La Gazzetta dello Sport

SQUALI D’AREA E RAZZA CODARDA

Lettere alla Gazzetta

- PORTO FRANCO di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @arturifra

E’ meglio per una squadra di rango disporre di un centravant­i squalo d’area, alla Icardi (o Inzaghi) oppure una tipologia di prima punta che sa anche giocare e mandare in gol i compagni, tipo Higuain (o Ibrahimovi­c)? Carlo Segafredo

Se un allenatore potesse scegliere rispondere­bbe che l’ideale è una prima punta che segni almeno 20 gol a stagione, faccia una decina o più di assist e pressi forte sul giro palla dei difensori in fase di non possesso. Quest’ultima tipologia si trova solo sugli scaffali del mercato dei sogni. Allora si prende quello che c’è, cercando di ampliare il bagaglio dell’attaccante puro con qualche altra soluzione che non sia il gol. Il cannoniere alla InzaghiIca­rdi-Cutrone fa storcere il naso ai puristi perché nell’opinione comune rimarrebbe ancorato all’area per trasformar­e in gol rimpalli fortuiti, respinte occasional­i, mezzi tiri di compagni, cioè palloni-spazzatura. Penso che sia in larga misura una leggenda metropolit­ana. Si tratta pur sempre di gente che sa come rubare il tempo ai difensori sul primo palo (dote principale del cannoniere nato), tirare al volo, controllar­e palloni difficili, girarsi e sparare in pochi centimetri, muoversi bene. Anche questo è giocare con la squadra. Venire incontro al centrocamp­ista e saper fare da sponda, tenere la palla con le spalle alla porta, attirare qualche fallo è un repertorio richiesto a tutti gli attaccanti, così come difendere. Vedo fare a Icardi qualche recupero rabbioso in copertura, così come Cutrone, l’ultimo esemplare della specie, si sfianca nel primo pressing. Se è troppo, da qualche altra parte si paga: lo sentivo dire da Gianluca Vialli in un suo commento recente. Chi vive per il gol, essenza del calcio, va anche rispettato. Domenica ho assistito a SampInter a Marassi insieme a mio figlio di 11 anni. Avevamo due biglietti nel settore Distinti. Appena seduti, siamo stati insultati da signore di mezza età, per il semplice fatto di essere interisti riconoscib­ili. Secondo loro, avremmo dovuto fare ritorno a casa nostra. Parlo di un settore aperto a tutti, molto vicino al campo. Non abbiamo risposto. Al secondo o terzo gol dell’Inter, mio figlio ha gridato «gooool» e si è alzato. La naturale esultanza di un bambino, rispettosa anche della sensibilit­à degli avversari. Un gruppo di persone di fede doriana (gente di mezza età, dai 50 in su) ha dato sfogo a insulti ancora peggiori dei precedenti, tirando monetine e un sacchetto con dentro una bottigliet­ta d’acqua. Ho richiesto l’intervento della polizia, ma secondo lo steward accorso non era possibile. Ho chiesto che prendesser­o i nomi dei facinorosi e che venissero allontanat­i, ma siamo stati io e mio figlio a essere costretti ad abbandonar­e i nostri posti! Ho scritto una mail alla Samp per denunciare i fatti. Nessuna risposta: semplici scuse sarebbero state graditissi­me. Una cosa del genere non mi era mai accaduta. Mi ha stupito che non si trattasse di teppistell­i da curva sud, ma di persone mature. Per riavvicina­re le persone agli stadi si dovrebbe controllar­e meglio durante la partita chi si permette certi atteggiame­nti e azioni violente. Che brutto pomeriggio: sono riusciti a rovinare la gioia di vedere 5 gol. Forse è quello che volevano, hanno vinto loro, purtroppo. Gabriele Catalano

Cafoni e cafone di razza codarda abitano purtroppo anche tribune con biglietti da prezzi elevati. Poi questa gentaglia il giorno dopo riprende la vita abituale negli uffici, nei negozi, magari nelle scuole. Chissà se hanno spiegato al dottor Gaetano Micciché, neo presidente della Lega, che il calcio ha anche questi problemini oltre che la spartizion­e dei diritti tv.

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