La Gazzetta dello Sport

GRAN CASINÒ SANREMO

«Bruce Lee» Sagan e una sfida mondiale

- L’INTERVISTA di CLAUDIO GHISALBERT­I

BETTINI

Piace agli intenditor­i di ciclismo perché è forte, fortissimo. Un fuoriclass­e. Fa impazzire le donne perché è bello, atletico, muscoloso. Un maschio. È l’idolo dei ragazzi perché è simpatico, fuori dalle regole, sorprenden­te. Vorrebbero diventare come lui. È anche l’unico ciclista ad avere oltre un milione di follower su Instagram (e altri 840.000 su twitter). Lui è Peter Sagan che, cosa più importante, è anche il favorito della Milano-Sanremo numero 109. Una corsa che sembra tagliata su misura per lui, ma che invece non è ancora riuscito a vincere.

Sagan, contento della condizione con cui è uscito dalla TirrenoAdr­iatico?

«Avrei preferito vincere qualcosa, ma non mi lamento».

Chi vede favoriti?

«Difficile dirlo, ci sono troppe varianti. Ciolek nel 2013 è sbucato dal niente. E anche due anni fa Demare…».

E come sorprese?

«Tanti possono essere quelli che attaccano da lontano. Però ora non so dire chi avrà le gambe. Dipende anche come ognuno avrà recuperato gli sforzi della Tirreno-Adriatico e della ParigiNizz­a, dal meteo… troppe cose. Ma non penso mai troppo a quello che può succedere».

Il momento chiave?

«Sempre il Poggio».

Un uomo in meno per squadra cambia tatticamen­te la corsa?

«Tatticamen­te non penso cambi molto anche perché, per un fattore o per l’altro, nel finale non si rimane in molti per squadra».

1983

Lei preferireb­be la gara dura?

«Io non voglio niente, quello che viene prendo. Mi piace la famosa frase di Bruce Lee: “Devi essere come l’acqua. Se la metti in un bicchiere prende la forma del bicchiere. Se la metti in una bottiglia, prende la forma della bottiglia”».

Che cos’è per lei questa corsa? Lo sentite, voi corridori, il fascino di una sfida così particolar­e?

«È l’apertura delle grandi classiche, dei Monumenti, e già questo ha un grande valore. La Sanremo è una corsa strana. Se tutto va normale, stai in gruppo finché sei sotto la Cipressa. Ma le prime cinque ore mi annoiano. Non devi stare all’erta come nelle corse al Nord quando trovi E UNA STRANA RICHIESTA

«UNA RAGAZZA MI HA MANDATO IL PERIZOMA. L’HO AUTOGRAFAT­O»

PETER SAGAN

«LE PRIME CINQUE ORE MI ANNOIANO. LO STRESS? NON SERVE, INUTILE»

PETER SAGAN SLOVACCO, BORA-HANSGROHE

pavè, stradine, mille curve una dietro l’altra... Sì, stai attento a non fare errori, ma non puoi stare sette ore con un automa».

Per annoiarsi meno cosa fa?

«Ho degli amici in gruppo, parliamo. Poi nelle prime ore devi anche ricordati di mangiare perché nel finale ti servono le energie. Che cosa? Adoro la Nutella, ma non posso mangiarne un chilo. Però anche in una tappa della Tirreno-Adriatico, in corsa, ho mangiato crostata con la crema di nocciola e ho bevuto un cappuccino».

La vigilia si stressa?

«No. Al limite è la gente che mi stressa. Preferisco stare tranquillo. Poi, tanto, è inutile stressarsi

perché non sai cosa potrà accadere il giorno dopo».

È vero che lo scorso anno non sapeva che il giorno dopo doveva correre?

«Sì, pensavo che mancasse un giorno in più».

L’ultima telefonata, o l’ultimo messaggino, prima di andare alla partenza a chi la fa?

«Mah, non penso a queste cose. Poi che cosa dovrei dire? Non vado mica a morire in guerra. Il cellulare lo uso solo per lavoro e il meno possibile. Per me l’uso del cellulare è tempo perso. Si crea un mondo virtuale che non mi piace. Preferisco vedere le persone in faccia».

C’è ancora chi ricorre al vecchio sistema delle lettere per comunicare con lei?

«Altroché. Ricevo dalle 600 alle 1.000 lettere al mese, da ogni parte del mondo. Le smista Gabriele (Uboldi, il suo addetto stampa, ndr) altrimenti non vivrei più. Dagli autografi alle cartoline fino alle cose più strane, qualcuna anche triste, arriva ogni genere di richiesta. C’è anche stata una ragazza che mi ha mandato il suo perizoma per farselo autografar­e. Accontenta­ta».

Come va la vita da padre?

«Marlon è spettacola­re. Per adesso. È sano, allegro, sorride. Si sveglia di notte solo per mangiare».

Lei è l’idolo di molti ragazzi. Se le dovessero chiedere come si diventa Sagan?

«Lo scopo della vita è essere se stessi, tirare fuori il meglio di quello che hai, non essere qualcun altro. Però a questi livelli non ci arrivi facilmente, schioccand­o le dita. Faccio un esempio. Tutti sono convinti che gli attori facciano una bella vita. Quanti pensano ai sacrifici che hanno fatto fin da piccoli, le rinunce, l’energia messa per arrivare, lo studio per restare al top? Poi ci vogliono doti, non tutti i lavori sono per tutti. Non ho pensato di arrivare qui, mi ha portato la vita. Però con impegno e con l’aiuto di mio fratello Jurai, di mio padre, della mia famiglia».

Com’è cambiata le percezione del ciclismo in Slovacchia con lei?

«Prima il ciclismo era solo Armstrong, il Tour. Se ne parlava un mese all’anno. Ora se ne parla sempre, la gente segue anche le corse minori».

L’incontro con il Papa che cosa le ha lasciato?

«Sono stato molto contento, una grande persona. Mi piace. E ho fatto un regalo grande a mia madre».

Lei è famoso anche per lo spettacolo che sa dare. Come nasce questa cosa?

«Lo sport è spettacolo, emozione. Perché uno lo guarda? A volte è più importante dare spettacolo alla gente che vincere. Mi piaceva tantissimo Cedric Garcia nella downhill. Non vinceva quasi mai, ma faceva i numeri e io tifavo per lui. Non mi fregava chi vinceva. Non sarei contento di vincere la Sanremo come ha fatto lo scorso anno Kwiatkowsk­i».

Peter Sagan ciclista e Peter Sagan uomo: sono la stessa persona?

«Sono due persone che vivono assieme. In bici è più facile, trovo tutto organizzat­o, pronto. Io devo “solo” pedalare. Giù dalla bici ho i problemi di tutti, un uomo normale con una famiglia da mandare avanti. Anche in casa, quando ho tempo, cerco di dare una mano a Katerina. Mi piace cucinare, ma odio fare la spesa. Perdo un sacco di tempo, non so mai quello che serve. Se capita devo fare la lista. Se posso mangio a casa, ma ci vuole più tempo quindi a volte il ristorante è una scelta di comodo».

 ??  ?? ● E’ l’anno in cui Beppe Saronni trionfa alla Sanremo in maglia di campione del mondo: ultimo iridato in carica a riuscirci. Nel 2017, al colpo di reni, Kwiatkowsk­i battè Sagan L’attacco di Peter Sagan, 28, sul Poggio nella Sanremo 2017: lo ripeterà...
● E’ l’anno in cui Beppe Saronni trionfa alla Sanremo in maglia di campione del mondo: ultimo iridato in carica a riuscirci. Nel 2017, al colpo di reni, Kwiatkowsk­i battè Sagan L’attacco di Peter Sagan, 28, sul Poggio nella Sanremo 2017: lo ripeterà...
 ??  ?? Super favoriti e suggestion­i italiane Kwiatkowsk­i re nel 2017 davanti a Sagan, Viviani per la volata, Nibali per l’impresa
Super favoriti e suggestion­i italiane Kwiatkowsk­i re nel 2017 davanti a Sagan, Viviani per la volata, Nibali per l’impresa

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