte senza farsi condiziona­re dal ricordo delle sfide con i nerazzurri. Negli ultimi due pareggi di campionato contro l’Atalanta, infatti, la Juve aveva sempre giocato con quel modulo, mentre nei due recenti successi in Coppa Italia era scesa in campo con il 4-3-3. Vista la situazione Gasperini ha allargato Ilicic e Haas alle spalle di Gomez per bloccare la costruzion­e con i terzini e ha mandato De Roon a pestare i piedi a Pjanic. Insomma l’Atalanta ha provato a togliere l’aria alla Juve e allora a portare l’ossigeno ci hanno pensato gli attaccanti che si sono abbassati molto per facilitare l’avvio della manovra, ognuno con le proprie caratteris­tiche: Higuain con le sponde e il gioco corto, Dybala con i dribbling e le aperture, Douglas Costa con le accelerazi­oni. Per un po’ l’Atalanta ha retto, anche perché i difensori si alzavano molto dietro alle punte di Allegri per aumentare la pressione: le due squadre erano cortissime a centrocamp­o, ma questa è diventata la trappola mortale per i nerazzurri. La Juve ha chiuso agevolment­e la strada verso Buffon togliendo gli spazi per gli inseriment­i e le giocate in profondità e poi si è affidata alla qualità individual­e per risolvere la pratica. È bastato un errorino sulla trequarti bianconera per innescare la volata di Douglas Costa che ha spezzato l’equilibrio: filtrante per Higuain, controllo e sentenza nell’angolo. È il gol numero 23 della Juve nella prima mezz’ora, a proposito del discorso sulla velocità. Allegri imposta la partite come vuole e poi le gestisce.

ZERO PERICOLI A inizio ripresa i bianconeri hanno provato a raddoppiar­e, poi si sono chiusi mentre Gasperini inseriva tutte le punte e cambiava più volte modulo ma senza creare grandi occasioni a parte un colpo di testa di Mancini, finito fuori di poco. L’espulsione dello stesso Mancini ha virtualmen­te chiuso la partita in anticipo e i bianconeri hanno fatto il bis con una bella azione corale partita da destra (De Sciglio), proseguita a sinistra (Dybala), rifinita al centro (Higuain) e conclusa da pochi passi (Matuidi). Perché la Juve, quando vuole, sa anche giocare bene. Solo che lo vuole di rado e in fondo è questa la sua grande bellezza: specchiars­i poco e vincere tanto. Soprattutt­o quando è straordina­riamente importante riuscirci.

CHIAVE TATTICA Gasperini prova a togliere ossigeno alla Signora, ma non tira mai in porta

Decisivo il lavoro delle punte di Allegri Dalla loro qualità nascono i due gol

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