Finalmente Innerhofer, un podio per ricominciare
●Secondo dietro Kriechmayr: «Bisogna collaborare per avere successo. Con i tecnici meglio dirsi le cose in faccia»
Sorrisi, finalmente. A parte Paris che se ne va imbestialito per il 19° posto, sorridono il capoallenatore Max Carca, il responsabile dei velocisti Alberto Ghidoni e soprattutto Christof Innerhofer. Il finanziere di Gais a tratti sembra commuoversi per il secondo posto in superG. Ha inseguito così tanto questo podio — il 15° in carriera — che averlo colto proprio all’ultimo momento, nella gara che chiude la stagione della velocità, sembra un segno del destino, la prova che non tutta l’annata è da buttare. Il primo posto di Vincent Kriechmayr — l’austriaco fa doppietta dopo la vittoria di mercoledì in discesa — è a 4/100, ma a Inner non pesano. «Quest’anno ho vissuto tanti stati d’animo diversi — spiega Inner —. All’inizio tristezza per la morte di Poisson, poi speranza dopo Beaver e Val Gardena, poi le delusioni di gennaio, con i primi posti nelle prove e il fatto che in gara mi mancava sempre qualcosa. Poi i dubbi, il nervoso per le cose che non andavano. Dopo i Giochi non riuscivo a stare fermo, sono andato ad allenarmi, a fare gare Fis di gigante. Ho cambiato alcune cose, a Kvitfjell andava già meglio e sono contento di aver sfruttato quest’ultima chance. Il podio mi dà serenità, mi permette di pensare meno». Innerhofer dopo la delusione dei Giochi aveva sottolineato che in squadra c’erano cose che non andavano. Risolte? «Spesso si parla troppo poco, ci siamo chiariti un po’. A volte si dimentica che siamo una squadra e dobbiamo collaborare tutti se vogliamo avere successo. Meglio confrontarsi, si può sempre migliorare. Meglio dirle le cose».
BILANCIO Alberto Ghidoni sembra rasserenato. «Inner è stato veloce tutto l’anno ma non riusciva a concretizzare. Questo podio gli dà una botta di fiducia. Paris è stanco, non riesce a essere fluido, è scarico. Ora andiamo avanti, se resto qualcosa cambieremo, magari nella preparazione. Con Inner ci siamo chiariti, ha spiegato il suo punto di vista. Poi bisogna sentire anche il pensiero di Domme e Peter». Così il capoallenatore Carca. «Quest’anno qualcosa è mancato, ma non si può stravolgere ciò che è avvenuto di positivo. Paris e Fill hanno avuto problemi fisici, quello che stava bene era Inner. Cinque “zero” nelle discese sono tanti, lui lo sa. Dopo i Giochi ci siamo confrontati, ora c’è chiarezza e lui è più sereno. Domme stava male con la schiena, senza infiltrazioni di cortisone non avrebbe gareggiato a Kitzbuehel, forse ci è scappato qualcosa nel monitoraggio. A Peter dopo due anni al massimo il fisico ha detto “basta”. Qualcosa da cambiare c’è, anche sulla gestione dei materiali, ma gli atleti ci sono».