Miracolo a Milano Carolina danza per l’oro
Ghiaccio bollente al Forum Kostner, corto da record
Un boato a salutare la discesa in pista, un silenzio tutto da ascoltare nel mezzo del programma, un’escalation di urla e grida ad accompagnare la trottola conclusiva, la combinata con cambio di piede. Milano ama Carolina e Carolina ripaga Milano con una gemma preziosa, estratta dalla scatola dei tesori nell’occasione più idonea. C’è lei in testa dopo il programma corto dei Mondiali, in un Mediolanum Forum esplosivo sin dal primo giorno. Una Kostner così, in quindici stagioni di carriera internazionale, non s’è mai vista. L’azzurra fa una magia, firma un programma sublime e con 80.27 demolisce il proprio fresco record italiano: agli Europei di Mosca, in gennaio, era arrivata a 78.30. Il tutto a 31 anni, come se nei pattini non ne avesse una ventina di logorante attività. Si è in Italia, ma davvero non conta: non c’è effetto-casa che valga. L’esibizione avrebbe meritato questo punteggio-monstre ovunque.
RIFERIMENTI Nella storia, nel segmento di gara, solo le russe Alina Zagitova (82.92) e Evgenia Medvedeva (81.61) hanno meritato di più: all’Olimpiade di PyeongChang del mese scorso. Peccato che i parametri del sistema di giudizio, dalla prossima stagione, cambieranno: certi confronti non saranno più possibili. Proprio la 15enne Alina, campionessa a cinque cerchi, è la sconfitta di giornata (se così si può dire). Complice una sbavatura sulla combinazione triplo-triplo e un po’ meno brillante che in Sud Corea, resta a 76/100 di punti dall’altoatesina. Ma il pomeriggio è tutto nel segno dell’azzurra, al quattordicesimo Mondiale in sedici anni e del suo «Ne me quitte pas» interpretato da Celine Dion.
LA GARA Carolina, seconda di sei nell’ultimo gruppo in gara, indossa lo stesso costume rosso dei Giochi. Ed è perfetta. Vola sulla combinazione triplo flip-triplo teoloop, è sicura sul triplo loop, ha un doppio axel da manuale. Poi ci sono le tre trottole e la sequenza di passi. In tutti gli elementi guadagna livello 4, il massimo. I giudici sparano un 41.30 di punteggio tecnico abbinato a un 38.97 per quello artistico. Il secondo vale addirittura il record del mondo: la Medvedeva, ai Giochi, si era attestata a 38.42. E la somma è da sballo. La Zagitova si «ferma» a 79.51. Poi, lontana, la giapponese Satoko Miyahara con 74.36, a PyeongChang quarta proprio davanti alla gardenese. Le avversarie, con nell’ordine la canadese Kaetlyn Osmond (72.73), l’altra russa Maria Sotskova (71.80) e l’altra canadese Gabrielle Daleman (71.61), sono a chilometri di distanza. Tra le promosse al libero che domani sera assegnerà le medaglie, c’è pure – con merito – la 16enne milanese Elisabetta Leccardi, 23a con 51.13, brava a reggere la pressione del debutto e a presentare un programma sufficientemente preciso.
GURU MISHIN Carolina, ancora una svolta, svetta e fa la differenza coi «components»: definiscono, appunto, il punteggio tecnico. Sono cinque (transizione, coreografia, interpretazione, performance e skating skills, ovvero la qualità del pattinaggio e performance) per ognuno dei nove giudici. Su quindi 45 voti, fioccano 19 dieci. Sono figli della sua maturità, della sua eleganza, del suo modo unico di riempire la pista. Ma stavolta c’è anche tanta, tantissima tecnica. Con tanti ringraziamenti agli insegnamenti del severo Alexei Mishin, 77 anni, che in un paio di settimane di lavoro a San Pietroburgo, ha saputo sistemarle quei dettagli sugli elementi di salto che all’Olimpiade l’avevano un po’ limitata.
IL LIBERO Adesso, dopo un simile exploit e per com’è la situazione, sognare è lecito. Carolina, nel libero di domani sera («Il pomeriggio di un fauno»), sul ghiaccio per ultima alle 22.16, dovrà centrare un’altra prestazione d’eccellenza, guardarsi alle spalle dal tentativo di ritorno della Zagitova – che può diventare la quinta donna a vincere Olimpiade, Mondiali ed Europei nella stessa stagione – e, al limite, da quello della Miyahara. Almeno il podio, però, appare assai vicino. Sarebbe il suo settimo iridato, a distanza di quattro anni dell’ultimo. In inglese si dice ageless. Vuol dire senza età. Rende l’idea.