La Gazzetta dello Sport

Il maratoneta fa pure gol «E non vogliamo fermarci»

●Leader vero, apprezzato dai compagni «Sono contento, avanti così: ci sono tante squadre forti, ma lo siamo anche noi»

- INVIATO A KIEV (UCRAINA) s.cie.

Ese adesso si mette pure a segnare... Lucas Leiva non finisce di stupire. Partita dopo partita, chilometro dopo chilometro, palla recuperata dopo palla recuperata (anzi sradicata). Questo brasiliano «naturalizz­ato» inglese (per meriti sportivi: non si gioca per caso dieci lunghi anni nel Liverpool) si sta rivelando sempre di più il migliore acquisto dell’ultima estate biancocele­ste. E’ stato pagato poco più di 5 milioni di euro. Sembravano anche troppi per un giocatore che – nonostante avesse appena 30 anni – pareva aver già imboccato la parabola discendent­e. Fisicament­e, ma anche mentalment­e.

LEADER VERO Niente di più sbagliato. Già al secondo giorno di ritiro chiamava per nome tutti i compagni, come se li conoscesse da una vita. I senatori della squadra, sorpresi ed ammirati, hanno immediatam­ente aggiunto una sedia per lui al tavolo di chi conta nello spogliatoi­o. GETTY

E Inzaghi ci ha messo un amen a consegnarg­li le chiavi della squadra. Ma neppure loro pensavano potesse avere un impatto così decisivo. Sempre in campo, sempre a tutta, con quello sguardo apparentem­ente innocuo, ma che diventa un incubo per gli avversari che lo incrociano. Aveva già segnato quest’anno, sempre in Europa League. Era accaduto a Waregem in una gara inutile (e infatti persa) per la Lazio. Era andato vicino al bis domenica a Cagliari (per anticiparl­o Ceppitelli ha fatto autogol). Il gol vero è arrivato a Kiev, in una di quelle sfide da affrontare senza fronzoli, come le mille vissute con la maglia del Liverpool. Un gol di testa, lui che certo non è un corazziere. Ma la classe è anche trovarsi al posto giusto al momento giusto. E la classe è anche esultare moderatame­nte e, nel contempo, incitare i compagni a non distrarsi, a restare sul pezzo. E’ quanto, appunto, fa il play brasiliano quando i compagni lo sommergono dopo la rete che rompe l’equilibrio. Un altro avrebbe cercato il primo piano delle telecamere e magari inscenato qualche strana esultanza. Lui no, lui uomo-squadra per antonomasi­a ne approfitta per dire agli altri cosa fare. «Sono contento perché il gol è servito a vincere - dice non a caso alla fine -. Era una partita fondamenta­le per noi, non volevano uscire dalla coppa. Cercheremo di andare ancora avanti in Europa. Ora ci sono tante squadre forti, ma lo siamo anche noi». E se lo dice lui...

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Lucas Leiva, 31 anni

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