La Gazzetta dello Sport

L’ITALIA CHE VOLA A 2 RUOTE

Il successo Ducati in Qatar: vola l’Italia a 2 ruote

- Di UMBERTO ZAPELLONI

L’uomo solo a Sanremo è rimasto solo anche in Qatar. Da Nibali a Dovizioso, l’Italia a due ruote continua a dare lezioni al mondo. Sono le magie di un weekend all’insegna del tricolore che tanto bene ci fa.

L’uomo solo a Sanremo è rimasto solo anche in Qatar. Da Nibali a Dovizioso, l’Italia a due ruote continua a dare lezioni al mondo. Sono le magie di un weekend all’insegna del tricolore che tanto bene ci fa. Una bella botta per il morale e l’autostima. Italiani popolo di ciclisti e di motociclis­ti. Il mondo ci starà invidiando un po’. E a noi non resta che godercela un po’. Abbiamo vinto perché abbiamo corso meglio degli altri. Fratelli d’Italia. A Sanremo come in Qatar. Se Nibali ha fatto un’impresa storica, paragonabi­le al suo successo al Tour, Dovizioso ha messo il primo mattoncino per un sogno che sembrava finito lo scorso anno e che invece è appena ricomincia­to. Il momento magico non si è concluso a Valencia nell’ultima gara del 2017. Continua.

In coda a una gara corsa con dolcezza (sulle gomme), Dovi ha estratto la cattiveria necessaria per respingere l’ultimo attacco di Marquez, uno che non ti guarda in faccia quando prova a rifilarti la coltellata fatale. Ormai è un pilota completo. Un campione. Un Maestro tra i maestri. Perché quando vinci davanti a Marquez e Valentino, due maestri assoluti delle corse, devi essere un maestro anche tu. Anzi un professore. E il modo in cui Dovi ha incrociato la traiettori­a infilando la sua Ducati davanti alla Honda dello spagnolo, significa che ormai ha imparato tutti (o quasi) i trucchi del mestiere come avevamo giù intuito nei primi due testa a testa finiti benissimo. Ha cominciato con calma, forse troppa visto che è finito subito al 9° posto, ma non è andato nel panico. Ha recuperato curva dopo curva fino ad infilarsi dietro allo scatenato Zarco e una volta arrivato il momento di sferrare l’attacco ha infilato il francese e tenuto dietro Marquez. Con Vale attore non protagonis­ta del primo film dell’anno. Non protagonis­ta nel senso che non ha mai sentito il profumo della vittoria, ma ha comunque viaggiato tranquillo verso il podio numero 228 della sua carriera infinita. Un’altra risposta a chi sostiene che dovrebbe ritirarsi. Ma perché mai? Ma avete visto che differenza tra Vale e il suo giovane compagno Viñales...

La Ducati ha ricomincia­to rimettendo­si davanti a tutti. A Borgo Panigale ci credevano. Lo avevano capito dai dati raccolti. E anche dopo le qualifiche la fiducia era rimasta intatta. La pista era molto da Ducati, ma ormai non ci sono piste che non siano adatte alla Ducati (oddio, qualcuna purtroppo resta...). Battere Honda e Yamaha dà una bella sensazione, anche se la Honda mette davvero paura visto come filava Marquez su un tracciato che certo non era favorevole. Peccato manchi ancora all’appello Lorenzo, finito nella sabbia tradito da un freno. Ma al momento del volo era lontano da Dovi, cosa che potrebbe anche far dire che il caso è aperto. Soprattutt­o con il contratto di Dovizioso ancora da discutere.

Desmo Dovi aveva vinto la prima gara stagionale solo nel 2004. Anno in cui poi arrivò al titolo mondiale 125. Un segno del destino? Andiamoci piano per favore e tocchiamo gli amuleti. In Qatar veniva da tre secondi posti di fila nelle ultime tre stagioni. Ha dato subito una svolta. L’anno scorso aveva cominciato a vincere al Mugello, quest’anno si è portato avanti con il lavoro. E anche questo è un segno del destino...

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