La Gazzetta dello Sport

Da Cannavaro a Lucarelli Il «Viareggio» dei figli d’arte

●Di padre in figlio, in Versilia tanti nomi noti: da Cannavaro a Lucarelli, fino a Portanova

- Foto: Christian Cannavaro,

Dal giuramento ai protagonis­ti in campo, è un’edizione della Viareggio Cup nel segno degli eredi. Figli o fratelli d’arte. La 70a edizione si è aperta con il saluto di Federico Chiesa, figlio di Enrico, che a suon di gol ha fatto la storia soprattutt­o con le maglie di Parma e Fiorentina. Federico come papà ama l’uno contro uno, ma è meno goleador. E non è l’unico caso di diversità in famiglia. Al Viareggio ci sono undici figli e un fratello d’arte, tutti cresciuti a pane e pallone. Ma soltanto quattro hanno seguito le orme di famiglia, gli altri otto hanno cercato altre strade. Alessio Rollandi fa il portiere al Genoa, papà Maurizio è stato il suo primo allenatore avendo giocato nello stesso ruolo con lo Spezia insieme a Spalletti forse gli anni migliori (attualment­e preparator­e dei portieri). E sempre col Genoa sta cercando di imporsi Alessandro Romairone, figlio di Giancarlo, oggi d.s. del Chievo. Tra i Romairone e il torneo di Viareggio c’è un legame speciale. Alessandro lo ha vinto lo scorso anno con la maglia del Sassuolo assieme a un altro figlio d’arte, Nicholas Pierini, una punta esterna di qualità nonostante papà Alessandro facesse lo stopper. Ale Romairone quest’anno ha debuttato alla Viareggio Cup risultando tra i migliori in campo — e realizzand­o anche un gol — nel 6-0 contro la Lucchese. Esplosivo, con colpi importanti, Romairone spera di sfruttare questo secondo Viareggio per fare il definitivo salto. Curiosità: anche papà Giancarlo giocò più edizioni del Viareggio alla fine degli anni Ottanta, tutti con la maglia del Genoa. E poi c’è la famiglia Buglio: papà Francesco esordì in A con il Varese ma chiuse presto la sua carriera da centrocamp­ista per problemi di salute; Davide gioca nell’Empoli, ha realizzato lunedì il gol partita contro l’Entella e lo scorso anno ha perso la finale del Viareggio. Due difensori, invece, in casa Delli Carri. Ieri Filippo, figlio di Daniele, era il capitano della Juventus nel match vinto contro il Benevento.

ALTRO RUOLO A guidare il team dei rivoluzion­ari c’è Christian Cannavaro, in campo mezz’ora al debutto contro l’Euro N.Y. e ieri rimasto in panchina: a differenza di papà Fabio e zio Paolo, Christian è un uomo d’ordine in mediana. Manolo Portanova (Juve), invece, è un jolly di centrocamp­o di grande qualità, già protagonis­ta nelle Nazionali U17 e U18. Papà Daniele non aveva dei piedi dolci, ma se ha preso la sua leadership potrà fare tanta strada. Anche Filippo Serena (Venezia) fa il centrocamp­ista, mentre papà Michele amava le sgroppate sulla fascia, partendo dalla difesa. Gioca in D a Viareggio e fa il terzino (due gol), eppure Filippo Lucarelli, figlio di Cristiano, è tornato al Livorno in prestito per questo torneo, dove si è già messo in evidenza Cristiano Bani, fratello del difensore del Chievo Mattia: anche per lui gol al debutto con la Pro Vercelli. Di Marco Gautieri (figlio di Carmine), invece, piace la spinta e la personalit­à. Non hanno ancora giocato, per motivi diversi, Tommaso Aglietti (figlio di Alfredo) e Riccardo Sottil (figlio di Andrea): il primo, 17 anni, è il secondo portiere dell’Entella; il secondo è uno dei migliori talenti del ‘99 ed è impegnato con la Nazionale U19. Se la viola ha sfiorato lo scudetto un anno fa il merito è soprattutt­o suo.

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Papà Fabio ha scritto la storia della Nazionale italiana ed è stato l’ultimo italiano a vincere il Pallone d’oro. E anche zio Paolo era un difensore. Christian, invece, fa il centrocamp­ista a Benevento
TADDEO CANNAVARO Papà Fabio ha scritto la storia della Nazionale italiana ed è stato l’ultimo italiano a vincere il Pallone d’oro. E anche zio Paolo era un difensore. Christian, invece, fa il centrocamp­ista a Benevento
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