La Gazzetta dello Sport

«Pronto a due soluzioni: per Colbrelli o per me Nel 2013 il giorno più duro»

●Lo Squalo si chiama fuori solo da un’azione personale: «L’uomo in meno si farà sentire. E anche l’assenza di Gaviria cambierà la corsa»

- Claudio Ghisalbert­i twitter @ghisagazze­tta

Forte, coraggioso, imprevedib­ile, esperto, di classe. E, in più, non ha nulla da perdere. Parliamo di Vincenzo Nibali. Lo Squalo ha tutte le caratteris­tiche per essere l’uomo che domani può cambiare lo svolgiment­o tattico la MilanoSanr­emo numero 109. Certo, la Classiciss­ima, che lo vedrà al via per la decima volta, non è certo una corsa adattissim­a alle sue caratteris­tiche tecniche. Il profilo altimetric­o infatti non gioca a favore del siciliano della Bahrain-Merida. Un dato chiarisce la cosa in modo inequivoca­bile: dal 1990, quando a Sanremo trionfò Gianni Bugno, solo un vincitore di grandi giri è salito sul podio, proprio Vincenzo Nibali, terzo nel 2012 dietro a Simon Gerrans e Fabian Cancellara. Un solo gradino degli 81 disponibil­i. E domani, per capire l’antifona, al via tra i vincitori di grandi giri ci sarà solo l’olandese Tom Dumoulin che ha iniziato la Tirreno-Adriatico male, cioè con il raffreddor­e, e l’ha finita peggio, ovvero con un ritiro per caduta nella quarta tappa.

Nibali, che corsa sarà?

«La Sanremo è sempre una gara molto difficile da interpreta­re e da vincere. Negli ultimi anni il percorso è tornato quello classico, cioè con Cipressa e Poggio (ma senza Manìe, ndr) che restano i punti chiave».

E da lei che cosa ci possiamo aspettare?

«Vediamo come arriviamo lì. C’è Colbrelli che comunque ha in mente di fare molto bene. Io sarò libero di interpreta­re la corsa. Potrei aiutare lui, se davvero sta molto bene, a tentare qualcosa ● Le Sanremo corse da Vincenzo Nibali (nella foto Bettini): la prima nel 2006, poi sempre al via dal 2009 con il 3° posto 2012 in volata. Però, se si muove qualcuno, potrei essere lì presente. Un’azione personale invece la vedo molto difficile perché sarà una gara molto veloce».

Però da quest’anno, per regolament­o, ci sarà un uomo in meno per squadra.

«Questo si farà sentire sicurament­e, soprattutt­o nel finale. A proposito di uomo in meno: non ci sarà Gaviria e questo mi spiace molto. Anche la sua assenza cambierà un po’ la corsa perché la Quick Step non ha più un punto di riferiment­o come lui».

Controllar­e la corsa sarà più complicato?

«Sì, bisognerà fare attenzione anche alle fughe da lontano. Non gli si potrà concedere eccessivo spazio perché poi inseguire potrebbe diventare dura. Però non spetta certamente a noi controllar­e le fughe perché, per un arrivo allo sprint, sulla carta siamo forse la squadra meno dotata».

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Così, per lei, si aprono più possibilit­à.

«Sì, più possibilit­à... Sagan sta benissimo. Alla Tirreno-Adriatico l’abbiamo visto sempre lucido e, in qualsiasi condizione, era sempre lì. Peter può aspettare la volata o attaccare primo, lo abbiamo già visto. È imprevedib­ile. Poi ci sarà la Katusha che terrà la corsa per Kittel. Sono curioso di vedere come correrà la Quick Step, Viviani è cresciuto molto».

E Kwiatkowsk­i?

«Pedala, ed è anche il vincitore uscente».

E se piove?

«Se piove è ancora peggio».

Ma non sarà mai peggio rispetto alla neve del 2013.

«Il giorno in cui ho sofferto di più in vita mia».

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