La Gazzetta dello Sport

Avanti! Rossi in moto sino a 41 anni: «Resto finché ne ho voglia»

●«Continuo anche se vinco il 10o titolo. Non voglio imitare Schumi e Biaggi»

- Paolo Ianieri

Un bel +2 alla fine del comunicato Yamaha che ne elencava tutta la sfilza di record, ha sancito l’ufficialit­à del futuro di Valentino Rossi. Che per altri due anni, oltre a questo che inizierà ufficialme­nte oggi con le prime prove libere, sarà alla guida della Yamaha. Finendo col superare ampiamente quota 40 anni (arriverà a quasi 42) e 400 GP (domenica correrà il 366°). «La questione contratto non è mai stata un grosso peso — racconta Rossi —. Io non avevo fretta, Yamaha mi ha detto solo di prendermi il tempo e che sarebbero stati d’accordo con qualsiasi decisione. Non c’è stata pressione. Quando avevo firmato il rinnovo, due anni fa, una parte di me pensava che potesse essere l’ultimo contratto. E subito dopo mi ero sentito molto triste. Non sono ancora pronto per smettere. E chissà se questo è davvero l’ultimo…».

MOTIVAZION­E La voglia, l’entusiasmo, la passione, il divertimen­to. È questo che permette a Rossi di spostare sempre un po’ più in là l’asticella. «Sono ancora competitiv­o e veloce, correre a 41 anni è una bella sfida, ma lavorare duro mi dà gusto, la motivazion­e non è mai stata un peso. Nel contratto non c’è nessuna opzione per smettere dopo un anno. Soprattutt­o, vorrei correre tante belle gare». E non avere rimpianti. «La storia è piena di tanti grandi piloti che hanno smesso all’apice o dopo aver vinto un Mondiale. Ho pensato a Biaggi, Schumacher, Bayliss. Chiudere così è affascinan­te, ma tutti loro si sono poi resi conto di non essere contenti e sono tornati. Ho deciso che andrò avanti fino alla fine. Certo, potrebbe anche essere un rischio, ma se l’avessi pensata così avrei già smesso 6-7 anni fa. La cosa che mi piace di più è la MotoGP e non smetterò finché ne avrò voglia, così che un giorno non possa avere rimpianti».

EMOZIONI Certo che se, come ha detto che è possibile Mick Doohan, quest’anno arrivasse quell’agognato decimo titolo, «poi gli altri due anni… Ma in realtà, a parte il fatto che mi piacerebbe da matti, non cambierebb­e nulla». Perché anche nei momenti più duri, Valentino non ha mai pensato di mollare. «I due anni di Ducati sono stati difficili, l’incidente di Marco (Simoncelli, n.d.r.) ancora di più, però ho sempre pensato che non fosse la cosa giusta». Le sensazioni, del resto, sono quelle di quando, nel 1995, Ivano Beggio, appena scomparso (domenica alle 17.20 italiane un minuto di silenzio ricorderà lui e Ralf Waldmann), gli offrì il primo contratto con l’Aprilia. «Quando salgo in moto le emozioni sono uguali, fuori, invece, allora c’era più eccitazion­e, del resto Beggio mi aveva dato l’opportunit­à che sognavo da quando avevo 4-5 anni». E allora, via per la prima gara, «che è un po’ come il primo giorno di scuola, di una stagione che per me sarà la più equilibrat­a di sempre», con in testa un casco tanto bello quanto semplice, base blu scuro con gli immancabil­i sole e luna ai lati della calotta, realizzato col fido Aldo Drudi. «Un po’ come i caschi Anni ’70 e ’80. Ma io appartengo a quegli anni, no? Porcaccia!». Alla fine, però il dubbio rimane. Scusi Valentino, ma scherzava quando ha detto che potrebbe non essere l’ultimo contratto? «No, non è uno scherzo. Deciderò».

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INVIATO A LOSAIL
 ??  ?? SOLE E LUNA Sul casco 2018, disegnato da Drudi, tornano due simboli cari a Rossi MILAGRO
SOLE E LUNA Sul casco 2018, disegnato da Drudi, tornano due simboli cari a Rossi MILAGRO

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