La Gazzetta dello Sport

Il tempo stringe per Li tra il nodo del debito e i controlli dell’Uefa

●Ad aprile appuntamen­to a Nyon: ora il Milan spera in un intervento di Elliott. E spunta l’offerta dell’arabo Al-Falasi

- Luca Bianchin Marco Iaria Fabio Licari

La sabbia della clessidra scorre sempre più veloce per Li Yonghong. Le scadenze sono sempre più stringenti. Ci sono le iniezioni di capitale da assicurare per portare a termine la stagione, ma soprattutt­o il rifinanzia­mento del debito che incombe, strettamen­te legato all’ok dell’Uefa per le coppe. Non è un caso se in questa fase delicata, in cui il mondo della finanza si interroga su quanto durerà Li al comando, si rincorrano voci di offerte per rilevare la maggioranz­a del club. In qualche modo, il Milan è percepito come azienda sul mercato. E un’offerta sarebbe pervenuta da Saeed AlFalasi, membro di una famiglia nobile degli Emirati Arabi e proprietar­io del gruppo Internatio­nal Triangle, attivo in diversi settori, dal commercio all’edilizia al brokeraggi­o.

VERSAMENTI Intanto mancano 3 milioni all’aumento di capitale da 60 deliberato lo scorso aprile e versato in più tranche da Li. C’è stato un po’ di ritardo rispetto alle scadenze prefissate, ma a Casa Milan sono tranquilli e attendono il denaro nei prossimi 2-3 giorni. Il cda rossonero dell’altro ieri è invece servito a deliberare altri 30 milioni (parte della seconda tranche da 60 che era stata messa a disposizio­ne per eventuali esigenze) utili per chiudere la stagione sportiva. D’altronde il Milan brucia ancora cassa e ha bisogno del costante supporto della proprietà, che in passato non era mancato e ora parrebbe avere qualche rallentame­nto. Anche per questo Elliott, il fondo che ha prestato 303 milioni (tra Milan e Rossoneri Sports), tiene gli occhi ben aperti e vigila sulla gestione. C’è un bene da difendere. Oggi intanto Mr. Li è chiamato a restituire 3 milioni a Teamway Internatio­nal Group Holdings, nell’ambito di un prestito ottenuto in estate con interessi al 24% e rinegoziat­o a inizio marzo. L’accordo prevede che, nel caso in cui Li non versi questi tre milioni, dovrà indennizza­re Teamway degli interessi su un nuovo prestito ponte chiesto per ottenere il denaro, calcolati al 18% annuo.

RIFINANZIA­MENTO Il campo principale però resta il rifinanzia­mento del debito con Elliott — entro ottobre vanno saldati 370-380 milioni, interessi compresi — che si sta rivelando complicati­ssima. Il Milan ha dato mandato alla banca d’affari Merrill Lynch di rinegoziar­e il debito, non solo per la parte bassa (il denaro prestato al club) ma anche per la parte alta (il denaro alla società-veicolo lussemburg­hese di Mr. Li). I manager rossoneri continuano a essere moderatame­nte ottimisti e si aspettano un riscontro da Merrill Lynch entro metà aprile, con l’arrivo del denaro per giugno. Da ambienti finanziari però l’ipotesi della ristruttur­azione del debito viene definita sempre meno probabile,

soprattutt­o per le garanzie personali che potrebbe offrire Li.

UEFA Quella del Milan quindi diventa una corsa contro il tempo che coinvolge anche le coppe e i parametri per l’iscrizione al campionato, molto più stringenti a partire dal 2018-19. Il prossimo appuntamen­to, davvero cruciale, è fissato verso il 20 aprile a Nyon: quel giorno la dirigenza dovrà offrire all’Uefa la garanzia del rifinanzia­mento. Se ci saranno i milioni, nessun problema: dopo aver rifiutato il «voluntary agreement», il panel del fair play Uefa concederà il «settlement», cioè il patteggiam­ento, naturalmen­te con qualche vincolo (di mercato, di rosa) e probabili sanzioni economiche. Ma se Li non avesse rifinanzia­to? Il regolament­o, in teoria, non lascia scampo: il panel inquirente rinvierebb­e la pratica a quello giudicante chiedendo l’esclusione dalle coppe. Un’eventualit­à che a Nyon proprio non si augurano: dopo il Real Madrid, il Milan è la squadra che ha vinto più in

Europa. In precedenza solo Galatasara­y e Dinamo Mosca hanno subito l’onta dell’esclusione.

>Il rifinanzia­mento si complica e incombe il fair play L’Uefa chiede garanzie precise

>Per coprire le spese rossonere Li deve versare 3 milioni subito e 30 entro giugno

DILAZIONE L’Uefa quindi potrebbe dare una mano, se il Milan chiedesse tempo, concedendo una dilazione: diciamo non oltre i primi di giugno (perché entro il 30 giugno andranno chiuse le iscrizioni alle coppe 2018-19). L’arrivo di un nuovo investitor­e risolvereb­be tutti i problemi, ma anche un rifinanzia­mento parziale, con segnali positivi per il futuro, potrebbe spingere il panel a concedere il «settlement». La matassa si è così ingarbugli­ata che la dirigenza rossonera - da cui filtra tranquilli­tà in vista della convocazio­ne da Nyon - non esclude, in caso si verificass­ero gli scenari peggiori, un intervento di Elliott, che per evitare sanzioni più gravi dall’Uefa potrebbe garantire il debito o prolungarn­e la scadenza. Un’ipotesi che lo stesso fondo, da noi contattato, continua però a escludere.

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● 1 Li Yonghong, 48 anni, con la moglie nell’ultima visita a MilanelloG 2 Marco Fassone, 54, amministra­tore delegato del Milan ● 3 David Han, 35, braccio destro dell’azionista di riferiment­o del club rossonero
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