La Gazzetta dello Sport

Giusta l’idea del 4-4-2 Sulle fasce il Milan gira però l’Arsenal è super

●Il nuovo sistema di gioco piace perché compatta la squadra Bene la catena di destra, ma la qualità inglese è superiore

- Andrea Schianchi

Il disegno tattico è corretto, ma la zavorra del risultato dell’andata (mica facile rimontare uno 0-2), l’errore arbitrale, quello decisivo di Donnarumma e la forza dell’Arsenal cancellano tutte le buone intenzioni. Gattuso sceglie il 44-2, rispetto al consueto 4-3-3, per due ragioni. La prima: con questo modulo la squadra è più compatta, i reparti sono più vicini e dunque ci può essere una maggiore collaboraz­ione tra i singoli. La seconda ragione della scelta: se l’Arsenal si prende il centro del campo, grazie ai suoi giocolieri che creano sempre la superiorit­à numerica, i rossoneri hanno il compito di andare via sulle fasce laterali, dove le coppie Borini-Suso e Rodriguez-Calhanoglu possono duettare e mandare in tilt la retroguard­ia inglese. L’occasione, proprio all’alba della partita, capitata ad Andrè Silva è figlia di questa mossa: da Suso a Borini, i difensori dell’Arsenal dormono, e il cross è perfetto per il portoghese che calcia sull’esterno della rete. E se fosse finita dentro quella conclusion­e chissà come si sarebbe sviluppata la sfida. Ciò, comunque, significa che il piano funziona: l’importante, quando si adotta questa soluzione, è muoversi sempre «a fisarmonic­a», Bonucci e Romagnoli devono dettare i tempi del pressing e i compagni hanno il compito di seguirli.

MOVIMENTI L’impegno più gravoso è sulle spalle dei due centrocamp­isti. Montolivo e Kessie, oltre a sobbarcars­i il lavoro di costruzion­e, hanno pure quello di aggredire Xhaka e Ramsey e quello di non concedere spazi alle loro spalle dove s’inseriscon­o Wishere e Ozil. Un gioco di lotta e di governo, insomma: molto dispendios­o, in termini di energie fisiche e psicologic­he. A dare una mano al tandem centrale, secondo le indicazion­i di Gattuso, devono essere Calhanoglu e Suso i quali, con precisi movimenti di accentrame­nto, devono infoltire il settore e pressare sul portatore di palla avversario. I rientri dei due laterali offensivi sono micidiali per la difesa dell’Arsenal: gli uomini di Wenger non riescono ad accorciare con i centrocamp­isti, i centrali difensivi sono impegnati da Cutrone e Andrè Silva e i terzini si devono preoccupar­e di Borini o di Rodriguez che spingono. Il gol dell’1-0 di Calhanoglu nasce da un’iniziativa di Rodriguez che attira su di sè Bellerin, scarica sul numero 10 che ha tempo e spazio per prendere la mira e indirizzar­e il pallone nell’angolino.

PROGRESSI E’ vero che quella rossonera è una rete «di sinistra», ma la zona nella quale il Milan è più pericoloso è quella destra. Borini corre tantissimo, si occupa di Mkhitaryan (con l’aiuto di Bonucci) e riparte con frequenza e rapidità. Suso lo accompagna e lo imbecca con sapienti tocchi che lo mandano «faccia a faccia» con Monreal. Il problema del Milan è che di fronte c’è una squadra che, quando ha il pallone tra i piedi, sa che cosa fare. Meno pressing rispetto alla gara di San Siro, da parte dell’Arsenal, ma identica qualità nei passaggi e nei lanci. Ozil dipinge calcio, Wilshere disegna trame che sembra un architetto, Xhaka e Ramsey non buttano mai via la palla. I rossoneri, nonostante i notevoli progressi nell’era Gattuso in termini di gioco e di personalit­à, non sono ancora pronti per giocarsela con simili avversari.

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