ASAMOAH IN SCADENZA L’INTER LO TENTA ROMA BLINDA ALISSON
●Su 7 acquisti estivi, 5 svettano: Costa e Bernardeschi spaccano, De Sciglio pare rinato. E se Bentancur impara, Höwedes va risanato
La retrospettiva dell’attualità porta a capire quanto segue: uno alla volta — chi da subito e chi con calma — gli acquisti estivi della Juventus hanno tracciato il solco, fatto la differenza, reso per quanto è stato speso. L’ultima rappresentazione contro l’Atalanta riporta ai vertici dei consensi due giocatori. Il primo: Douglas Costa, la cui accelerazione dentro il campo ha fulminato la sceneggiatura fino all’assist per Higuain. Il secondo: Matuidi, che alla capacità di tampinare tutti e allungare o accorciare il campo ha aggiunto il terzo gol stagionale, ceralacca sull’eventuale telegramma scudetto.
77,5 MILIONI DI UTILITÀ Douglas Costa e Matuidi hanno collezionato 34 presenze a testa, quindi come Dybala e Pjanic e meno dell’onnipresente Higuain. Pezzi forti, considerando le rispettive peculiarità tecniche. Ciò significa che i potenziali 77,5 milioni di euro spesi per i due (6+40 più 1 di bonus il brasiliano; 20+10,5 il francese) stanno avendo la cornice della concretezza. L’impronta di entrambi è tipicamente europea: creano sconquassi, superiorità numerica, vuoto, danno scatti e varianti. Pezzi unici.
L’ORO DI BERNA E peccato, poi, che Federico Bernardeschi si sia infortunato: le terapie potrebbero scongiurare l’intervento ma intanto la sua resa è stata lenta, progressiva ma fulminante nel momento in cui ha abbinato personalità a iniziative, per sé o la collettività. Di Fede vanno ricordati colpi belli o decisivi: l’eurogol contro la Spal, gol e assist contro l’Atalanta all’andata, la palla a Dybala contro il Chievo, 2 assist contro il Sassuolo, il gol alla Robben contro l’Olympiacos, la punizione decisiva
a Firenze, la punizione presa e l’assist contro il Tottenham, la rete decisiva al Cagliari, il pallone recuperato e quasi out a Verona per Khedira-gol. Oro.
DE SCIGLIO E ALLEGRI Voti tendenti verso l’alto anche per De Sciglio: la fiducia di Allegri - che lo ha rivoluto dopo averlo lanciato nel Milan - lo ha reso molto più simile ai primi anni milanisti, quindi utile e affidabile. E proprio Mattia descrive il canovaccio Allegri. «È un allenatore che capisce i momenti - dice a Sky -: ci sono momenti in cui durante la settimana viene e scherza con tutti noi e momenti invece in cui bisogna stare sul pezzo e ti richiama all’ordine. Come è successo anche con Benatia. È molto attento su quelle cose, non bisogna sprecare energie inutilmente ma pensare agli obiettivi». Mattia ha giocato 16 volte, debuttò «tragicamente» nella finale di Supercoppa italiana, fu scelto come titolare a Barcellona, si infortunò e da quel momento sembrava fosse un’altra annata dispari. Con calma e applicazione, si è invece ripreso, con tanto di eurogol al Crotone.
UN VICE POCO... VICE Poi, c’è Wojciech Szczesny: in attesa della scelta di Buffon, si è comportato da titolare. Ha subìto 6 gol in 17 gare intere, ha messo mani e piedi (la parata salvifica su Schick in Juve-Roma), mostrato un’incertezza (punizione di Ciciretti) ma soprattutto freddezza e credibilità. Da numero uno, non da vice.
RODRI E «BENEDETTO» E Rodrigo Bentancur? «Per essere un giovane al primo anno di Juve ne ha giocate anche troppe di partite», ha sottolineato Allegri. Frase che sottintende la fiducia data subito all’uruguaiano (titolare al Camp Nou), la scolarizzazione da vice Pjanic ma anche una sorta di «rigetto» per non aver mai riposato. Chi invece ha riposato troppo è Benedikt Höwedes: titolare contro il Crotone ma prima e dopo solo infortuni muscolari. A Benedetto servirebbe una benedizione.