La Gazzetta dello Sport

Una Lazio da sballo Apre Lucas Leiva Chiude De Vrij Conquistat­a Kiev

●La squadra di Inzaghi domina e segna un gol per tempo in casa Dinamo: Anderson è super DINAMO KIEV LAZIO

- Stefano Cieri INVIATO A KIEV (UCRAINA)

Da Pippo a Simone. L’Olimpiyski­y di Kiev sorride ancora alla famiglia Inzaghi. Venti anni dopo la magica serata del fratello maggiore (tripletta alla Dinamo con la maglia della Juve e bianconeri alle semifinali di Champions dopo l’1-1 dell’andata), anche a Simone riesce l’impresa di ribaltare un pari interno (2-2) e staccare il pass per i quarti di Europa League, miglior risultato nelle coppe (eguagliato) per la Lazio targata Lotito.

TUTTO FACILE (CON BRIVIDO) Vittoria limpida e qualificaz­ione ampiamente meritata. Ma molto più sudata di quanto non dica il punteggio finale. Esclusivam­ente per colpa della Lazio, però. Capace di mettere al sicuro il risultato solo nel finale dopo aver dilapidato una mezza dozzina di occasioni per chiudere la gara molto prima ed evitare di arrivare così ai minuti conclusivi con il fiato corto. Questo è stato peraltro l’unico neo di una serata per il resto perfetta, con Inzaghi bravo ad azzeccare tutte le mosse e i suoi uomini determinat­issimi a prendersi una qualificaz­ione che, dopo la gara di andata, si era messa in salita. Niente turnover (appena due le novità rispetto alla partita di domenica a Cagliari: Patric e Anderson per Basta e Lukaku) e centrocamp­o-fantasia, come annunciato. Con Luis Alberto sulla linea della mediana, ma pronto ad aggiungers­i a Felipe Anderson alle spalle di Immobile. Tanto chiaro quanto tremendame­nte efficace il progetto tattico di Inzaghi: bucare centralmen­te la difesa degli ucraini. All’Olimpico, una settimana fa, la Lazio lo aveva fatto (un po’ fortuitame­nte) solo in tre occasioni, ed erano arrivati due gol e un palo. Nella fredda Kiev è invece il canovaccio dall’inizio alla fine. Una trama rispetto alla quale l’allenatore della Dinamo Khatskevic­h non sa che pesci prendere.

CIRO, PROPRIO TU Tutto preparato alla perfezione, tutto tremendame­nte efficace. Tutto, tranne gli errori sottoporta. Sì, perché dopo aver già sprecato un paio di opportunit­à sull’1-0 (Immobile e Luis Alberto) e dopo aver sbloccato la gara con Leiva a metà primo tempo (di testa, su angolo di Luis Alberto), la Lazio dà quasi l’impression­e di non voler infierire. Protagonis­ta in negativo, una volta tanto, proprio l’uomo che dall’inizio della stagione sta facendo volare la banda Inzaghi. Ma anche ai cecchini implacabil­i capita talvolta di prendersi una pausa. Certo, vedere Immobile PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Leiva al 23’ p.t.; De Vrij al 38’ s.t. non capitalizz­are tre palle gol grandi così non è roba da tutti i giorni. Non lo aiuta neppure l’arbitro Manzano che non punisce il portiere Boyko (che interviene di mano fuori dall’area per fermarlo) e poi non vede il fallo ai suoi danni di Kadar mentre era lanciato a rete. Ma anche i suoi compagni non sono da meno. Patric riesce a mandare alta una palla che doveva essere solo spinta in rete e anche Luis Alberto non inquadra la porta. Ma lo spagnolo, fresco papà, è comunque letale negli assist. Suo quello dell’1-0 e pure (con la collaboraz­ione di Luiz Felipe) quello del 2-0. Che firma De Vrij, il quale ancora una volta dimostra di non essere minima- mente condiziona­to dal giallo sul controllo antidoping per cui indaga la Nado Italia.

LAZIO RITROVATA E così, nella serata più delicata, Inzaghi ritrova la sua Lazio. Di nuovo compatta, concentrat­a e (anche) con un pizzico di fantasia in più. Grazie alla formula dei due trequartis­ti dietro Immobile. E pensare che mancava pure Milinkovic (rimasto a Roma per un risentimen­to muscolare). Far coesistere lui con Luis Alberto e Felipe Anderson è la nuova frontiera da raggiunger­e per Inzaghi. Se ci riesce, ogni traguardo diventa possibile per la sua squadra. In campionato come in Europa.

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